La Giornata della memoria - Il discorso del Sindaco
Usiamo la memoria per imparare a non essere indifferenti, magari un giorno impareremo anche ad evitarli i genocidi.Vai al video
Concittadine, concittadini, autorità presenti
Oggi vorrei dire che sarebbe bello
se la memoria la conservassimo ogni giorno,
senza aver bisogno di un giorno particolare.
MEMORIA è una bella parola, perché ha un duplice significato:
da una parte il “non dimenticare”, il "ricordarsi" qualcosa che è accaduto, dall’altra “farne tesoro”, saper apprendere dall’esperienza.
Fossimo capaci di farlo veramente, vivremmo in un mondo migliore.
Se da un lato è giusto e doveroso ricordare il passato
-in questo caso, la tragedia della Shoah ma anche tutti gli altri genocidi a cui, purtroppo, anche in tempi recenti, l’umanità ha dovuto assistere-
la cosa migliore che possiamo fare è…
… cominciare ad “usarlo”, il nostro passato.
Per migliorare noi stessi e il futuro che ci attende.
E chissà che un giorno non saremo anche capaci di impedirli,
i genocidi ed i massacri.
Dobbiamo iniziare a guardare gli esempi positivi, non come lettera morta di un periodo superato -“erano altri tempi, c’era la guerra”-
Non è vero!
La storia non è una lapide che scorre fuori dal finestrino della nostra auto,
ma qualcosa che deve servire alla vita quotidiana.
Abbiamo la fortuna di vivere in un tempo di pace,
ma tutti noi, ogni giorno, siamo chiamati a scegliere tra giusto e sbagliato.
Ed è comodo far finta di non distinguerli,
o darsi giustificazioni per prendere la strada più semplice e meno faticosa.
Penso ad esempio a Pellegrino Riccardi,
giudice parmigiano, pretore a Fornovo durante la Guerra,
e insignito dallo Stato di Israele della Medaglia dei Giusti.
La cui vicenda è raccontata in un libro uscito proprio alcune settimane fa. L’esempio del giudice Riccardi non è quello di un eroe,
ma di un uomo qualunque,
il cui più grande merito è stato quello di "decidere da che parte stare".
Scelta ancor più forte perché veniva da un uomo di legge,
che la legge stessa ha violato per non tradire la sua coscienza.
Una piccola storia parmigiana, che deve essere un grande esempio per tutti noi.
E proprio leggendo questo libro mi è venuta spontanea una domanda:
“Ma io, cosa avrei fatto? da che parte sarei stato?”
Perché è facile oggi condannare la follia nazi-fascista,
i campi di concentramento e le camere a gas.
Ma in quel momento sono stati migliaia i padri e le madri di famiglia
che si sono girati dall’altra parte.
Le brave persone -come ognuno di noi si considera-
che hanno fatto finta di niente, …
permettendo che la “banalità del male” trionfasse.
Dall’indifferenza siamo tutt’altro che guariti.
Quella stessa indifferenza -per tornare al libro su Riccardi- percepita dalla signora Enrica Vigevani nell'atteggiamento dei suoi compagni di classe, dopo che le leggi razziali le impedirono di tornare a scuola.
Questi ricordi, seppur tristi, di una signora che oggi ha più di 90 anni,
sono stati negati a Roberto Bachi, a Donato e Cesare Della Pergola, a Liliana, Luciano e Roberto Fano.
I sei bambini che a Parma non sono più tornati.
Per questo noi che abbiamo responsabilità pubbliche non dobbiamo mollare, non solo mantenendo alta la guardia contro l'intolleranza,
il negazionismo, il periodico riemergere della stupidità
o i riflussi di nostalgie bacate.
Ma anche per la consapevolezza di essere, volenti o nolenti,
un quotidiano esempio per le nuove generazioni.
E l'esempio è il primo strumento per comandare ed educare.
Lo sa bene l'Arma dei Carabinieri, che festeggia quest'anno i 200 anni di vita. Un corpo che è l'incarnazione stessa dell'Italia migliore,
al quale tutti noi siamo riconoscenti
e che al bene del Paese da sempre dedica le sue energie e,
purtroppo in taluni casi, le vite dei suoi uomini.
Tanti si sono distinti anche in quei bui anni di guerra e di orrori.
A tutti i Carabinieri va il mio saluto e la mia gratitudine, come cittadino
e come sindaco, a nome di tutti i parmigiani.
Ben vengano quindi tutti gli esempi positivi,
a ricordarci ogni giorno di compiere la scelta giusta,
che spesso è la più difficile e faticosa.
Facciamolo, come diceva il generale Dalla Chiesa,
"per poter guardare negli occhi i nostri figli".
Concludo con le parole pronunciate proprio da Pellegrino Riccardi durante la cerimonia in cui l’ambasciatore di Israele gli conferì la Medaglia dei Giusti:
“Se tutti avessero fatto quel poco che ho fatto io, la Shoah non ci sarebbe stata”.
Grazie.
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