L’orco non ha nostalgie né rimpianti, è una misura di leggerezza, è il sospiro di quando ogni zavorra cade.
L’antico sapere è esploso, lo sentiamo deflagrare ogni giorno, si è frantumato e le sue schegge stanno formando nuovi mondi, li attraverseremo leggeri, portando solo ciò che sta nelle nostre tasche, ciò che ci serve per raccontare in breve.
Incontreremo l’orco, quello che mangia i bambini, tutti i bambini, grandi e piccini.
L’orco: quello zampillio di acqua che appare dalla sabbia quando hai finito di fare il tuo castello, quella risata di mare che se lo porta via. L’orco è la paura che rimane dopo che il tuono è scappato. L’orco è un cavallo di troia. L’orco è simpatico. “L’orco”è uno spettacolo, per tutti.