Discarica di Viarolo, il Tar accoglie in parte il ricorso del Comune di Parma
Il Tar di Parma ha parzialmente accolto il ricorso proposto dal Comune di Parma contro l’ordinanza di diffida della Provincia per la bonifica dell’area vasta di Viarolo.
Il ricorso è del 2010, ma la vicenda ha radici antiche, risale addirittura a mezzo secolo fa, quando, nel corso degli anni, sulle rive del Taro furono accumulate montagne di rifiuti, poi sepolti e dimenticati. Ma la natura non regala nulla, così lo scempio è venuto allo scoperto in concomitanza con la realizzazione dell’alta velocità, nel periodo della gestione Vignali, e soprattutto quando il fiume, erodendo le sponde, ha portato allo scoperto i rifiuti accumulati nel corso di decenni.
Così la Provincia ha ordinato al Comune di Parma di bonificare l’area, individuandolo come unico responsabile dell’inquinamento. Il Comune ha risposto con il ricorso al Tar.
Ora il Tribunale Amministrativo ha decretato che il Comune di Parma è sì responsabile dell’inquinamento, ma limitatamente all’area afferente all’ex discarica Amnu (20 ettari contro i 670 ettari complessivi dell’area vasta di Viarolo). Ciò, peraltro, solo per il fatto che nel “passaggio di consegne” da AMNU e ENIA la discarica di Viarolo fu “dimenticata”.
Pertanto il Comune – decreta il Tar - non può essere ritenuto responsabile per la restante area.
Di conseguenza, per le parti restanti, che appartengono anche ad altri Comuni, ha sancito la responsabilità dei proprietari dei terreni.
Il Comune dovrà comunque continuare le attività volte alla messa in sicurezza del sito ed alla caratterizzazione dei rifiuti presenti nel proprio territorio, ma anche gli altri Comuni coinvolti nell’area vasta Viarolo dovranno fare la loro parte, e tutti dovrebbero eventualmente sostituirsi ai proprietari nel lavoro di bonifica, e poi addebitare i costi a questi ultimi. Operazione maledettamente complicata a decine di anni di distanza, soprattutto perché difficilmente la Provincia riuscirà ad individuare gli autori di quell’inquinamento, allora tollerato.
Tuttavia un fatto è certo: dopo tanti anni di silenzi alternati a rimpalli di responsabilità, solo l’attuale Amministrazione comunale, grazie anche all’aiuto della Regione, ha messo mano alla faccenda, investendo qualche soldo per mettere almeno in sicurezza la discarica, ed ha anche chiesto (in questo caso con l’assenso della Provincia e del Comune di Trecasali) di utilizzare a questo scopo anche i proventi della mitigazione ambientale della costruenda bretella Ti – Bre (che peraltro ormai nessuno vuole più).
Infatti, per iniziativa del Comune di Parma, sono in atto i sondaggi per individuare le tipologie di rifiuto presenti (costo 35.000 euro), sarà a breve bandita la gara per la realizzazione dei cosidetti “pennelli” a protezione dell’area da bonificare (92.000 euro) e soprattutto si sta progettando la scogliera delle sponde del Taro a protezione dell’area da bonificare, da realizzare con fondi stanziati dalla Regione Emilia Romagna (304.000 euro).
“Oggi il Comune – ci tiene a puntualizzare l’assessore all’ambiente Gabriele Folli – a differenza del passato, affronta queste problematiche che erano state nascoste sotto il tappeto dai nostri predecessori. Oltre alla bonifica dei terreni – è l’amara constatazione dell’assessore – ci vediamo costretti quotidianamente a “bonificare” gli effetti dell’inerzia di un modo di fare politica che pensava solo alle grandi opere, trascurando la manutenzione del territorio, che è il nostro bene più prezioso”.