06.10.08
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LA SCULTURA DI STRADA ELEVATA, L’ULTIMA OPERA DI CASCELLA
LA SCULTURA DI STRADA ELEVATA, L’ULTIMA OPERA DI CASCELLA
Lo stile scultoreo di Pietro Cascella non è nuovo ai parmigiani grazie al monumento, dedicato a Pietro Barilla, nella rotatoria di Porta Santa Croce inaugurato il 14 gennaio 1994. Quasi specularmente a Santa Croce, anche a est, i parmigiani potranno ammirare una nuova opera del grande scultore recentemente scomparso. “Un’opera che – come ricorda la vedova del maestro Cordelia von den Steinen – attraverso la compresenza di contrari, la staticità/pesantezza del cubo e la leggerezza/mobilità delle sospensioni, vuole rappresentare la precarietà della vita. Tutte le cose sospese, materiali e non, trasmettono per definizione una sensazione di provvisorio, di incertezza, ma ecco l'antidoto contro l'ansia che il precario ci procura: sono i grossi e rassicuranti cavi di acciaio inossidabile, fissati sui quattro formidabili elementi plastici di marmo che sostengono senza possibilità di dubbio l'enorme peso, annullando del tutto il senso di instabilità. Il blocco galleggia sopra una superficie d'acqua”. La dimensione monumentale è quella che maggiormente si addice alla natura plastica di Pietro Cascella, le cui opere trasmettono ovunque un forte senso di potenza ed energia. Anche questa fu la grandezza di Cascella, l’aver saputo coniugare la grande tradizione arcaica dell'arte con uno stile e una fantasia squisitamente moderni. Questa la testimonianza preparata da Cordelia von den Steinen, vedova di Pietro Cascella, in occasione dell’inaugurazione dell’opera di suo marito. “La scultura in marmo per la rotonda di Strada Elevata a Parma di Pietro Cascella rappresenta un cubo, sospeso, sopra uno specchio d'acqua tramite due funi d'acciaio incrociati e fissati su quattro alti elementi plastici di profilo triangolare. Questi ultimi sono incastrati nel largo bordo di una bassa vasca circolare. La scultura in marmo bianco di Carrara è lavorata a subbia e finita a gradina, ha un diametro di 591 centimetri, altezza 300 centimetri, un peso complessivo di circa 30 tonnellate. Il peso del solo blocco sospeso è di 3 tonnellate, i cavi portanti sono di acciaio inox, diametro 18 millimetri. Il tema del blocco sospeso fa parte dell'ultimo periodo di ricerca plastica di Pietro Cascella. Infatti questa realizzazione per Parma era, insieme ad un'altra fontana, l'ultimo lavoro che ha potuto seguire personalmente in marmeria. Un cubo di marmo di tre tonnellate di per sé trasmette un senso di pesantezza, di staticità. Nella sua sospensione invece si avverte un senso di leggerezza e insieme di mobilità. E' attraverso questa copresenza dei contrari - peso/leggerezza, staticità/mobiltà - che si crea una singolare tensione - Pietro amava dire "del senso del precario" - che caratterizza questa opera. Tutte le cose sospese, materiali e non, trasmettono per definizione una sensazione di provvisorio, di incertezza, ma ecco l'antidoto contro l'ansia che il precario ci procura: sono i grossi e rassicuranti cavi di acciaio inossidabile, fissati sui quattro formidabili elementi plastici di marmo che sostengono senza possibilità di dubbio l'enorme peso, annullando del tutto il senso di instabilità. Il blocco galleggia sopra una superficie d'acqua. Se oggi ha ancora senso dividere l'arte in figurativa ed astratta, questa opera fa parte certamente della seconda categoria, con in più una forte connotazione architettonica. Nello stesso tempo però è un racconto, un racconto di come una cosa pesantissima riesca a diventare lieve, e l'apparentemente provvisorio rassicurante. E se è vero che in questa opera non vi sono riferimenti figurativi nei quali riconoscersi, è altrettanto vero che ognuno ritrova nella propria esperienza di vita questa tensione tra stabilità e sospensione. L'opera si trova in una situazione urbana di grande movimento e rapido traffico, dove non è possibile soffermarsi per contemplare a lungo un'opera d'arte. Ma qui si tratta di una scultura che può essere recepita anche con un colpo d'occhio che, ripetuto con ogni passaggio, si imporrà come un segnale-simbolo di quel luogo. Naturalmente le tre tonnellate di marmo permanentemente sollevate non possono non suscitare un senso di stupore. Sarà solo un gioco di parole ma a me sembra curiosa la coincidenza che quel blocco elevato con le funi d'acciaio abbia trovato la sua collocazione proprio nella Strada Elevata”. Cordelia von den Steinen Vedova di Pietro Cascella
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