L’Assessorato alla Cultura in collaborazione con il cinema Astra propone una rassegna, inserita nella programmazione estiva della sala d’essai, dedicata al cinema d’arte: “Artisti contro – Van Gogh e Schiele dalla tela allo schermo”. I due titoli, Loving Vincent (giovedì 19 luglio ore 21.30) ed Egon Schiele (giovedì 26 luglio ore 21.30) saranno introdotti al pubblico dallo storico dell’arte Alessandro Malinverni.

Entrambi i film si sono imposti di recente per il successo di critica e di pubblico: dedicati a due giganti dell’arte occidentale, capaci di traghettare la pittura nella contemporaneità, raccontano non solo le fasi salienti della carriera di Van Gogh e Schiele, ma anche le loro vicende biografiche, permet­tendo allo spettatore di accostarsi alla sfera privata dell’uomo-artista. Sul grande schermo scorrono così i luoghi amati e abitati, gli amori e gli affetti, ma anche la vulnerabilità, la solitudine, l’incomprensione sofferte da questi due geni, capaci di sfidare le convenzioni pur di mantenersi coerenti a un rivoluzionario credo artistico.

 

Loving Vincent (di Dorota Kobiela e Hugh Welchman, GB, Polonia 2017, 94’) è un lungometraggio poetico e seducente che mescola arte, tecnologia e pittura: si tratta infatti del primo film interamente dipinto su tela, per la cui realizzazione sono stati rielaborati oltre cento quadri del celebre autore. Nominato agli Oscar e ai Golden Globe 2018 come miglior film d’animazione, ripercorre le vicende che portano il giovane Armand Roulin ad incontrare persone e luoghi fondamentali nella vita di Vincent van Gogh, scoprendone poco a poco la vita tormentata e la straordinaria opera che ha saputo produrre.

Egon Schiele (di Dieter Berner, Austria, Lussemburgo 2016, 110’) si concentra sul rapporto che il giovane, provocatorio e affascinante pittore (interpretato sul grande schermo dal talentuoso Noah Saavedra) ebbe con le due donne che in particolare hanno condizionato la sua vita e la sua espressione artistica: la giovane sorella Gerti, e la diciassettenne Wally, sua prima musa, forse l'unico vero grande amore della sua vita, immortalata nel celebre dipinto "La morte e la fanciulla". Fra scandalo e successo, quando lo scoppio della prima guerra mondiale minaccerà la sua ricerca e libertà artistica, Schiele sceglierà di sacrificare alla sua arte l'amore e la vita stessa, facendo del dolore e del disagio esistenziale la cifra stilistica che lo consacrerà tra i maggiori interpreti dell'Espressionismo.