NOTIZIE / 03.02.18 / CULTURA

I Volti dell’alienazione. Disegni di Sambonet

I disegni del celebre pittore e designer italiano in una mostra, aperta fino all'11 marzo, curata da Franco Corleone e Ivan Novelli.

sambonet

La mostra, attraverso gli studi e i disegni realizzati dal celebre pittore, designer e grafico italiano nel manicomio di Juqueri in Brasile, racconta e indaga il complesso fenomeno del disagio mentale. “il 2018 è iniziato per Palazzo Pigorini con due mostre già di successo” ha detto l’assessore Michele Guerra, alla seconda inaugurazione del primo weekend di febbraio.

“Nei disegni e nelle tavole de “I volti dell’alienazione” Sambonet tratteggia con una linea il sentimento profondo delle persone osservate durante un’esperienza particolare, presso un ospedale psichiatrico brasiliano.

Questa esposizione, dopo le più importanti città italiane chiude il suo girovagare a Parma.

E’ importante per la cultura che la nostra città ha nel campo della psichiatria. Questa mostra consente di unire l’alto livello delle immagini ma anche il senso di una storia che ci appartiene e che è bene ricordare”.

I volti dell’alienazione - disegni di Roberto Sambonet, celebre pittore, designer e grafico italiano (Vercelli, 1924 – Milano, 1995), curata da Franco Corleone e Ivan Novelli, è promossa dalla Società della Ragione Onlus, in collaborazione con l’Archivio Roberto Sambonet e StopOpg, con il patrocinio dell’AUSL di Parma e il patrocinio e la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma.

L’esposizione, ad ingresso libero, sarà aperta al pubblico dal giovedì al lunedì dalle 9 alle 18 fino a fino all’11 marzo 2018.

Attraverso i ritratti (40 disegni e 70 studi) che l’artista eseguì tra il 1951 e il 1952 nel manicomio di Juqueri, a cinquanta chilometri da San Paolo in Brasile, dove venne invitato dal direttore Edu Machado Gomes, la mostra racconta e indaga il complesso fenomeno del disagio mentale.

Questo viaggio nell’orrore smosse le coscienze e preparò il terreno per il lavoro di Franco Basaglia (che visitò quello stesso manicomio), mirato a far sì che non esistessero più “ergastoli bianchi”.

Sambonet trascorse sei mesi nei reparti dell’ospedale, conducendo una sua personale ricognizione, e ritraendo gli internati in una serie di opere di grande intensità, a china e a matita, tutte capaci di andare al di là del volto e mostrare pensieri, emozioni, sentimenti.

Si tratta di una sorta di viaggio di umana partecipazione, uno scavo nelle pieghe della malattia e della sofferenza, che nel 1977 è stato raccolto nel volume Della Pazzia (M'Arte Edizioni, Milano 1977).

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