Aperta a Palazzo Pigorini l’esposizione Marina Burani  -  Nero – 2019 | 1969. La prima personale di Marina Burani a Parma, sua città d’adozione, è una rassegna retrospettiva dei lavori realizzati durante cinquant’anni di carriera. 

La mostra, realizzata dall’Associazione Alphacentauri e curata da Didi Bozzini con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Parma, presenta il percorso multiforme dell’artista sottolineandone un aspetto particolare, che è quello della persistenza fisica e simbolica del colore nero tra disegno e pittura.

Sui due piani di Palazzo Pigorini, cinquantasette opere che vanno a ritroso dagli specchi neri degli anni 2000 alle matite degli anni ’60 e testimoniano di un universo creativo nel quale il rapporto tra la figura e la sua assenza - la sua formazione e la sua scomparsa - occupa una posizione centrale e di fondamentale importanza.

Tra il vuoto del foglio bianco ed il pieno dello specchio nero si dipana mezzo secolo di lavoro di una pittrice singolare. Un tempo lungo in una visione ampia, fatta di illuminazioni e di abbagli, di osservazioni e di sviste, di miraggi e di contemplazione. Un labirinto di immagini nel quale, tra la luce ed il buio, Marina Burani continua felicemente a seguire quel filo d’Arianna che è il tratto della sua matita.

Commenta l’Assessore alla Cultura Michele Guerra: “L’incontro tra Marina Burani e Didi Bozzini, in questa mostra che pare veramente saldare due sguardi, è stato particolarmente felice, perché da quel contatto è nata una selezione ed un’esposizione che rivelano ciò che in fondo, da qualche parte, si avvertiva senza averlo mai portato cosi radicalmente al livello della coscienza. Senza aver capito che, prima di tutto, era il nero ad interrogarci e a chiederci di lasciar scaturire il pensiero e il conflitto delle forme e dei materiali”.

“Trovo che affrontare il foglio bianco sia molto stimolante – dice l’artista. – Avere davanti a sé il nulla e scalfirlo con un tuo segno dona piacere. È l’idea di possedere un grande potere, l’entusiasmo di amare figure che ancora non esistono”.

La mostra, ad ingresso libero, rimarrà aperta sino al 16 giugno.

 

Marina Burani, nata a Reggio Emilia, vive e lavora a Parma. Ha frequentato l’istituto d’Arte Paolo Toschi a Parma e l’Accademia di Brera a Milano. Nel 1991 fonda l’Associazione Culturale Alphacentauri con Andrea Vettori, dal 1994 pubblica il Giornale Alphacentauri che viene presentato alla Biennale di Venezia nello stesso anno. Pubblica due libri “Lento a tempo” e “Coleotterofobia”. A Reggio Emilia partecipa al premio Tricolore e l’opera viene premiata ed acquistata dal Museo Civico. Dal 1972 ad oggi partecipa a numerosissime mostre collettive e personali, in Italia e all’estero.