Cleofonte Campanini: l’arte è lunga e il tempo è breve
Giovedì 19 dicembre, alle ore 20.30, la Casa della Musica ospita un concerto spettacolo a cento anni dalla scomparsa del grande direttore d’orchestra.
Il 19 dicembre del 1919 si spegnava a Chicago l’illustre direttore d’orchestra nato a Parma il 1° settembre 1860. Giovedì 19 dicembre, nel giorno esatto della sua morte, alle ore 20.30 nella Sala dei Concerti della Casa della Musica, si terrà l’ultimo degli appuntamenti, realizzati in collaborazione con La Toscanini.
Nel concerto spettacolo a ingresso libero la voce recitante di Adriano Engelbrecht sarà impegnata a raccontare alcuni momenti salienti della vita del direttore tra l’Italia e gli Stati Uniti con l’accompagnamento del Quartetto Quadrisono, formato da musicisti dalla profonda esperienza: i violinisti Silvia Mazzon e Nicola Bignami, il violista Armando Barilli e Gregorio Buti al violoncello. I brani intendono creare suggestioni ed intrecci con il testo scritto da Giulia Bassi dal titolo Cleofonte Campanini: l’arte è lunga e il tempo è breve che prende spunto da una frase ricorrente del direttore. La storia divisa in quattro parti, con un prologo e un epilogo, sintetica ma esaustiva ha come sfondo un’epoca ricca di colpi di scena, tanto da sembraci un’epopea. Si incomincia tratteggiando la figura di un bambino ribelle il piccolo Cleofonte che a causa del temperamento vivace fu espulso dalla Regia Scuola di Musica. Tuttavia fin da subito ci appare come un predestinato che unisce la volontà di padroneggiare la bacchetta direttoriale a successi immediati frutto di occasioni create dal fratello, il grande tenore Italo, per favorirlo; Italo che praticamente gli tracciò la strada. Beninteso, Cleofonte fece il resto.
Nel corso del racconto sono molti gli aspetti della sua vita messi in luce in relazione anche a Parma. A questo proposito menzionando la sua generosità, si racconta dell’acquisto del Teatro Reinach “per svolgervi la sua nobile propaganda a favore dell’arte lirica” e dove, mettendosi in relazione con le istituzioni della città come il Conservatorio, Campanini organizzò un concorso di composizione e nel 1914 uno di canto. Proprio alla prima edizione, la competizione canora fece centro in quanto rivelò Beniamino Gigli. Il racconto parla del fiasco della prima assoluta di Madama Butterfly del 1904, della sua direzione al Teatro Regio per il centenario verdiano del 1913 e dell’indefesso lavoro a Chicago.
La vicenda di Campanini negli States porta i connotati di un romanzo…. “all’americana”. A New York, e soprattutto a Chicago lavorava con una dedizione al di là di un pur profondo senso del dovere. Il reverendo John Cavanaugh nella Holy Name Cathedral di Chicago al suo funerale, il 20 dicembre 1919, pronunciò queste parole “Perché egli ha guardato il nostro paese non come una miniera d’oro nella quale scavare….”.
Tra i brani che verranno eseguiti: la trascrizione per quartetto del celebre Adagio dalla Patetica di Beethoven, il Lento dal Quartetto L’Americano di Dvorak, il Prestissimo dal Quartetto di Verdi, l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana, il bellissimo Quartetto Crisantemi di Puccini.
Per informazioni:
Casa della Musica, Piazzale San Francesco 1, 43121 Parma, tel. 0521-031170, email infopoint@lacasadellamusica.it