Il progetto ricerca o forse riscopre un nuovo modello di welfare, una nuova via condivisa tra pubblico e terzo settore: uno stile unico dove l’eccellenza dei servizi e della risposta al singolo siano compenetrate alla capacità di attivare movimenti collettivi che si pongano alcuni obiettivi fondamentali:

  1. generare nuove risorse corresponsabilizzando cittadini e forze della società civile, con un ruolo di promozione attiva del pubblico visto come broker di territorio, capace di accompagnare la crescita di nuove risposte e di favorirne l'autonomia all'interno di un mercato sociale co-costruito e co-gestito da pubblico,  privato sociale, cittadini attivi e imprese;
  2. cercare collaboratori (più che utenti) con cui gestire i problemi, (sia nel senso che agli utenti  va chiesta collaborazione, sia nel senso che nuovi attori vanno chiamati in causa: vicini di casa,  vigili urbani,  gestori di esercizi commerciali,…); più che una proliferazione infinita di operatori sociali è importante sviluppare attenzioni psicosociali fra gli attori che gestiscono quotidianamente grandi quantità di relazioni con i cittadini;
  3. andare verso i nuovi vulnerabili che hanno vergogna a mostrare le loro fragilità, anziché attenderli in qualche servizio;
  4. far transitare le istanze dei singoli dall’ “io” al “noi”, favorendo la costruzione di contesti in cui sia possibile un'elaborazione collettiva dei disagi individuali, spesso ancora non consapevolmente formulati come richieste o problemi, generando risposte a quegli stessi problemi;
  5. individuare oggetti di intervento utili, circoscritti e non stigmatizzanti (le nuove vulnerabilità  sono timorose di mostrarsi);
  6. dare nomi nuovi a problemi nuovi e dunque andare oltre le categorie tradizionali di utenti  stratificatesi nel tempo all'interno della Pubblica amministrazione per evitare di ridursi ad erogare un welfare di nicchia,  in grado di intercettare solo chi è individuato dal mandato istituzionale o chi - per abitudine, disperazione o scaltrezza - è in grado di chiedere/accedere ai servizi.

Un’evoluzione culturale non semplice che vede il lavoro di comunità come nucleo centrale – “core” – del sistema dei servizi.

L’ambizione del progetto è quella di consolidare uno stile d’intervento e di essere una cornice che catalizza iniziative e interventi, attuati anche dai singoli partner. La sperimentazione del progetto abbraccia 4 quartieri della Città: Lubiana, Molinetto, Pablo e San Leonardo.