NOTIZIE / 28.03.14 / AMBIENTE

Posta in discarica abusiva anziché a domicilio

La Polizia Municipale scopre alcuni sacchi di posta abbandonati con 2.000 lettere in via Naviglio Alto e denuncia l’autore del mancato recapito.
posta in discarica

Anziché portare la posta a destinazione, la portava direttamente in discarica, per di più abusiva.

A volte, però, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi: così gli agenti della Polizia Municipale hanno scoperto il colpevole a avvisato i mittenti  (per lo più enti pubblici, quindi atti ufficiali), che le loro missive non sono mai arrivate a destinazione.

Il fatto è venuto alla luce in seguito a diversi sopralluoghi effettuati alla fine del mese di novembre 2013 da personale appartenente al Comando Polizia Municipale di Parma in Strada Naviglio Alto, nei pressi della massicciata ferroviaria, dove era stata creata una discarica abusiva con deposito di svariato materiale di diversa natura, area in seguito bonificata dai proprietari in seguito all’intervento del Comune di Parma.

Il personale della Polizia Municipale, intervenuto sul posto,  rinveniva, occultati tra rifiuti e suppellettili di vario genere, alcuni sacchi contenenti corrispondenza.

I sacchi venivano posti immediatamente sotto sequestro e la corrispondenza in essi contenuta veniva minuziosamente inventariata. Il servizio di recapito  risultava essere stato affidato ad un agente postale privato.

In seguito ad accurate indagini, effettuate dal Reparto Polizia Giudiziaria e Tutela Minori del Comando, si appurava chi mittenti, risultati essere in prevalenza Enti Pubblici, Studi professionali privati e Strutture Sanitarie Pubbliche, avevano affidato il servizio di recapito di corrispondenza istituzionale ad una ditta postale privata, operante sia a livello locale che nazionale, la quale, avvalendosi a sua volta di altre società, avrebbe dovuto consegnare la corrispondenza ai destinatari.

Le buste rinvenute, che risultavano essere più di 2000, infatti, erano state affidate dalla società di recapito ad un soggetto terzo, poi identificato in un cittadino italiano residente a Parma, che, al termine dell'attività investigativa, veniva deferito alla Procura della Repubblica per le violazioni di natura penale riscontrate, e per la soppressione e distruzione di materiale postale.

Le indagini permettevano inoltre di appurare l'esercizio arbitrario di attività postale da parte di una ditta privata con sede in città, che effettuava attività di raccolta e smistamento posta, in assenza di licenza e autorizzazione generale rilasciate dal Ministero dello Sviluppo Economico e, per tale fatto, venivano avviati accertamenti dall'Autorità Garante delle Comunicazioni (A.G. COM.).

In seguito alla liberalizzazione del mercato postale, per verificare se un vettore privato è autorizzato a recapitare corrispondenza, è disponibile sul sito del ministero la lista delle ditte titolate. 

L'indagine avviata è stata coordinata dal Sostituto Procuratore  Fabrizio Pensa della Procura di Parma.


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