Prorogata fino al 29 gennaio, a Palazzo Bossi Bocchi  la mostra “Alle barricate! Agosto 1922: la città, i protagonisti, la memoria” promossa e organizzata da Fondazione Cariparma, in collaborazione con il Centro Studi Movimenti, per celebrare il centenario delle Barricate del 1922.

La mostra, a cura di Margherita BecchettiWilliam Gambetta e Francesca Magri, è realizzata con il patrocinio del Comune di Parma nell'ambito delle iniziative promosse per celebrare il Centinario delle Barricate.

Dal 1 al 6 agosto 1922 gli abitanti dell’Oltretorrente e dei rioni Naviglio e Saffi si mobilitarono contro migliaia di fascisti comandati da Italo Balbo, arrivati da tutta Italia per aggredire i lavoratori nei giorni dello “sciopero legalitario”. Guido Picelli, animatore e comandante degli Arditi del popolo, guidò la difesa dei popolani dietro barricate e sbarramenti.

La mostra, anche con opere, documenti e cimeli originali, è divisa in 5 sezioni.

Una mostra per celebrare il centenario delle Barricate del 1922. Dal 1 al 6 agosto 1922 gli abitanti dell’Oltretorrente e del rione Naviglio-Saffi si mobilitarono contro le migliaia di fascisti, comandati da Italo Balbo, arrivati da tutta Italia. Gli Arditi del Popolo, comandati da Guido Picelli, riuscirono a respingere l’attacco grazie alle barricate che vennero erette in tutti i punti di accesso dei quartieri popolari.

La mostra racconta questi avvenimenti dal punto di vista storico, sociale e dei luoghi: nella prima sezionela Parma di cento anni fa era una città divisa fisicamente dal fiume in due parti: i quartieri signorili di Parma nuova e i borghi popolari di Parma vecchia. L’allestimento, ricco di immagini d’epoca e dipinti, sarà arricchito da due abiti realizzati dalle studentesse di 3G dell’Istituto IPSIA Primo Levi corso di Moda.
Nella seconda sezione una linea del tempo delle 6 giornate introduce gli eventi accaduti tra il 31 luglio e il 6 agosto 1922 attraverso testi, giornali, fotografie, documenti e testimonianze. La terza sezione dà spazio alla figura del fotografo Armando Amoretti, giovane apprendista dello Studio Vaghi che ebbe l’intuizione di andare sul campo a fotografare gli eventi.
La quarta sezione della mostra è invece riservata ai protagonisti: da una parte Guido Picelli e gli Arditi del Popolo; dall’altra Italo Balbo e le squadre fasciste e in mezzo a loro la gente e le donne dei quartieri popolari e le autorità cittadine. L’ultima parte racconta l’epilogo e la memoria, che di quei fatti si è tramandata nei 100 anni a seguire, tra cui pubblicazioni, mostre, monumenti e i quadri naif di Enrico Fereoli.

Nell’ottica di incentivare e sviluppare attività didattiche multidisciplinari – in collaborazione con il corpo insegnanti dell’IPSIA Primo Levi Corso di Moda e all’interno di un percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) che ha coinvolto le alunne di 3G (AS 2021/22) – sono stati realizzati due costumi, l’abito da sera della signora Barachini, da un dipinto di Donnino Pozzi, per rappresentare la Parma Nuova e il costume di una popolana.