Comunicati Stampa

09.05.08 / CULTURA / Ufficio Stampa

TORINO, PRESENTATO IL PARMA POESIA FESTIVAL

TORINO, PRESENTATO IL PARMA POESIA FESTIVAL


Si è svolta stamane, alle ore 10.00, presso lo Stand RAI allestito nella Fiera Internazionale del Libro di Torino, la presentazione della quarta edizione del ParmaPoesia Festival, promosso dall’Assessorato alle Politiche Culturali e alla Creatività Giovanile e dall’Assessorato al Turismo del Comune di Parma, in programma dal 18 al 24 giugno 2008. All’ incontro hanno partecipato Pietro Vignali (Sindaco del Comune di Parma), Lorenzo Lasagna (Assessore alle Politiche Culturali e alla Creatività Giovanile), Mario Marini (Assessore al Turismo e Marketing territoriale), Alfonso Berardinelli, Ennio Cavalli, Nicola Crocetti, Andrea Sirotti. Ennio Cavalli, presente nella doppia veste di giornalista RAI e di poeta ospite della quarta edizione, ha introdotto ironicamente la presentazione di un festival che ha raggiunto un successo tale da poter affermare che ormai “Poesia fa rima con Parma”. Il Sindaco Pietro Vignali sottolinea come la manifestazione giunta alla quarta edizione si riproponga come l’evento dedicato alla poesia che ambisce ad essere il più importante in Italia, grazie ad una formula consolidata che trova i suoi punti di forza soprattutto nella partecipazione diffusa di tutta la città, con il coinvolgimento di numerosi spazi pubblici e privati che diventeranno palcoscenico per letture, incontri, spettacoli, perfomance, concerti, lectio magistralis, e sulla contaminazione della poesia con altre espressioni d’arte. Il ParmaPoesia Festival si inserisce in un ricco programma culturale promosso dall’amministrazione comunale, che proseguirà in autunno con la celebrazione di un evento noto in tutto il mondo come il Festival Verdi, dimostrando la volontà di puntare sulla cultura intesa come dinamica produzione e scambio di idee e non come conservazione di un glorioso passato che ha fatto di Parma una delle capitali culturali più attive in Europa. L’Assessore alla Politiche Culturali Lorenzo Lasagna evidenzia come l’idea di realizzare un festival dedicato alla poesia sia stata una scommessa azzardata, basata sul paradosso di un linguaggio poetico percepito come difficoltoso, ricordando come in genere la scrittura di poesia sia molto esercitata mentre la lettura sia riservata a pochi eletti. Nel corso di tre edizioni, il ParmaPoesia Festival ha dimostrato una grandissima capacità di attrattiva e fascinazione verso il pubblico, e le 20.000 presenze riscontrate nella scorsa edizione sono un chiaro e forte segnale di come la parola poetica abbia ritrovato una capacità di mobilitare le persone in un evento che coinvolge tutta la città. Una delle specificità del ParmaPoesia, nonché una delle maggiori chiavi del suo successo, è da sempre la volontà di mettere al centro l’autore come portatore del linguaggio poetico. Il programma della prossima edizione si preannuncia di grandissimo livello, con un bilanciamento fra la grande tradizione dei classici che continuano a parlarci (basti citare Gabriele Lavia che interpreterà opere di Leopardi e Vittorio Sermonti che leggerà passi dall’Eneide di Virgilio), e l’attenzione verso l’innovazione, intercettando le nuove voci liriche più originali e i cambiamenti del linguaggio poetico. Lasagna ha infine citato, come motivo di orgoglio per gli organizzatori, il graditissimo ritorno a Parma di Alberto Bevilacqua. Il successo della manifestazione, secondo l’Assessore al Turismo Mario Marini, è legato in modo significativo alla celebre tradizione del patrimonio enogastronomico di Parma, una città che si è messa con entusiasmo a disposizione del festival come suo palcoscenico naturale, con il coinvolgimento non soltanto delle sedi culturali istituzionali ma anche di borghi, piazze e attività commerciali, e così dimostrando come cultura e turismo sia un binomio vincente. Nicola Crocetti, uno dei curatori del Festival insieme a Giuseppe Marchetti, Daniela Rossi, Teatro Festival Parma e L’Argonauta, cita alcuni degli ospiti stranieri più autorevoli di questa quarta edizione, da Hans Magnus Enzensberger, ultimo grande epigono di Bertold Brecht a Agi Mishol, una delle più grandi poetesse israeliane contemporanee, dal poeta musulmano Mohammed Bennis a due grandi poeti outsider, sconosciuti al grande pubblico italiano, come lo scandinavo Jesper Svembro, membro dell’Accademia delle Scienze di Stoccolma, e lo statunitense Stanley Moss, conosciuto come uno dei maggiori mercanti d’arte nel mondo, oltre che ottimo poeta ed editore di poesia. Crocetti insiste sulla importante funzione istituzionale svolta dal ParmaPoesia Festival, che nel corso di tre sole edizioni si è imposto come la manifestazione più importante in Italia, e tuttora in grande crescita, riconosciuta nel fare chiarezza sui luoghi comuni millenari che circondano l’arte poetica, e cioè che non interessi a nessuno, che sia incomprensibile, che tutti scrivano poesia ma nessuno la legga. Grazie alla lungimiranza dell’amministrazione comunale, il ParmaPoesia Festival è riuscito a richiamare la presenza di alcuni delle migliori voci poetiche del mondo, avvicinandoli al grande pubblico. E i numeri di partecipazione finora riscontrati sono un incoraggiante segnale di ottimismo. Andrea Sirotti, curatore di un’antologia poetica di autrici di origine indiana e pakistana che scrivono in lingua inglese, richiama l’attenzione sull’importanza di una sezione del Festival, curata da Daniela Rossi, dedicata alla letteratura di migrazione e all’identità linguistica, uno dei temi più cari agli organizzatori sin dalla prima edizione, e rappresentata quest’anno da Meena Alexander, Moniza Alvi, Imtiaz Dharker e Arundhathi Subramaniam. Infine Alfonso Berardinelli esordisce ponendo un interrogativo che riprende il titolo della sua lectio magistralis “Che cos’è la poesia?”. Il suo intervento tenterà di ribaltare il senso comune secondo cui poesia viene per lo più intesa come qualcosa di insolito, esotico, bizzarro, inaccessibile e incomprensibile, e dando una definizione tutt’altro che teorica. Citando il titolo del libro scritto insieme a Hans Magnus Enzensberger “Che noia la poesia”, rivolto a “lettori stressati”, Berardinelli afferma che l’antifrasi su cui gioca provocatoriamente il titolo è da intendersi riferita ai luoghi in cui la poesia viene comunemente diffusa e a coloro che si inframezzano tra gli autori e i lettori. Berardinelli crede nel potere della poesia di circolare e di mobilitare la sensibilità dei lettori, e la vocazione alla dimensione dell’incontro diretto che il ParmaPoesia Festival ha da sempre visto tra i propri intenti, ne è una felice dimostrazione. A margine della conferenza stampa, il Sindaco di Parmaenbsp Pietro Vignali, gli Assessori alle Politiche Culturali Lorenzo Lasagna, al Turismo e al Marketing territoriale Mario Marini e il Presidente dell’Istituzione Biblioteche di Parma Luciano Mazzoni hanno voluto rilasciare una breve dichiarazione riguardo alle polemiche contro l’ospite d’onore di questa edizione: Israele. “Ritengo particolarmente gravi le polemiche di questi giorni – ha dichiarato Pietro Vignali – perché non si rivolgono a politici, le cui decisioni possono essere ritenute sbagliate e contestate, ma si rivolgono alla cultura e ai simboli di Israele. Ma la cultura e l’arte, come ha detto in questi giorni l’ambasciatore di Israele in Italia, sono un linguaggio universale, un ineguagliabile strumento per costruire il dialogo e la comprensione tra tutti i popoli e tutte le persone. Per questo – prosegue Vignali – voler impedire di leggere e ascoltare le parole degli scrittori israeliani è un gesto di profonda intolleranza, un gesto contrario a qualsiasi intenzione di pace e di convivenza.” “L’ostracismo verso una delle letterature e delle culture più vitali e appassionanti del nostro tempo qualifica chi lo propone – afferma Lorenzo Lasagna –. Ma c’è di più. Contestare Israele nel 60° anniversario della sua nascita significa voler contestare la radice stessa dell’esistenza di Israele, il suo principio e le sue ragioni storiche, morali e umane. Con queste odiose polemiche, purtroppo, è stato fatto un pericoloso passo avanti nella sovrapposizione tra antisionismo e antisemitismo.” “Con le bandiere bruciate e le parole estreme di questi giorni – dichiara Mario Marini – cade definitivamente l’alibi della critica ai governi israeliani e affiora l’inquietante violenza e l’odio contro tutto ciò che Israele rappresenta. Ma noi dobbiamo preservare con fermezza il valore di Israele, sia rispetto al passato, quando è stato riparo e riscatto alla sofferenza patita dal popolo ebraico in Europa, sia rispetto al presente, come segno di democrazia nel cuore del medio oriente.” “La diversità di esperienze, di età e di opinioni tra gli scrittori israeliani ospiti della Fiera – dice Mazzoni – testimonia la ricchezza e la trasparenza della vita culturale e democratica di quel paese. Alcuni di loro sono stati testimoni della Shoah, altri appartengono alla storia recente o sono immersi nella contemporaneità. Le loro voci ci raccontano di un paese “normale”, che desidera vivere come qualsiasi altra democrazia occidentale. Voler imbavagliare quelle voci è un segno di estremismo contrario a qualunque sforzo di comprensione, di tolleranza e di pace”. enbsp enbsp enbsp

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