142° anniversario della morte di Giuseppe Mazzini
Giuseppe Mazzini, maestro di ideali di unità dei popoli finalizzata al raggiungimento del bene comune.
Si è svolta questa mattina sotto i Portici del Grano davanti alla lapide alla memoria, la celebrazione del 142° anniversario della morte di Giuseppe Mazzini. Alla presenza del presidente del Consiglio Comunale Marco Vagnozzi e del presidente dell’associazione Mazziniana Francesco Quintavalla, è stata deposta una corona d’alloro alla memoria di un grande protagonista del Risorgimento d’Italia.
Il presidente Vagnozzi ha sottolineato come Giuseppe Mazzini sia stato maestro di ideali di unità dei popoli finalizzata al raggiungimento del bene comune, e di quanto la città fosse legata alla sua figura. “La dimostrazione della riconoscenza e dell’attaccamento della città di Parma alla figura di Giuseppe Mazzini, ha ricordato Vagnozzi, si palesò con una sottoscrizione popolare per la lapide alla memoria, che i cittadini vollero con grande determinazione collocare vicino alla casa comunale, sotto i Portici del Grano, mentre la lapide del Podestà di Parma, Girolamo Cantelli, fu posizionata in Piazza della Steccata”.
Gli stessi parmigiani parteciparono numerosi il 16 ottobre 1887 nel politeama Reinach ad ascoltare il discorso di Aurelio Saffi ad onorare la memoria del Grande Italiano.
Per Francesco Quintavalla, presidente dell’Associazione Mazziniana Italiana, sezione di Parma, “Giuseppe Mazzini morì sconfitto ed esiliato dai poteri reazionari del suo tempo, ma sempre presente nella coscienza vigile del popolo italiano, che alla sua morte gli tributò solenni onoranze. Oggi, nel 142° anniversario della morte lo commemoriamo con un pensiero rivolto agli ideali che ci ha trasmesso ed ai programmi politici ancora di attualità che ci ha indicato.Quest’anno ricorre il 180° anniversario della nascita della “Giovine Europa”, che avvenne a Berna il 15 aprile 1834 con la sottoscrizione dell’ ”Atto di Fratellanza” redatto da Mazzini con rappresentanti di altri paesi europei. Nello statuto si afferma che “i popoli che compongono l’Umanità, una volta conquistato il libero esercizio democratico della propria sovranità, si dovranno associare in una federazione repubblicana”, a testimonianza che per Mazzini l’unità della nazione non era mai disgiunta dall’unità europea.L’esigenza prioritaria dell’azione mazziniana, dall’aspetto rivoluzionario e moderno, era cambiare l’assetto politico sociale della vecchia Europa con l’organizzazione della democrazia. Europa e democrazia sono due obiettivi che ancora oggi non sono stati compiutamente realizzati. Costruire la democrazia europea è il punto che rende questo anniversario della Giovine Europa qualcosa di più di una semplice data storica da ricordare, perché per i mazziniani di oggi non c’è alternativa per la sopravvivenza di uomini liberi italiani ed europei, se non nell’Europa unita, libera e federale”.
Nel ricordare la figura di Mazzini, Roberto Spocci, segretario dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, ha posto l’attenzione sul perché Mazzini non sia diventato un classico del pensiero politico. “Il primo problema che si pone è che Mazzini afferma la priorità dei doveri sui diritti, mentre le teorie liberali e democratiche contemporanee proclamano la priorità dei diritti sui doveri. Mazzini non chiede di rinunciare ai diritti, sostiene anzi che essi sono una conseguenza dell’adempimento dei doveri e che bisogna cominciare da questi per aspirare a quelli.Un altro aspetto è il “patriottismo”. Mazzini connette la Patria all’Umanità e dà al concetto di Patria un’interpretazione repubblicana e democratica che incorpora il concetto di “giustizia sociale”. La Patria è la casa comune in cui viviamo, ma è anche una casa accanto ad altre di eguale pregio. Pertanto, non possono esserci contraddizioni tra politica interna e politica internazionale: entrambe devono ispirarsi al principio della libertà. Il vero patriottismo esige il pieno rispetto delle nazioni ed in una vera patria tutti i cittadini devono avere uguali diritti politici: una patria che esclude i poveri, le donne o gli individui di colore è una patria che viene meno ai suoi principi.Il terzo elemento di rilievo nel pensiero mazziniano è dato dalla religione. Per Mazzini la religione è vista come mezzo per l’emancipazione di un popolo dalla servitù politica e dalla corruzione morale, e si rivela essenziale per l’emancipazione delle coscienze. Ecco perchè Mazzini non va visto come un lontano apostolo del Risorgimento, ma come un teorico di un pensiero attuale”.