Avvio al recupero della differenziata
Ecco dove finiscono i materiali separati dai cittadini.
La raccolta differenziata ha raggiunto poco meno del 70 % nel mese di maggio. Un dato che l’assessore all’ambiente Gabriele Folli, reduce da una visita allo stabilimento che ricicla carta e cartoni, ha reso noto in questi giorni e che assume una particolare rilevanza anche in merito anche alle successive modalità di smaltimento dei rifiuti dopo la raccolta in base al nuovo sistema porta a porta, che prevede il riciclo di carta, plastica e barattolame, organico e vetro.
In particolare, la raccolta differenziata, con il conseguente conferimento del materiale, prevede un contributo da parte dei produttori consorziati al Conai – Consorzio Nazionale Imballaggi – che quest’anno sarà di 500 mila euro in più rispetto allo scorso anno. Si tratta di denaro che non viene introitato dal Comune, né tanto meno dal gestore della raccolta Iren Emilia, ma di cifre che incideranno direttamente, in positivo, sulle bollette dei cittadini. Per questo motivo, ma anche per rispondere alle domande che tanti cittadini si pongono sulla destinazione dei materiali differenziati, è importante sapere dove finiscono i rifiuti che vengono raccolti e la percentuale di impurità sulla raccolta stessa, cioè gli scarti derivati da conferimenti impropri, che devono essere avviati allo smaltimento.
Per quanto riguarda la destinazione dei materiali, attualmente i principali impianti a cui Iren ha affidato il recupero e riciclaggio delle frazioni merceologiche separate sono: ditta Ghirardi (PR), per il recupero di carta e cartone; ditta Carbognani (PR), per il recupero del ferro; ditta Furlotti (PR), per il recupero del vetro (campane del vetro); ditta Oppimitti e Furlotti per il recupero del multimateriale leggero (sacco giallo); ditta Frati (Pomponesco ), per il recupero del legno; ditta Montecchi (PR) per il recupero del ferro dalle eco-stazioni; ditte TRED CARPI, STENA, DISMECO, RAECYCLE NORD, SEVAL, per il recupero dei beni durevoli dismessi; ditta Cavozza per il recupero degli inerti e della plastica da ecostazione; ditta AIMAG (Carpi –MO) per il recupero dell’organico; GTM di Bergamo - AGREVECO di Castelvetro PC - TerComposti di Brescia - Sovea di Brescia e altri, per i rifiuti vegetali (sfalci e potature ); - ditta SETTENTRIONALE TRASPORTI (Treviso) per il recupero dei pneumatici da ecostazioni ; - ditta ILARIUZZI (PR) per la raccolta degli oli vegetali ; - ditta MONTIECO per la raccolta degli oli minerali; - SISTEMA COLLETTIVO ECORIT (CDCNPA) per il recupero delle pile. Inoltre, per il trattamento delle batterie dismesse, il gruppo Iren provvede alla raccolta e all'avvio a piattaforme convenzionate.
Ovviamente, per ogni frazione esiste una parte di rifiuto che risulta non recuperabile, ed è importantissimo a questo proposito sensibilizzare i cittadini sul miglioramento della qualità della raccolta.
Di seguito vengono riportate le principali tipologie di rifiuto gestite, con le percentuali medie di impurità stimate (scarti): per carta e cartone la percentuale di impurità si aggira tra l’1 e il 2 %, per il vetro la percentuale varia dall’ 1 al 3 %, per gli inerti 1 – 2 %, per la frazione organica del rifiuto solido urbano la percentuale è del 3-5% effettivo, che si traduce nel 7-8% in fase di separazione presso l’impianto di recupero; per il multi materiale leggero e pesante è di circa il 10%, con un ulteriore percentuale di frazione estranea del 4-5% sulle frazioni plastiche inviate a Corepla, per il legno è del 2-3% ed infine per sfalci e potature di circa il 3-4%.
“Queste informazioni, apparentemente tecniche, in realtà rispondono ai dubbi di tanti cittadini sulla destinazione finale del materiale raccolto separatamente – puntualizza l’assessore Gabriele Folli – e spero possano costituire un ulteriore incentivo per indurre i cittadini stessi a collaborare con maggiore cognizione di causa. Tra l’altro il conferimento di materiale recuperabile, oltre all’innegabile vantaggio di ridurre i rifiuti da bruciare e a contribuire al minor sfruttamento di materie prime vergini, produce occupazione per un tessuto industriale che sta crescendo in maniera esponenziale in Italia anche grazie all’applicazione di nuove tecnologie di separazione dei materiali”.