Le Polizie locali riunite a Parma chiedono la riforma della categoria
Risorse certe per il settore, nuovi strumenti di difesa e nuove tecnologie per gli agenti, oltre ad una maggiore uniformità a livello nazionale e una miglior definizione dei ruoli nella gestione della sicurezza urbana, sono alcune delle richieste ribadite dai comandanti delle Polizie Locali dei Comuni aderenti alla Carta di Parma, riuniti in Municipio.
Risorse certe per il settore, nuovi strumenti di difesa e nuove tecnologie per gli agenti, oltre ad una maggiore uniformità a livello nazionale e una miglior definizione dei ruoli nella gestione della sicurezza urbana, sono alcune delle richieste ribadite dai comandanti delle Polizie Locali dei Comuni aderenti alla Carta di Parma, riuniti in Municipio.
Il tavolo tecnico dei comandanti – a cui hanno preso parte l’assessore alla Sicurezza Fabio Fecci e il comandante della Polizia Municipale di Parma, Giovanni Maria Jacobazzi – si è riunito con lo scopo di sollecitare ulteriormente la commissione Affari costituzionali del Senato a riprendere l’esame della legge di riforma delle polizie locali al fine di portarla al più presto al vaglio del Parlamento. Già al termine dell’ultimo incontro dei sindaci aderenti alla Carta di Parma era stato sollecitato il ministro dell’Interno Maroni affinché accelerasse l’iter di approvazione della legge, ancora ferma in Commissione al Senato.
I comandanti hanno deciso di stilare nei prossimi giorni un documento tecnico/politico da far firmare ai rispettivi sindaci e da inviare al presidente della prima commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, il senatore Carlo Vizzini, e ai senatori Maurizio Saia e Giuliano Barbolini, in qualità di proponenti della legge di riforma delle polizie locali.
Nel dettaglio, i vertici della Polizie locali chiedono uniformità a livello nazionale per le oltre cinquemila polizie municipali sparse per l’Italia, di definire il ruolo della Municipale nelle politiche di gestione della sicurezza urbana, di dotare gli agenti di quegli strumenti tecnologici fondamentali per lo svolgimento del loro lavoro – in pratica la possibilità di accedere alla banca dati del ministero in modo da identificare i fermati – e di fornire sistemi di difesa personali agli agenti, come ad esempio il bastone estensibile e lo spray al peperoncino.
Fra le richieste, c’è anche quella di sottrarre ai vincoli del Patto di stabilità le spese legate alla Polizia Municipale.
All’incontro di oggi hanno partecipato i rappresentanti della Polizia Municipale dei Comuni di Alessandria, Arezzo, Asti, Bergamo, Brescia, Cremona, Firenze, Lucca Mantova, Modena, Padova, Pavia, Piacenza, Prato, Rovigo, Treviso e Verona.
“Continua l’attività del Tavolo della Carta di Parma, i sindaci da una parte e i comandanti dall’altra, tutti insieme per poter dare sempre più forza alla Polizia Municipale. Questo anche attraverso l’attesissima approvazione della riforma della legge sulle polizie locali che ogni anno sembra sul punto di essere approvata dal Parlamento poi viene rinviata - ha commentato l’assessore alla Sicurezza Fabio Fecci -. Parliamo di una legge necessaria perché deve sancire sempre di più il ruolo di servizio ai cittadini della polizia locale, darle quegli strumenti necessari per garantire la sicurezza che la gente chiede. Oggi è stato deciso di stilare un documento dei comandanti che, attraverso il sottoscritto, sarà diramato a tutti i sindaci del Tavolo della Carta di Parma. L’obiettivo è anche quello di sensibilizzare tutti i parlamentari di riferimento di ogni città, io mi rivolgerò pure all’Anci, per fare in modo che si arrivi a una legge di riforma che sancisca e, soprattutto, tuteli l’organizzazione della Polizia Municipale che deve essere un punto di riferimento della sicurezza nelle città in piena collaborazione con le altre forze dell’ordine”.