NOTIZIE / 03.02.18 / CULTURA

ZHDAT dalle Alpi alla Siberia

Inaugurata la mostra fotografica di Fabio Pasini "ZHDAT dalle Alpi alla Siberia paesaggi di oggi storie di ieri", aperta fino a domenica 11 marzo.

2018 02 03 Pizzarotti Guerra Zhadat

La mostra, che ha il patrocinio e la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma, è stata realizzata con il contributo del Museo Fondazione Storico del Trentino e il sostegno di CePIM – Interporto di Parma e Credem.

L’esposizione è stata inaugurata alla presenza del Sindaco Federico Pizzarotti e del Prefetto Giuseppe Forlani, oltre che il curatore Andrea Tinterri.

“ZHDAT La mostra delle immagini di Fabio Pasini è il modo migliore per chiudere le celebrazioni per il centenario della Grande Guerra” ha detto l’assessore Michele Guerra durante il momento inaugurale.

“Sono fotografie di paesaggi aperti e allo stesso tempo claustrofobici, che impongono sia per la particolare tecnica fotografica sia per la scelta di esposizione nelle sale di essere osservate da vicino, di entrare nell’ambiente che ritraggono.

Paesaggi molto lontani, le Dolomiti e la Siberia, montagna e deserto di ghiaccio, si incontrano sull’onda, anche emotiva, degli echi della Storia.”

“Spesso, tornando dalle escursioni mi ritrovavo con i miei amici trentini e alla fine si arrivava sempre a parlare della Russia" ha commentato di fronte al numerosissimo pubblico l’autore Franco Pasini.

Il fotografo, con una lunga esperienza in campo sportivo ed esplorativo ha proseguito svelando i fili che uniscono le immagini della mostra.

“Gli italiani d’Austria, ossia i trentini e i giuliani che erano sotto l’Impero Austro-ungarico, iniziarono la guerra nel 1914 e vennero chiamati sul Fronte Orientale per fare guerra alla Russia. Molti morirono in quel primo anno di conflitto e molti furono fatti prigionieri nella grande Siberia.

Ho cercato immagini antieroiche e antiretoriche, di raccontare la drammaticità nascosta nelle cime che conosco bene e il viaggio in quell’isola immensa che è la Russia dove non arrivi da nessuna parte senza un treno e dove molti italiani hanno marciato senza speranza”.

È in questo modo che ha preso forma il racconto e si sviluppa in due momenti distinti, un primo sul "fronte dolomitico”, un secondo sull'infinito silenzio siberiano; esperienze consequenziali non decise a priori, ma frutto di una conoscenza progressiva che si sono integrati in una ricerca geografica/iconografica per dare vita a ZHDAT.

Due momenti distinti che anche tecnicamente vedono la loro restituzione attraverso forme antitetiche: dal foro stenopeico al banco ottico.

Il primo accompagnato da stampe di piccolo formato, un qualcosa di intimo, da nascondere o conservare come preghiera laica, come forma bidimensionale del ricordo, il secondo tradotto in un formato ampio, che potesse accogliere l’estensione della steppa e l’uniformità del paesaggio.

La mostra sarà dal giovedì al lunedì dalle 9 alle 18 fino a domenica 11 marzo.

Per informazioni e visite guidate con l’autore tel. 338 -1404626 giovedì – venerdì – sabato: 15.30 / 17.00 domenica – Lunedì: 10.30 - 11.30 / 15.30 - 17.00.

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