NOTIZIE / 12.04.19 / CULTURA

"Gli invisibili hanno un nome"

Sabato 13 aprile dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 19,30 in P.le Cesare Battisti.

invisibili 12

"Gli invisibili hanno un nome” è il titolo dell'evento che avrà luogo Sabato 13 aprile dalle h.10 alle 12,30 e dalle h.15 alle h.19,30 in P.le Cesare Battisti (in caso di maltempo presso l'Auditorium di Palazzo del governatore). 

Si tratta di un progetto, promosso e realizzato da un gruppo di giovani studenti degli istituti superiori e dell'Università, denominato IDEANDO. 

Per un pensiero critico e solidale, insieme con Rete delle scuole per la pace e l'accoglienza, Forum solidarietà, Ciac, Chiama l'Africa,  Parma per gli altri, Rete per il disarmo, Libera, Agesci, Azione Cattolica,  Comunità albanese,  Comunità greca, Comunità etiope, Associazione Voce nuova Tunisia, Comitato Salviamo la Costituzione, Coordinamento chiamata contro la guerra, Movimento dei Focolari, che ha  il patrocinio del Comune di Parma. 

Nel corso dell'evento sarà fatta una lettura pubblica di una parte dei nomi delle 35.000 vittime nel mare Mediterraneo, volta a favorire un  approccio solidale e non razzista al tema delle migrazioni. 

Tale progetto persegue lo scopo di contribuire alla diffusione di una cultura dell'accoglienza e del riconoscimento degli altri, ripensando i diritti in una relazione profonda con la giustizia. 

Con le associazioni che aderiscono al progetto saranno ripercorse le ragioni che inducono centinaia di migliaia di esseri umani  a fuggire dalla povertà, dai disastri ambientali, dalle persecuzioni politiche, dalla miseria provocata dalla mancanza di freni alla finanza speculativa sulle materie prime, dagli abusi delle multinazionali, che si appropriano di terre e di minerali pregiati destinati ai nostri mercati, dalle guerre, alimentate dal traffico di armi esportate.

Saranno altresì sollecitati il dovere di accogliere, di istituire vie di fuga sicure, l'apertura dei porti, il soccorso in mare, a favore di tutti coloro che sono costretti ad abbandonare le loro famiglie e i loro paesi d'origine alla ricerca di condizioni di vita più umane: il dato drammatico di questi ultimi mesi mostra che ad una riduzione degli sbarchi sulle nostre coste hanno corrisposto un aumento dei morti in mare e l'incremento di detenzioni in Libia, a riprova che il fenomeno migratorio è ben lungi dall'essere  controllato. 

Appare evidente che di fronte al fenomeno epocale dei processi migratori la soluzione non può essere rappresentata dalla creazione di frontiere esterne all'Europa, perché coloro che finiscono nei lager in Libia o in Turchia sono vittime di torture, violenze, stupri, abusi, denunciati dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite. Come coloro che vengono rinchiusi nei centri di detenzione subiscono una grave violazione dei diritti.

Tale progetto pertanto persegue lo scopo di contribuire alla diffusione di una cultura dell'accoglienza e del riconoscimento degli altri, ripensando i diritti in una relazione profonda con la giustizia. 

E' ormai venuto il tempo in cui la violenta frattura delle migrazioni mette in discussione il nostro modo di essere e di pensare, il nostro paradigma di sviluppo e di produzione che produce scarti umani, sociali, materiali. 

Sabato 13 aprile vogliamo trattenere seppure per poco tempo le storie dei cosiddetti scarti, riconoscerli,  per contagiarsi reciprocamente, ritrovare i fili di una storia collettiva, di una memoria condivisa, il cui grande spessore risiede nell'intreccio di identità e appartenenze multiple, di meticciato e di contaminazioni continue. 

Nel corso dell'evento si succederanno la lettura dei nomi, azioni teatrali, brani musicali cantati e suonati da giovani, interventi delle associazioni che aderiscono all'iniziativa. Intere classi delle scuole superiori di Parma, accompagnati dai loro dirigenti scolastici e dai docenti, ricorderanno pubblicamente i nomi delle vittime. Chiuderanno il pomeriggio danze popolari, albanesi e greche.

Partecipano | Guerra Michele

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