cultura


ánemos

Nell'ambito della VI edizione di Parma 360 fino al 30 ottobre a Palazzo del Governatore, con ingresso gratuito, il progetto corale frutto della collaborazione tra Edoardo Tresoldi, Studio Azzurro e Max Magaldi.
Edoardo Tresoldi_Cube Temple © Roberto Conte
Quando
Dal 10 settembre 2022 ore 10:30 al 30 ottobre 2022 ore 19:30
DOVE

Ideata appositamente per PARMA 360 festival e presentata a Palazzo del Governatore è l’opera poli-autoriale ánemos di Edoardo Tresoldi, Studio Azzurro e Max Magaldi. ánemos è un progetto corale che unisce linguaggi espressivi differenti: i tre artisti hanno concepito un organismo unico che si snoda attraverso la dimensione scultorea di Tresoldi, le proiezioni video di Studio Azzurro e la sonorizzazione di Max Magaldi. Insieme narrano un fenomeno semplice come il soffio leggero dell’evolversi di una giornata nel suo passaggio / paesaggio - il suo anemos - sintetizzandolo in un ambiente chiuso in cui agiscono dinamiche antropiche. Nel fare questo l’opera cerca di intercettare la relazione tra uomo e natura, legata fondamentalmente al caso, traslandola in una dimensione in bilico tra reale e virtuale.

Se l’architettura di Tresoldi detta le ritmiche spaziali dell’installazione, il suo contraltare è quello di essere Materia Assente che respira ed è resa mutevole dai racconti visivi di Studio Azzurro e dalle suggestioni sonore di Magaldi. L’opera di Studio Azzurro, nata come Cieli d’Italia, un grande affresco animato che simula ad “occhi in su” un viaggio lungo un’Italia immaginaria, mostra il sospiro di un cielo, il suo svolgersi e il suo mutare nell’arco di una giornata, dall’alba alla notte attraverso il mezzogiorno e il tramonto. A questa narrazione immaginifica si lega l’ecosistema sonoro ideato da Max Magaldi, composto da variazioni di suoni, momenti di climax e di pausa. Ogni visitatore, attraverso il proprio device, è in grado di aggiungere e amplificare gli elementi sonori nello spazio. ánemos si configura come un ambiente contemplativo, un percorso di ascolto e di scoperta in cui la percezione temporale è sospesa.

L’installazione sarà accompagnata da due percorsi paralleli che ne permetteranno un’ulteriore lettura: la mostra fotografica di Vito Frangione, un’esplorazione autoriale del lavoro di Tresoldi con un testo critico di Bianca Felicori, e i block notes di Studio Azzurro, un racconto dei loro processi e delle loro visioni artistiche.

 

Sabato 29 ottobre dalle 18.30, Auditorium “Carlo Mattioli” – Palazzo del Governatore

Talk Passaggi: sonorizzazioni dello spazio pubblico

Il talk sarà preceduto alle 17 e 17.30 dalla visita guidata alla mostra ánemos

Con la partecipazione dell’artista Max Magaldi Modera: Andrea Dusio.

L'ingresso è libero sino all'esaurimento dei posti disponibili.

 

AUDITORIUM “CARLO MATTIOLI” – PALAZZO DEL GOVERNATORE
ore 18.00: Talk Arte e Sostenibilità
Con la partecipazione dell’artista Francesca Pasquali e dell’architetto Francesco Fulvi. Modera Andrea Dusio.
Nell’ambito di PARMA 360 - FESTIVAL DELLA CREATIVITÀ CONTEMPORANEA.
L'ingresso è libero sino all'esaurimento dei posti disponibili

Palazzo del Governatore - Piazza Giuseppe Garibaldi, 19

Edoardo Tresoldi | Studio Azzurro | Max Magaldi

ánemos

Percorsi paralleli

Mostra fotografica di Vito Frangione, testo critico di Bianca Felicori

Block-notes di Studio Azzurro

Orari: mercoledì e giovedì 10.30 – 13 e 15.30 – 19.30; venerdì, sabato, domenica e festivi 10.30 – 19.30; lunedì e martedì chiuso

Ingresso gratuito

Info: www.parma360festival.itinfo@parma360festival.it

 

BIOGRAFIE ARTISTI

Edoardo Tresoldi indaga le poetiche del dialogo tra uomo e paesaggio utilizzando il linguaggio architettonico come strumento espressivo e chiave di lettura dello spazio. L’artista gioca con la trasparenza della rete metallica per trascendere la dimensione spazio-temporale e narrare un dialogo tra Arte e Mondo, una sintesi visiva che si rivela nella dissolvenza dei limiti fisici delle sue opere. Dopo gli studi artistici si trasferisce a Roma dove lavora nel campo della scultura, della scenografia e del cinema, ambiti che gli forniscono una visione eterogenea delle arti. Nei contrasti del paesaggio contemporaneo lo scultore riconosce il suo Genius Loci di appartenenza e individua nella contaminazione il principio fondante del suo lavoro. Dal 2013 realizza installazioni in spazi pubblici, contesti archeologici, festival e mostre in tutto il mondo. Nel 2016 realizza, in collaborazione con il MiC, l’intervento autoriale nello scavo archeologico della Basilica paleocristiana di Siponto, convergenza unica tra arte contemporanea e archeologia. Nel 2018 realizza Etherea per il Coachella Music and Arts Festival negli Stati Uniti. Nel 2019 presenta Simbiosi per il prestigioso contesto di Arte Sella e fonda STUDIO STUDIO STUDIO, laboratorio interdisciplinare a sostegno di artisti, progetti di arte pubblica e produzioni di arte contemporanea. Nel 2020 inaugura l’installazione permanente Opera a Reggio Calabria e, insieme a YAC - Young Architects Competitions, fonda il progetto didattico TRAC - Tresoldi Academy.

www.edoardotresoldi.com

 

L’anima di Studio Azzurro è unica seppur contenuta in corpi differenti. È un’anima formata da molte persone che negli anni, per brevi o lunghi periodi, hanno contribuito con i propri pensieri e le proprie sensibilità a costruire un’atmosfera creativa unitaria, mantenendo una rotta e una coerenza di significati in un’attività molto articolata. Nel 1982 Fabio Cirifino, Paolo Rosa (1949-2013) e Leonardo Sangiorgi danno vita a un’esperienza che nel corso degli anni esplora le possibilità poetiche ed espressive dei nuovi linguaggi tecnologici. A loro si aggiunge, dal 1995 al 2011, Stefano Roveda, esperto di sistemi interattivi. Attraverso la realizzazione di videoambienti, ambienti sensibili, percorsi museali, performance teatrali e film, disegnano un percorso artistico trasversale alle tradizionali discipline e formano un gruppo di lavoro aperto a differenti contributi e importanti collaborazioni. È così che Studio Azzurro prende la forma di un laboratorio di ricerca artistica spesso paragonato a una bottega rinascimentale. La ricerca artistica, all’inizio, si orienta verso la realizzazione di videoambientazioni, in cui viene sperimentata l’integrazione tra immagine elettronica e ambiente fisico, perseguendo l’intento di rendere centrale lo spettatore e i percorsi percettivi in cui è iscritto. I videoambienti sono macchine narrative basate su uno scenario fortemente connotato, su sequenze videoregistrate di piccoli accadimenti reiterati e su una composizione di monitor, che favorisce la dissoluzione dei limiti dello schermo. Alcune opere degli anni Ottanta (Luci d’inganni 1982, Il Nuotatore 1984, Vedute 1985), in cui ricorrono gli elementi della figura umana e della natura, vengono progettate in funzione del contesto spaziale e sociale che dovrà accoglierle. Con gli anni Novanta la ricerca si apre anche alla “sensibilizzazione” dei sistemi di ripresa tipici del controllo e dell’ambito militare (camere termiche e all’infrarosso, camere a raggi X), che così utilizzati permettono di rendere manifesti aspetti del mondo non percepibili per i sensi dell’uomo (Il viaggio 1992, Il giardino delle cose 1992). Nel 1995 si delinea un nuovo e fondamentale interesse per le questioni dell’interattività e del multimediale, con la realizzazione di una serie di lavori definiti ambienti sensibili. Si tratta di ambienti che hanno la capacità di reagire alle sollecitazioni di chi li pratica, in cui la tecnologia si fonde con la narrazione e con lo spazio. La narrazione stessa deriva dalle scelte dei singoli e dalla presenza di più persone che interagiscono con i dispositivi non visibili, grazie a interfacce naturali che rispondono alle interazioni senza l’uso di protesi tecnologiche, ma attraverso l’utilizzo di modalità comunicative comuni: toccare (Tavoli 1995), calpestare (Coro 1995), emettere suoni (Totale della battaglia 1996), emettere un soffio (Il soffio sull’angelo 1997), tambureggiare insieme (Tamburi a Sud 2001), attraversare soglie (Dove va tutta sta gente? 2000). Un particolare ruolo assume negli anni l’attenzione al Mar Mediterraneo, tessitura di genti, venti e culture. Dal 2002 è in corso un lungo viaggio lungo le sue sponde (Meditazioni Mediterraneo e Rivelazioni Mediterraneo), in cerca di quello che ci accomuna e che ha fatto di questo mare la culla di una straordinaria civiltà che oggi sembra perdere le proprie coordinate.

 

Max Magaldi (1982) ha suonato come batterista in tutta Europa con diversi progetti musicali. A partire dal 2018 sperimenta azioni performative digitali che intrecciano musica, arte contemporanea e hackeraggio sui social network e sviluppa il concetto di murales sonoro: una sonorizzazione site-specific dello spazio pubblico che chiunque può ascoltare attraverso il proprio device. Crea in seguito il progetto theDrama con cui realizza, lavorando sul tema dei migranti, un murales sonoro per i porti petroliferi europei e uno per il cimitero dei giubbotti salvagente sull’isola di Lesbo. Nel 2019 realizza performance musicali per l’installazione Simbiosi di Edoardo Tresoldi e Merci, mostra dell’artista spagnolo Gonzalo Borondo. Collabora con STUDIO STUDIO STUDIO per la realizzazione di Gharfa, installazione esperienziale a Riyadh, attraverso la progettazione di una de-composizione sonora che permette al visitatore di creare il suo personale “mix” audio. Nel 2020, durante il periodo di iperconnessione digitale causata dalla pandemia, inizia a lavorare a theVices/Devices, una serie di 7 installazioni multimediali che riflette su come i vizi capitali siano stati attualizzati dalla capillare diffusione dei device elettronici. Vainglory, in scena al Teatro Petrella di Longiano (FC) nel 2021, è la prima di questo ciclo.

www.maxmagaldi.com



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