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Arriviamo all’ottavo appuntamento del programma del Festival della pace di Parma, proposto da Rete Kurdistan Parma in collaborazione con Casa della pace.

I curdi rappresentano il popolo più numeroso sulla terra senza una patria, divisi in quattro stati: Turchia, Iran, Iraq e Siria, sono stati da sempre discriminati e lo sono anche ora. La maggior parte di essi vive nella Turchia orientale. Dal 1923 chiedono il diritto ad esistere, ad avere rispettata la loro lingua, la loro storia, la loro cultura. Non l’hanno ancora ottenuto. Hanno cercato il dialogo, hanno cercato di difendersi, hanno proposto soluzioni negoziate, ma la Turchia e gli altri 3 stati non li hanno mai ascoltati preferendo reprimerli violentemente.

La Turchia da mesi sta bombardando nel Nord Ovest della Siria e nel Nord dell’Iraq, regioni abitate da curdi o in cui vivono in campi profughi. Ma di questa guerra non si parla, non si organizzano soccorsi né corridoi umanitari, chi fuggisse troverebbe sbarrate le frontiere. Li vediamo ai confini d’Europa, dietro i fili spinati. Oggi, il 21/11/2022, la Turchia, di cui l’Italia è il maggior fornitore in armi di tutta l’Ue, che ha il secondo esercito tra quelli della Nato, sta aggredendo militarmente Kobane (in Rojava, Siria). Si fermi Erdogan, ora!

Nell’ampio contesto mediorientale, patriarcale e oscurantista, sono i curdi che si segnalano per aver essere stati i soli a resistere all’Isis, per aver saputo realizzare nel Nord Ovest della Siria il “confederalismo democratico”, cioè la democrazia, basata sulla convivenza con le minoranze, la partecipazione, la parità di genere, l’ecologia. Anche l’attuale rivolta iraniana ha radici nella parte curda di quel paese: era curda Masha Amini, uccisa per i capelli fuori posto e “donna, vita, libertà” (jin, jivan, azadì in curdo) è divenuto lo slogan unificante della ribellione.

Durante il Festival della Pace una serata è dedicata al popolo curdo: per conoscerne la poesia, la musica, la cultura, i diritti, l’aspirazione alla democrazia e alla pace.

Con la poesie di Hisam Allawi, poeta curdo siriano e interpretate in italiano da Isabella Sommi. Con le musiche di Mübin Dünen e del gruppo Alma'ngarrà. Con l’intervento di Serkan Xozatli. 


"Kurdistan, per un tempo di speranza". Giovedì 24 novembre, alle 18, all'Auditorium Toscanini di via Cuneo.

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Ultimo aggiornamento: 06-04-2023, 10:22

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