Aperta negli spazi del secondo piano di Palazzo Pigorini la mostra “I volti dell’alienazione - disegni di Roberto Sambonet”.

I volti dell’alienazione - disegni di Roberto Sambonet, celebre pittore, designer e grafico italiano (Vercelli, 1924 – Milano, 1995), curata da Franco Corleone e Ivan Novelli, è promossa dalla Società della Ragione Onlus, in collaborazione con l’Archivio Roberto Sambonet e StopOpg, con il patrocinio dell’AUSL di Parma e il patrocinio e la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma.

L’esposizione, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico dal giovedì al lunedì dalle 9 alle 18 fino all’11 marzo 2018.

Attraverso i ritratti (40 disegni e 70 studi) che l’artista eseguì tra il 1951 e il 1952 nel manicomio di Juqueri, a cinquanta chilometri da San Paolo in Brasile, dove venne invitato dal direttore Edu Machado Gomes, la mostra racconta e indaga il complesso fenomeno del disagio mentale.

Questo viaggio nell’orrore smosse le coscienze e preparò il terreno per il lavoro di Franco Basaglia (che visitò quello stesso manicomio), mirato a far sì che non esistessero più “ergastoli bianchi”. 

Sambonet trascorse sei mesi nei reparti dell’ospedale, conducendo una sua personale ricognizione, e ritraendo gli internati in una serie di opere di grande intensità, a china e a matita, tutte capaci di andare al di là del volto e mostrare pensieri, emozioni, sentimenti.

Si tratta di una sorta di viaggio di umana partecipazione, uno scavo nelle pieghe della malattia e della sofferenza, che nel 1977 è stato raccolto nel volume Della Pazzia (M'Arte Edizioni, Milano 1977).

Qui l’artista accosta ai ritratti dei malati di mente testi di autori che nei loro scritti hanno affrontato e raccontato il tema della pazzia, come Allen Ginsberg, Dino Campana, Gaetano Donizetti, Friedrich Wilhelm Nietzsche, Edgar Lee Masters, William Shakespeare, Voltaire Friedrich Holderlin, Edgar Allan Poe.

Finalmente tutti gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari sono stati chiusi. I luoghi tristemente noti di Napoli Secondigliano, di Reggio Emilia, di Aversa, di Montelupo Fiorentino e di Barcellona Pozzo di Gotto sono stati consegnati alla memoria dell’orrore. Si è realizzata una rivoluzione gentile inimmaginabile e ora dovrà continuare una battaglia culturale per impedire il risorgere di logiche manicomiali.
La riforma deve essere sostenuta per affermare ogni giorno i valori di civiltà, umanità e dignità.

La mostra è già stata ospitata alla Fabbrica del Vapore di Milano, al Teatro Chille de la balanza di Firenze, al Palazzo Municipale di Ferrara, al Museo in Trastevere di Roma, al Museo Ken Damy di Brescia, a Palazzo Lanfranchi di Matera, a Palazzo d’Accursio a Bologna, al Palazzo del Consiglio Regionale di Trieste, a Santa Maria Gualtieri a Pavia, a Palazzo Farnese ad Ortona, alla Galleria d’Arte Moderna de Cillia di Treppo Carnico e alla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.

Biografia

Roberto Sambonet, nato a Vercelli nel 1924 e morto a Milano nel 1995, è stato un importante pittore, designer e grafico. Si è formato all’Accademia di Brera e ha partecipato attivamente alla vita cittadina, frequentando l’ambiente delle avanguardie artistiche che avevano come punto di ritrovo il bar Giamaica.

Ha partecipato all’avventura del gruppo dei Picassiani con Cassinari, Morlotti e Treccani. Tra il 1948 e il 1953 si è trasferito in Brasile, dove il suo linguaggio artistico ha vissuto una maturazione molto importante, che lo ha condotto verso quell’essenzialità della linea che divenne tratto fondamentale della sua opera, nella pittura, nella grafica e nella produzione di celebri oggetti di industrial design.