ISTITUZIONE / 26.03.20

Nuovo Decreto 26 Marzo

Nuova lista di attività produttive che restano aperte.

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Il Ministero dell’Economia e dello Sviluppo economico, dopo la quadra con i sindacati dei lavoratori, hanno stilato la nuova lista di attività produttive che restano aperte in questi giorni di emergenza sanitaria. Aumentano i comparti chiusi rispetto all’elenco dello scorso 22 marzo, e per altri ne viene limitata la produzione.

Nuovo decreto Coronavirus, testo in Gazzetta Ufficiale: chi chiude e chi resta aperto:

Chiudono fino al 3 aprile 

  • le fabbriche di corda, carta, articoli di gomma e macchine agricole.
  • le fabbriche di vetro cavo, di radiatori,lavorazione di metalli non metalliferi, 
  • fabbricazione di macchine per agricoltura, silvicoltura, 
  • fabbricazione macchine per industria alimentare, delle bevande e del tabacco
  • commercio all'ingrosso di mezzi di trasporto, oltre a materiale elettrico ad uso industriale
  • fabbricazione di imballaggi leggeri in metallo
  • fabbricazione di batterie di pile e e accumulatori elettrici 
  • Servizi di sostegno alle imprese
  •  Invece restano aperti - ma con forti limitazioni - i servizi di call center, per i quali sono assicurati solamente le chiamate in uscita, la produzione di materiale in plastica e di prodotti chimici. 
  • I codici ATECO di ciascun comparto-attività che resterà aperto: la lista dei codici ATECO delle attività aperte è allegata.

 

 

 

Nessun pericolo, quindi, per il settore agro-alimentare e farmaceutico; supermercati e alimentari che vendono beni di prima necessità, farmacie e parafarmacie e benzianai che restano aperti e saranno regolarmente approvvigionati.

Restano aperti gli studi professionali, per questi e per gli uffici pubblici resterebbero in piedi le precedenti disposizioni sullo smart working

In una nota i sindacati Cgil, Cisl e Uil commentano il traguardo raggiunto così:

“Abbiamo rivisitato l’elenco delle attività produttive indispensabili, in modo da garantire la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. E ‘stato tolto dall’elenco tutto ciò che non era essenziale, visto il momento difficile che stiamo vivendo.” 

I sindacati hanno ottenuto anche che i Prefetti locali abbiano l’obbligo di consultare in via preventiva le organizzazioni dei lavoratori per definire in maniera più puntuale possibile quali imprese - anche se non esplicitamente menzionate nel DPCM - svolgono attività imprescindibili per il Paese.

Per quanto riguarda i settori che resteranno in funzione, il Governo assicura la dotazione dei dispositivi di prevenzione, il rispetto delle distanze di sicurezza e di tutte le misure igienico-sanitarie contro la COVID-19. I sindacati hanno ottenuto anche che i Prefetti locali abbiano l’obbligo di consultare in via preventiva le organizzazioni dei lavoratori per definire in maniera più puntuale possibile quali imprese - anche se non esplicitamente menzionate nel DPCM - svolgono attività imprescindibili per il Paese.

Dalle 24 del 25 Marzo le frontiere italiane sono chiuse.

 

Testo decreto: https ://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/25/20G00035/sg

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