Amianto
Con la legge numero 257 nel 1992 in Italia è stato vietato l’uso e la commercializzazione di manufatti contenenti amianto a causa dell’elevato grado di pericolosità dovuto alla dispersione di fibre e polveri nocive
In Emilia-Romagna il problema connesso alle coperture realizzate con lastre di cemento-amianto assume tutt’oggi una notevole rilevanza a causa della percezione del rischio che la popolazione avverte come conseguenza della “presenza” di amianto nei manufatti e della grande diffusione che questi hanno sul territorio.
Va evidenziato tuttavia che il rischio amianto non è rappresentato dalla semplice presenza del materiale ma dalle fibre che si disperdono nell’aria e che queste provengono principalmente da materiali friabili (quali ad esempio isolanti dei tubi delle stufe, pannelli isolanti e guarnizioni di centrali termiche). L’amianto in matrice friabile può essere ridotto in polvere con la semplice azione manuale.
Al contrario invece, nelle lastre piane o ondulate in cemento-amianto, utilizzate per copertura in edilizia, l’amianto è inglobato in una matrice non friabile che, quando è in buono stato di conservazione, impedisce il rilascio spontaneo di fibre. Dopo anni dall’installazione tuttavia, le coperture subiscono un deterioramento per azione delle piogge acide, degli sbalzi termici, dell’erosione eolica e di organismi vegetali, che determinano corrosioni superficiali con affioramento delle fibre e conseguente liberazione di queste in aria.
Il Comune, al fine di gestire il tema relativo all’amianto e prevenire, per quanto possibile, le problematiche correlate, si è dotato nel 2022 di un censimento delle coperture in MCA (lastre in materiali contenenti amianto) ancora presenti sugli edifici del territorio comunale. Tale censimento ha permesso di dare l’avvio ad un progetto denominato “Città asbestos free” che mira a portare in monitoraggio tutte le coperture e ad agevolare e incentivare la rimozione delle lastre con relativa bonifica degli edifici.