NOTIZIE / 12.12.12 / FAMIGLIA E PERSONA

L’Assessore al Welfare Laura Rossi chiarisce la posizione della Giunta circa la temporanea sospensione del Quoziente Parma

In riferimento alle domande di alcuni Consiglieri d’opposizione riguardanti la sospensione del Quoziente Parma, l’assessore al Welfare Laura Rossi ha voluto chiarire alcuni aspetti:
ass Rossi

 

“Chi afferma che il Quoziente sia uno strumento di equità a costo zero non racconta la verità ai parmigiani: se davvero lo fosse, riducendo il costo di qualsivoglia tariffa ad alcune famiglie, lo stesso aumenterebbe proporzionalmente per altre. Al contrario questo strumento ha rappresentato in questi anni un pesante aggravio per le casse del Comune, avendo comportato esclusivamente agevolazioni per tutti quanti.
Per la Giunta la sua reintroduzione presuppone un patto con i cittadini: le famiglie in difficoltà, legittimamente, pagheranno in minor misura, ma quelle benestanti dovranno contribuire complessivamente di più (con un aumento delle tariffe più alte). 
Il QP è temporaneamente sospeso perché si è in attesa del nuovo decreto attuativo di modifica dell’Isee: dalle informazioni in nostro possesso dovrebbe contenere le correzioni necessarie per rendere lo strumento più efficace. È una scelta responsabile: si ritiene necessario valutare gli effetti sul bilancio delle novità introdotte, e solo successivamente sarà possibile rivalutare l’ulteriore correttivo del Quoziente. Non è corretto neppure sostenere che i costi del QP non siano stati rilevanti. La Giunta precedente ha infatti investito notevoli risorse nella sperimentazione di tale strumento: 118 mila euro di consulenze e studi; 82 mila euro ai Caaf per il calcolo del quoziente e, in relazione all’applicazione del Qp ai servizi educativi,  520 mila euro di mancate entrate nell’anno 2011 e 440 mila nel 2012”.
Presa di posizione dell’Assessore anche in riferimento alle accuse di scarsa attenzione nei confronti delle famiglie: 
“A bilancio 2013 abbiamo mantenuto tutte le voci a sostegno delle famiglie con maggiori difficoltà: le uniche in aumento riguardano i contributi economici – ovviamente in aiuto ai nuclei più bisognosi – relativi soprattutto all’assegnazione degli alloggi comunali e agli inserimenti in abitazioni o residence per tutte le famiglie in stato di sfratto. Per il resto nulla è variato. Quello che vorrei sottolineare è che l’attenzione dell’Amministrazione si sta concentrando sui nuclei familiari in forte stato di povertà, e la misura di tale criticità non è data dal numero dei figli ma dal tipo di reddito mensile. Questo rimane il nostro parametro di valutazione.
In ultima analisi, per quanto riguarda i singoli progetti dell’ex Agenzia per le Famiglie, siamo disponibili ad entrare nel merito dei costi-benefici di ogni misura e motivare le singole scelte una per una. Basti dire che il costo complessivo, ovviamente in difetto e con esclusione di tutti i costi di comunicazione, che sono stati ingenti (dagli opuscoli patinati agli striscioni pubblicitari nelle rotonde), si aggira intorno ai  5.000.000 di Euro in 3/4 anni.

“Chi afferma che il Quoziente sia uno strumento di equità a costo zero non racconta la verità ai parmigiani: se davvero lo fosse, riducendo il costo di qualsivoglia tariffa ad alcune famiglie, lo stesso aumenterebbe proporzionalmente per altre.

Al contrario questo strumento ha rappresentato in questi anni un pesante aggravio per le casse del Comune, avendo comportato esclusivamente agevolazioni per tutti quanti.

Per la Giunta la sua reintroduzione presuppone un patto con i cittadini: le famiglie in difficoltà, legittimamente, pagheranno in minor misura, ma quelle benestanti dovranno contribuire complessivamente di più (con un aumento delle tariffe più alte).

 Il QP è temporaneamente sospeso perché si è in attesa del nuovo decreto attuativo di modifica dell’Isee: dalle informazioni in nostro possesso dovrebbe contenere le correzioni necessarie per rendere lo strumento più efficace.

È una scelta responsabile: si ritiene necessario valutare gli effetti sul bilancio delle novità introdotte, e solo successivamente sarà possibile rivalutare l’ulteriore correttivo del Quoziente.

Non è corretto neppure sostenere che i costi del QP non siano stati rilevanti. La Giunta precedente ha infatti investito notevoli risorse nella sperimentazione di tale strumento: 118 mila euro di consulenze e studi; 82 mila euro ai Caaf per il calcolo del quoziente e, in relazione all’applicazione del Qp ai servizi educativi,  520 mila euro di mancate entrate nell’anno 2011 e 440 mila nel 2012”.

Presa di posizione dell’Assessore anche in riferimento alle accuse di scarsa attenzione nei confronti delle famiglie: “A bilancio 2013 abbiamo mantenuto tutte le voci a sostegno delle famiglie con maggiori difficoltà: le uniche in aumento riguardano i contributi economici – ovviamente in aiuto ai nuclei più bisognosi – relativi soprattutto all’assegnazione degli alloggi comunali e agli inserimenti in abitazioni o residence per tutte le famiglie in stato di sfratto. Per il resto nulla è variato.

Quello che vorrei sottolineare è che l’attenzione dell’Amministrazione si sta concentrando sui nuclei familiari in forte stato di povertà, e la misura di tale criticità non è data dal numero dei figli ma dal tipo di reddito mensile.

Questo rimane il nostro parametro di valutazione.In ultima analisi, per quanto riguarda i singoli progetti dell’ex Agenzia per le Famiglie, siamo disponibili ad entrare nel merito dei costi-benefici di ogni misura e motivare le singole scelte una per una. Basti dire che il costo complessivo, ovviamente in difetto e con esclusione di tutti i costi di comunicazione, che sono stati ingenti (dagli opuscoli patinati agli striscioni pubblicitari nelle rotonde), si aggira intorno ai  5.000.000 di Euro in 3/4 anni.

 


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