Bar Orientale, no del Comune ad altri pasticci
La dichiarazione dell'assessore Cristiano Casa sul Bar Orientale.
La notizia del fallimento della Jasmine, la società che gestiva il Caffè Orientale, è stata accompagnata da commenti, in particolare da parte del commercialista Cesare Giunipero, secondo il quale sarebbe stato possibile evitare la chiusura del locale se il Comune non si fosse opposto alla richiesta di affittare l’azienda ed a lasciare aperto il locale con i tavolini all’esterno.
In realtà l’opposizione del Comune di Parma ad una tale soluzione ha delle solide e molteplici motivazioni, sia di carattere giuridico, sia soprattutto di equità di trattamento e di tutela degli interessi dei cittadini, ripetutamente calpestati in passato nella gestione di questa vicenda, fino a quando il commissario straordinario non decise di procedere alla rimozione della struttura esterna coperta.
In effetti la proprietà del bar ha formulato la proposta di procedere ad un affitto di azienda, al fine di consentire la prosecuzione dell’attività.
La richiesta di affittare l’azienda avrebbe di fatto potuto riprodurre il già sperimentato meccanismo messo in atto nel 2006, quando il Presidente di Gruppo Italiano SRL, titolare della licenza del pubblico esercizio e della relativa concessione di suolo pubblico, aveva ceduto l’azienda alla Jasmine srl, che, con scrittura privata, si era obbligata, in via solidale ed alternativa con la cedente, ad estinguere il debito maturato dal Gruppo Italiano SRL nei confronti del Comune di Parma per omesso pagamento Cosap per un ammontare di complessivi Euro 95.276,06, salvo poi proporre opposizione in via giudiziale avverso gli atti di riscossione coattiva posti in essere da Parma Gestione Entrate. Per completezza di informazione,, ricordiamo che il titolare della licenza ceduta risultava essere il nonno dell’attuale Amministratore della Jasmine srl.
Con un tale precedente, non si vede dunque per quale ragione il Comune avrebbe dovuto acconsentire ora ad analoga soluzione.
D’altra parte, al di là delle ragioni di opportunità, è il caso di puntualizzare che la richiesta di affitto d’azienda si sarebbe configurata come un’operazione finalizzata a superare il vincolo imposto dal Regolamento Cosap, che impone la regolarità amministrativa nel pagamento del canone, quale condizione per la concessione, e quindi si sarebbe posta in aperto contrasto con il principio di legalità che deve informare l’azione amministrativa.
Inoltre va detto che a tutto il 2012, la società Jasmine srl doveva al Comune di Parma qualcosa come € 431.835.
“E’ giusto che si conosca questa situazione – ci tiene a dire l’assessore al Commercio Cristiano Casa – perché si tratta di un debito decisamente esagerato il cui mancato pagamento va a danno dell’intera collettività. Il nostro compito primario – ribadisce l’assessore – è quello di tutelare gli interessi dei cittadini e di rapportarci in modo equanime anche verso quegli imprenditori che fanno enormi sacrifici per far vivere le loro aziende, senza ricorrere ad artifici per non pagare quanto dovuto.
Infine – insiste Casa – è giusto che si sappia che, come già riportato in una mia risposta ad una interrogazione consigliare di qualche mese fa, pure in presenza di una grave situazione debitoria, in passato esisteva una fidejussione di 20.000 euro mai incamerata dal Comune, che anzi utilizzava con frequenza il Bar Orientale come fornitore, pagando regolarmente quanto dovuto per i servizi richiesti. In generale e soprattutto in questo contesto, avallare operazioni quali l’affitto d’azienda, sarebbe stato da parte del Comune una presa in giro verso la città e verso i contribuenti”.