Ritorna ad ottobre al Cinema Astra il consueto appuntamento con i classici d’autore proposti da Laboratorio 80 in versione digitale restaurata che, grazie al fondamentale contributo di Fondazione Monte Parma e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma da anni permette al pubblico parmigiano la visione di grandi capolavori della storia del cinema.

Max Ophuls: la giostra delle passioni è il secondo capitolo della rassegna di classici Happy Returns!, promossa da Lab 80 film. Dopo i classici del cinema americano, l’attenzione si sposta  dall'America in Europa, riproponendo quattro regie (ogni martedì dal 3 al 24 ottobre) di un maestro del cinema del Novecento. Storie di passioni, di amori, di tradimenti, di destini che hanno segnato la storia del secolo breve.

Ophuls, profondamente influenzato dalla cultura mitteleuropea, mette in scena con eleganza e ironia, sottile causticità e tocchi di malinconia, l'eterna commedia sentimentale che donne e uomini recitano sul palcoscenico della vita. Grande cinema, grande scrittura, grandi interpreti. E il piacere di raccontare, come solo la grande letteratura sa fare.

 

PROGRAMMA

Martedì 3 ottobre

Tutto finisce all’alba (Sans Lendemain, 1939)

Martedì 10 ottobre

Da Mayerling a Serajevo (De Mayerling à Serajevo, 1940)

Martedì 17 ottobre

Il piacere (Le plasir, 1952)

Martedì 24 ottobre

I gioielli di Madame De... (MadameDe…, 1953)

 

MAX OPHULS «Il vero fine dell’arte è offrire una nuova visione del mondo»

Max Ophüls (6 maggio 1902, Saarbrücken, Germania - 26 marzo 1957, Amburgo, Germania) nasce col nome di Maximilian Oppenheimer in una famiglia di ebrei tedeschi, industriali del settore tessile. Rinuncia presto alla direzione dell'impresa paterna per coltivare la propria passione per letteratura e teatro. Nel 1919, quando decide di fare l’attore al Teatro Nazionale di Stoccarda, cambia il proprio cognome in Ophüls. Mantiene le stesse iniziali: “per non smentire le iniziali ricamate sulla biancheria”. Diventa regista, quasi per caso, quando al teatro di Dortmund gli propongono l'attività di regia in alternativa ai ruoli drammatici, per cui non è tagliato. È stato regista di numerose opere, tra lirica e teatro di prosa, a Dortmund, Vienna, Berlino e Francoforte.

Negli anni Trenta dirige i primi film in Germania, Olanda, Italia e Francia: tra gli altri Liebelei (1933), La signora di tutti (1934), Yoshiwara (1937), Werther (1938), Sans lendemain (1939), De Mayerling à Sarajevo (1940). Emigra in Francia nel 1933 e ottiene la naturalizzazione nel 1938. In seguito si trasferisce in Svizzera e in Italia. Nel 1939 si arruola nella Legione Straniera francese e, dopo l'armistizio tra Francia e Germania, nel 1941 emigra negli Stati Uniti, dove realizza Lettera da una sconosciuta (1948), Sgomento (1949) e Nella morsa (1949). Nel 1950 ritorna in Francia. Gira La ronde (1950), Il piacere (1952), I gioielli di Madame de (1953) e Lola Montès (1955), opere in cui affina uno stile sottile ed elegantemente autoironico, basato su una visione tragica e malinconica della vita che viene presentata al pubblico in modo apparentemente frivolo.