Lo spettacolo ha debuttato al Teatro Verdi di Trieste con scene e costumi di Pier Paolo Bisleri, l’orchestra e il coro del teatro diretti dal Maestro Diego Dini Ciacci; Clara Galante adatta il melologo di Benda ad una esecuzione concentrata sul dramma per voce e pianoforte, con l’elaborazione musicale del Maestro Andrea Sammartino.

Mozart, in una lettera del 12 novembre del 1778 durante la sua permanenza a Mannheim, scrive, a proposito di questa Medea: “questo dramma è eccellente, la musica è un recitativo, e la parola che si recita sullo sfondo musicale è di splendido effetto”.

Il racconto pone al centro il punto di vista di Medea, di un femminile tradito, di un gesto estremo nel tentativo di rovesciare un sistema valoriale tutto al maschile. Medea fa della propria marginalità un punto di vista radicale che sovverte le leggi stabilite: metallo, sangue, carbone e cenere dominano i colori di un mondo devastato che corrisponde a quella sorta di terremoto dell'anima che Medea ha vissuto in sé. Medea maga Medea moglie Medea madre, ribelle, emarginata, tradita…La maternità così diventa colpa, impossibilità ad essere donna.