Salta al contenuto

Contenuto

Si è svolta questo pomeriggio, all’auditorium Mattioli di Palazzo del Governatore, l’inaugurazione della mostra “Labirinti della visione. Luigi Ghirri 1991”.

Hanno portato i saluti istituzionali Lorenzo Lavagetto, vicesindaco e assessore a Cultura e Turismo del Comune di Parma, Cristina Casero, direttrice CSAC – Università di Parma, Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta, curatori della mostra, Adele Ghirri per l’Archivio Luigi Ghirri e Matteo Parisini, regista del film “Infinito – L’universo di Luigi Ghirri”, del quale è stato proiettato un estratto.

Nel trentennale della sua scomparsa anche Parma intende rendere omaggio a Luigi Ghirri, uno dei più grandi maestri della fotografia italiana la cui fama ha oltrepassato i confini nazionali, con “Labirinti della visione. Luigi Ghirri 1991” una mostra originale, a cura di Paolo Barbaro e Claudia Cavatorta, visitabile a ingresso gratuito, che sarà ospitata nelle sale di Palazzo del Governatore dal 17 dicembre 2022 fino al 26 febbraio 2023.

L’iniziativa, organizzata dal Comune di Parma in collaborazione con CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e Archivio Eredi Luigi Ghirri, fa parte del ricco calendario di eventi del progetto “Vedere Oltre”, promosso dalle città di Reggio Emilia, Modena e Parma, alle quali Luigi Ghirri era particolarmente legato e fondamentali per la sua produzione artistica, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e di APT Servizi Emilia-Romagna.

Le oltre 200 immagini che costituiscono quindi il progetto complessivo della mostra “Labirinti della visione. Luigi Ghirri 1991”, tutte provenienti dalle raccolte della Sezione Fotografia del CSAC, mostreranno quindi percorsi nell’opera di Luigi Ghirri e nei modelli da lui individuati dentro e fuori la propria produzione: le sue fotografie ma anche immagini da lui amate o che sono state occasione di sue riflessioni - quelle documentarie di Dorothea Lange, di Walker Evans, quelle che inseguivano la bellezza del paesaggio dei Fratelli Alinari, di Carlo Naya, quelle che ridefinirono la percezione di quel paesaggio in chiave post-Bauhaus di Bruno Stefani - a comporre come un labirinto di specchi dove sarà possibile incontrare impreviste consonanze.

L’esposizione sarà arricchita da un calendario di eventi collaterali.

Il comunicato stampa con tutti i dettagli

Ultimo aggiornamento: 06-04-2023, 10:22