Commemorazione in Via Bramante
Autorità e ragazzi davanti al cippo dei bambini ebrei deportati da Parma.
Nell'ambito delle iniziative legate alla celebrazione del “Giorno della Memoria”, di è svolta la cerimonia di commemorazione dei bambini ebrei parmigiani uccisi nel campo di sterminio di Auschwitz, appartenenti alle famiglie Bachi, Fano, Della Pergola, nel parco a loro dedicato, in via Bramante nel quartiere Montanara.
La vicenda, particolarmente toccante dei bambini deportati, da Parma, nei campi di concentramento è stata ricordata in prossimità del cippo commemorativo gremito di studenti delle quinte classi della Scuola Primaria (Martiri di Cefalonia e Gianni Rodari) e delle terze della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo Salvo d’Acquisto insieme alla loro dirigente scolastica Nadia Malcisi.
A raccogliersi intorno alla lapide, che riporta i nomi dei giovani ebrei, sono stati i rappresentanti dell'Amministrazione Comunale, della Comunità Ebraica di Parma, dell’Istituto storico della Resistenza delle Associazioni Partigiane, insieme al Prefetto, al Comandante provinciale dei Carabinieri, al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza e ai rappresentanti del quartiere.
Marianna Cornini, una giovane studentessa universitaria, ha offerto agli studenti il ricordo del suo viaggio della Memoria da liceale, nel 2017, verso Mauthausen promosso come ogni anno da Isrec di Parma. Il Prefetto ha suggerito ai bambini e ai ragazzi presenti di “immaginare il banco di scuola lasciato vuoto da Roberto Bachi. Portato via a 14 anni da casa, dagli amici, a causa di una legge, del 1938, promulgata da italiani. Una legge che escludeva i bambini ebrei dalla scuola pubblica perché di razza diversa. Quello che diciamo, ricordando questi martiri “ ha detto il Prefetto Giuseppe Forlani “è che nessuno deve essere mai più considerato non meritevole di stare in mezzo agli altri”.
Il Presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Tassi Carboni ha lanciato un messaggio forte per vivere la Giornata della Memoria. “Al di là delle commemorazioni di anniversario bisogna interpretare quotidianamente l’orrore che è stato” Ha detto di fronte alle classi raccolte. “Insegnanti, famiglie e ragazzi devono sorvegliare i segnali di certi scivolamenti verso l’indifferenza e la discriminazione. Bisogna giudicare sempre le parole che non sono parte del buon vivere di una comunità allargata. La storia non deve essere un mito cristallizzato, ma un elemento che ci compone”.