Cronologia
Aprile 1865
G. Saredo, dalle pagine de “Il Patriota”, lancia un appello per la formazione di una biblioteca (“dovere filantropico e liberale”), tramite la raccolta di testi e di denaro, nella forma della società per azioni
Base moralizzatrice e pedagogica rivolta ai lavoratori e alle classi inferiori (più scuole/meno carceri).
Commissione per la gestione/100 azioni/progetto di statuto/ apertura entro il 1 agosto (sarà poi il 9)
Saranno raccolti 1500 volumi, 30 giornali, 30 carte geografiche.
Funzionerà in orario serale (20/22), nei festivi 10/13.
Fu un buon successo da subito, ma le risorse rimanevano scarse; fu inoltrata istanza al Comune perchè si facesse carico delle spese vive e acquistasse azioni.
1867
Dopo il promettente avvio, l’iniziativa entra in crisi: il deputato Asperti recupera l’esistente e costituisce il nucleo di una nuova biblioteca popolare circolante.
1868-1912
la biblioteca passa alla gestione della Società parmense per l’istruzione gratuita dei maschi (questa società era attiva dal 1861, per l’istruzione delle classi operaie).
L’utenza si modifica: dapprima i frequentanti sono solo gli studenti adulti della scuola serale, poi saranno anche insegnanti,impiegati, lettrici operaie.
1912
La Società parmense per l’istruzione gratuita dei maschi è sciolta e la biblioteca è ceduta al Comune. Contestualmente è avviata la Scuola popolare.
La prima sede della biblioteca è la scuola J. Sanvitale; il primo bibliotecario nominato è Aristide Foa (lo resterà fino al 1938, quando sarà destituito in conseguenza delle leggi razziali).
1938
L’archivista M. Corradi Cervi propone l’apertura di una porta di comunicazione tra l’archivio e biblioteca (tolte le “cose vecchie, antimorali, antifasciste”): biblioteca e archivio sono gestite insieme.
Scarabelli Zunti aveva curato la collezione libraria dell’archivio, con testi di interesse locale; dopo di lui (morto nel 1893), I. Bianchedi e poi G. Sitti avevano proseguito l’opera di organizzazione di una biblioteca all’interno dell’archivio.
Nel 1938 la biblioteca popolare e la biblioteca dell’archivio vengono unificate e ne è originata la biblioteca Civica.
Ne sarà direttore M. Corradi Cervi, fino al 1967.
Il primo carattere della biblioteca è di tipo locale, con stretta osservanza delle norme della legge e della cultura fascista.
1944
La biblioteca è dislocata nella Casa del Fascio di Vigatto per protezione antiaerea (dal 1 maggio).
1945
Dal giugno riprende le attività, divenendo la biblioteca cittadina di riferimento, poichè la bilbioteca Palatina era stata chiusa causa bombardamenti.
Dal 1959 le sedi si susseguono: in quell’anno è sempre in S. Marcellino, nella sede dell’archivio; dal 1961 sarà ubicata in strada Repubblica 41, in spazi ristretti; nel 1964 è avanzata la proposta di collocazione nell’Ospedale Vecchio, decisione definitivamente assunta l’anno successivo.