cultura


De rerum natura. Omaggio a Nino Migliori.

Nell'ambito di Parma 360, la mostra di Palazzetto Eucherio Sanvitale accosta ad Herbarium, progetto fotografico di Migliori degli anni '70, le ricerche scultoree e fotografiche di due artiste che interpretano la dicotomia natura/artificio rendendo omaggio al grande maestro bolognese.
Nino Migliori
Quando
Dal 01 aprile 2017 ore 11:30 al 14 maggio 2017 ore 18:30

De rerum natura. Omaggio a Nino Migliori 

a cura di Lucia Miodini

in collaborazione con

Fondazione Nino Migliori, Bologna

Associazione Piemontese Arte, Torino

PARMA, Palazzetto Eucherio Sanvitale, dal 1 aprile al 14 maggio 2017

 

Ingresso libero

Apertura: da venerdì a lunedì dalle 10,30 alle 13 e dalle 15 alle 18,30.

Aperta durante le festività del 16, 17, 25 aprile e 1° maggio.

 

Partendo da Herbarium, un progetto realizzato da Nino Migliori nel 1974, e dalle sue ricerche sul tema della natura trasformata, una scultrice, Luisa Valentini, e una fotografa, Paola Binante, interpretano la dicotomia natura/artificio, rendendo omaggio al grande maestro bolognese.

Il progetto, a cura di Lucia Miodini e promosso dal Comune di Parma, prende le mosse dalla serie Herbarium (1974), di cui si espongono alcune stampe fine art di grande formato, realizzate appositamente per questo progetto: diversi tipi di foglie e fiori raccolti dall’autore “sono inseriti tra due vetri in plance, stampati utilizzando i vegetali come negativi. Con il passare del tempo la materia si decompone e l’immagine ottenuta si modifica”.

Nino Migliori è tornato più volte sul tema della natura, interrogando la trasformazione degli elementi naturali e decostruendo visualmente l’ossessione contemporanea per l’artificio: da Natura Morta (1977), in cui elabora immagini delle prime confezioni di verdure e frutta avvolte in plastica introdotte sul mercato, a Il tempo rallentato (2009), contenitori di vetro dove sono immersi frutti oppure ortaggi che Migliori ha scovato al coffee-shop del Louisiana Museum cui in mostra esponiamo alcuni esempi; da Edenflowers (1984-2005), polaroid modificate con immagi di fiori, a Intorno a una jungla progettata (2009), polaroid scattate in un parco; alle installazioni Natura/Snatura (2005) e Il magico giardino di Ludwig Winter (2009).

Paola Binante e Luisa Valentini elaborano una loro personale interpretazione della materia sottoposta alle trasformazioni del tempo, il loro lavoro è una riflessione sulla trasfigurazione e sulla metamorfosi della natura.

Binante opta per una fotografia sperimentale e, riallacciandosi alla ricerca concettuale, trasfigura il sistema degli oggetti attraverso un peculiare lavoro di trascrizione. L’autrice propone una narrazione frammentaria della “natura morta”, densa di citazioni alla memoria della materia naturale. La vocazione oggettuale-materica è la peculiare cifra stilistica del suo lavoro. L’ambito poetico è lo spazio che si insinua tra la materia e il linguaggio, tra l’oggetto e la sua scrittura, intesa come trascrizione visuale del progetto. Elementi caratterizzanti il suo intervento sono la dimensione delle fotografie che diventano schermo di proiezione, in termini analitici, modificando la percezione dell’opera da parte dello spettatore.

Luisa Valentini si laurea in Germanistica con Claudio Magris all’Università degli Studi di Torino ed in Scultura all’Accademia Albertina di Torino. Lavora su committenza privata e pubblica per la realizzazione di opere, installazioni e spazi scultorei da vivere ed abitare. Nell’ultima fase della sua ricerca inserisce nuove tecnologie, tanto statiche (luce ed immagini digitali) quanto dinamiche (video), e realizza numerose performance attorno al valore ed alla sacralità della vita. Per la mostra De Rerum Natura ha realizzato due serie di sculture/installazioni: le Ninfe, una soglia tra elementi naturali e femminili, un corpo ramificato nello spazio; i Soffioni, un’altra installazione site-specific, caratterizzata dalla leggerezza del vento, elemento naturale, che s’insinua tra la materia e lo spazio.

Il Palazzetto Eucherio Sanvitale immerso nel giardino progettato da Ennemond Alexandre Petitot nel 1749 “alla francese”, che la duchessa Maria Luigia volle trasformare “all’inglese”, è un luogo di grande suggestione che dialoga in modo sorprendente con le opere esposte.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo con saggio introduttivo della curatrice e interventi delle autrici.



Numero Unico 0521 40521
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