SALUTE E BENESSERE INTESTINALE

Mantenere un intestino sano aiuta a prevenire disturbi e malattie

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L’idea che ci sia una stretta correlazione tra salute e intestino si diffonde dai tempi della nascita della medicina stessa. Lo stesso Ippocrate, padre della moderna Medicina, affermava che tutte le malattie hanno origine nell’intestino. La nostra salute dipende molto dalla sua integrità e funzionalità.

L’intestino ricopre un ruolo importante e fondamentale della nostra salute in quanto in esso risiede la maggior parte del nostro sistema immunitario. La microflora intestinale presente ci protegge da potenziali aggressioni batteriche, esplica un’azione protettiva verso sostanze dannose e alcune delle sue cellule sono immunitarie, quindi adibite alla produzione di anticorpi. Importante anche il suo ruolo nella produzione di alcune vitamine, anch’esse fondamentali per il mantenimento del nostro benessere. Possiamo concludere attribuendo al nostro intestino due funzioni principali. La prima funzione è quella di selettore specifico di sostanze nutritive di cui assicura il giusto assorbimento, la seconda è quella di protezione verso possibili aggressioni da parte di patogeni.

Intestino e sistema immunitario

L’intestino non è preposto solo alla digestione, ma è anche sede del sistema immunitario, ragion per cui è estremamente soggetto ai nostri stati d’animo. Le emozioni nascono prevalentemente nell’intestino e non nella testa, e lo si nota non appena lo si rimette in sesto, dato che ci si sente di colpo in uno stato d’animo più gioioso e piacevole. Viceversa, un intestino intossicato da scorie intensifica le depressioni, gravando sul nostro stato d’animo.

L’intestino quindi è estremamente importante:

  • reagisce ai nostri stati d’animo e contribuisce notevolmente alla loro creazione;
  • è la sede del sistema immunitario, che a sua volta dipende dal nostro umore e dal nostro sentirci bene nella vita;
  • si suppone che sia anche la sede principale della nostra intuizione (prendere decisioni in maniera viscerale). Se l’intestino è malandato, il suo stato si riflette necessariamente anche sulla nostra intuizione;
  • se l’intestino è intossicato da scorie, l’organismo non solo non viene adeguatamente rifornito di sostanze nutritive, ma viene avvelenato. Il sistema immunitario si indebolisce e tendiamo ad ammalarci sempre più nel corso degli anni.

Un ecosistema molto delicato

Il microbioma è l’insieme dei batteri che vivono nel corpo umano, in particolare. Questi microrganismi vivono una relazione molto stretta con il sistema immunitario e pertanto giocano un ruolo molto importante nel regolare la tolleranza immunologica. Quando l’equilibrio del microbioma intestinale si altera si parla di disbiosi intestinale. Questa può essere indotta anche da una cattiva alimentazione e può aumentare il rischio di infiammazione.

L’intestino si potrebbe definire un ecosistema dove vivono insieme più di quattrocento specie diverse di microbi.

Prima della nascita esso è privo di microrganismi, ma dal parto in poi si verifica una massiccia invasione grazie al contatto del bimbo con la pelle della madre, dell’aria che respira ecc.

Nel tratto intestinale sano la flora batterica (l’insieme di microrganismi che colonizzano il nostro apparato digerente) vive in uno stato di equilibrio. La competizione tra microbi impedisce infatti che una sola specie diventi invadente e che riversi nell’organismo tutti i suoi prodotti di scarto o tossine. Allo stesso tempo, nello stomaco e nel tratto superiore del tenue la presenza di acido cloridrico impedisce ai microbi di sopravvivervi mentre i movimenti peristaltici intestinali contribuiscono a ridurre con le evacuazioni i batteri in eccesso mantenendone adeguato il numero complessivo.

Quando qualcosa interviene a modificare questo equilibrio iniziano i problemi di salute. Ciò può avvenire per vari motivi tra cui i principali sono:

  • interferenza con l’acidità dello stomaco tramite l’uso prolungato di antiacidi;
  • diminuzione dell’acidità gastrica dovuta al processo di invecchiamento;
  • acidificazione dell’organismo in seguito ad alimentazione non alcalinizzante e a ridotto apporto di ossigeno;
  • denutrizione o dieta a base di cibi di qualità scadente, industriale o raffinati che non forniscono l’energia necessaria e indeboliscono le funzioni immunitarie;
  • terapia antibiotica che può essere destabilizzante rispetto agli equilibri microbici;
  • costipazione cronica (che riduce anche il lume intestinale tramite le incrostazioni che si formano e permette l’accumulo di tossine).

A seguito di questi cambiamenti può accadere che i microbi (o i funghi o i lieviti) proliferino straordinariamente nel colon e invadano quindi anche il tenue e lo stomaco rendendo difficile la digestione, contendendosi i nutrienti e sovraccaricando l’intestino con le loro tossine di scarto. L’assorbimento di vitamina B12, così importante per il sistema nervoso, in questa situazione può venire ostacolato. Idem quello della vitamina K e di altre porzioni delle vitamine del complesso B. Del pari aumentano i processi putrefattivi (in caso di eccessi di proteine animali) e fermentativi (in caso di eccesso di carboidrati raffinati e zuccheri) nell’intestino dove l’equilibrio microbico è venuto a mancare.

La presenza di flora intestinale equilibrata si correla anche allo strato mucoso (costituito da cellule delle pareti intestinali che secernono muco) che ha il compito di proteggere da invasioni di microrganismi patogeni in grado di scatenare processi infiammatori.

Quando la nostra alimentazione è acidificante i batteri salutari muoiono e proliferano quelli patogeni. Ogni sezione dell’intestino ha un pH specifico che deve essere mantenuto. Se questo viene a mancare molti tipi di batteri “buoni” che la colonizzano vanno in crisi “ambientale” e si creano disfunzioni come diarree, dolori e gonfiori del ventre.

Per preservare una flora batterica e un sistema immunitario intestinale funzionale occorre seguire un programma dietetico e uno stile di vita adatto. Innanzi tutto è bene consumare una buona quantità di alimenti con fibre per facilitare l’evacuazione, bere acqua a sufficienza per lo stesso motivo, intraprendere un programma di attività fisica e se è il caso ricorrere a qualche tecnica di rilassamento. Vanno inoltre evitati (o diminuiti) cibi come quelli animali, gli alcolici e gli zuccheri a rapida assimilazione.

Ricordiamoci inoltre che anche lo stress e i fattori psicoemotivi sono fatali per il metabolismo di questi microrganismi per cui occorrerebbe mettervi un freno appunto con accorgimenti adatti (yoga, meditazione, tecniche di rilassamento).

Dal punto di vista terapeutico fisiologico, possiamo invece ricordare che le famiglie principali di microrganismi in grado di mantenere in salute l’intestino sono i bifidobatteri e i lattobacilli, e primo fra tutti l’acidophilus.

I bifidobatteri promuovono la produzione di vitamine del gruppo B coinvolte nel rafforzamento del sistema immunitario. In secondo luogo incrementano l’azione immunostimolante di difesa dalle infezioni da agenti nocivi.

Il Lactobacillus acidophilus invece concorre a migliorare il sistema difensivo immunitario della mucosa intestinale grazie all’aumento della produzione di linfociti B e T e alla migliore concentrazione di anticorpi IgM.

Una integrazione di questi microrganismi con dei supplementi ad hoc o il consumo di cibi che li contengono (come ad esempio kefir, kombucha, yogurt ecc. nelle loro varianti più salutistiche) può essere di grande aiuto.

Verdura e frutta dovrebbero poi essere alla base dell’alimentazione in quanto con le fibre che contengono facilitano l’evacuazione e in particolare con i frutto-oligosaccaridi (FOS, dei prebiotici di cui sono ricche) favoriscono la crescita delle colonie simbiotiche benefiche mentre inibiscono quelle patogene e assecondano la liberazione di acidi grassi a catena corta nel colon.

I cibi più ricchi di FOS sono cicoria, topinambur, banane, farina di frumento, fagioli e legumi in genere e alcune altre verdure.

Non è importante solo quello che mangiamo ma forse ancora di più quello che riusciamo ad assimilare.

E ciò che riusciamo a convertire in energia per vivere e in difese immunitarie per proteggerci dalle malattie dipende molto dallo stato di salute intestinale, per cui il tutto, in caso di squilibrio di partenza, rischia di diventare un circolo vizioso da cui può essere difficile uscire.

Meglio allora, se possibile, lavorare sulla prevenzione e adottare sin da subito abitudini alimentari e psicofisiche salutari.

Stitichezza: liquidi e fibre per combatterla con la dieta

Liquidi e fibre. È questa l’accoppiata magica contro la stitichezza: le fibre aiutano l’intestino a lavorare con regolarità e i liquidi, ovvero l’acqua, a rendere le feci morbide. In caso di stipsi, l’ambito su cui subito il medico rivolge l’attenzione è la dieta: la prima indicazione è sempre quella volta a cambiare le abitudini alimentari aumentando l’apporto di fibre fino a 20-35 grammi al giorno. Altrettanto importante è bere molto: i liquidi aiutano a rendere le feci morbide e, quindi, a favorirne l’evacuazione. Ecco perché tra gli individui più a rischio di stipsi ci sono gli anziani che, in genere, tendono ad assumere pochi liquidi mentre dovrebbero bere circa 2 litri di acqua al giorno, 8-10 bicchieri, se possibile, tenendo conto sempre delle patologie associate. E la dieta disequilibrata, povera di alimenti ricchi di fibre, spesso si nasconde dietro l’insorgenza di una stipsi cronica. Le fibre, soprattutto quelle insolubili, determinano le normali contrazioni peristaltiche intestinali favorendo così la progressione della massa fecale e la sua successiva espulsione.

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