Al Salone del Camper il Taxi di Zia Caterina.
Presentato a Parma il progetto per i bambini malati con l’assessora alla Sanità del Comune di Parma Nicoletta Paci.
Ha ereditato il suo taxi dal compagno scomparso di un male incurabile. Le tante decorazioni che lo rendono speciale sono ognuna una testimonianza dei bambini che negli anni ha accompagnato, spesso, nell’ultima fase della loro breve vita. Una Patch Adams con un cappello pieno di fiori, un mantello colorato e tanti bracciali tintinnanti accompagna, da oltre un decennio, alle cure i bambini che stanno lottando contro la malattia.
Caterina Bellandi, e Milano 25, il suo taxi della solidarietà ha fatto tappa a Parma, presso il Salone del Camper all’Ente Fiere per raccontare un progetto, condividere la sua vicinanza ai bambini e alle famiglie durante il percorso della malattia.
Con il suo look che instilla allegria Caterina vuole approcciarsi alle sofferenze di chi lotta contro il cancro. Caterina “cammina verso l’altro”, accompagnando con il sorriso chi si deve recare alle cure: un viaggio che diventa, con lei, un giro in giostra, un motore d’amore e di solidarietà con cui cerca di scalfire la paura dei piccoli malati e dei loro famigliari.
Al Salone del Camper è stato ospitato il suo racconto. Un’associazione Onlus, “Milano 25”, creata per occuparsi di bambini ed adolescenti cui la malattia ha portato disabilità motoria. Una missione di vita che, utilizzando una licenza taxi vera e propria del Comune di Firenze, accompagna gratuitamente piccoli pazienti verso il Meyer.
Ma porta i suoi “supereroi” anche verso la stazione o l’aeroporto quando devono raggiungere luoghi di cura lontani o anche in gita per la città nei momenti di pausa.
Alleggerire la loro disabilità è l’obiettivo. “Esportare un modello che poggia sicuramente su una personalità particolare, ma può essere declinato città per città e trovare strade utili” ha detto l’assessora Paci che ha accompagnato l’incontro “è stato lo scopo della presentazione a Parma del Taxi speciale di Caterina Bellandi, il cui esempio ci fa capire come il comparto sanitario abbia bisogno, oltre che di competenze e abilità in campo medico, anche di un supporto sociale e di partecipazione”.