“I Farnese. Architettura, Arte, Potere”
Dal 18 marzo al 31 luglio in Pilotta la mostra dedicata alla committenza della famiglia Farnese, tra i progetti di Parma 2020+21.
A venticinque anni dall’ultima esposizione sul tema, il Complesso Monumentale della Pilotta ospiterà, dal 18 marzo al 31 luglio 2022, una grande mostra dedicata alla committenza della famiglia Farnese, con l’obiettivo d’indagare la straordinaria affermazione della casata nella compagine politica e culturale europea dal Cinque al Settecento, attraverso l’utilizzo delle arti come strumento di legittimazione.
I FARNESE. Architettura, Arte, Potere è realizzata dal Complesso Monumentale della Pilotta in collaborazione con Università di Parma, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Archivio di Stato di Parma, Ordine degli Architetti PPC di Parma, Fondazione Cariparma, Fondazione Arturo Toscanini, con il sostegno del Comune di Parma e in partenariato con Electa. La mostra è patrocinata dal Ministero della Cultura ed è inserita nei progetti di Parma Capitale italiana della Cultura 2020+21.
L’esposizione è a cura di Simone Verde, Direttore del Complesso Monumentale della Pilotta, con i due studiosi Unipr Bruno Adorni e Carlo Mambriani, Carla Campanini, Maria Cristina Quagliotti, Pietro Zanlari. Il Comitato scientifico è presieduto da Bruno Adorni, a lungo docente di Storia dell’Architettura all’Università di Parma.
Dopo due stop forzati a causa della pandemia, ora finalmente si parte. Oggi la presentazione al Teatro Farnese, con gli interventi dei promotori e dei partner.
Il progetto scientifico presenta una doppia novità, quella di trattare i temi del collezionismo rinascimentale con gli strumenti della Global History, e di includere nel mecenatismo della famiglia le grandi fabbriche architettoniche.
L’esposizione coinvolgerà gli ambienti più spettacolari del Complesso Monumentale e s’inserirà nel più ampio progetto di rilancio dell’Istituto, che nel 2022 inaugurerà la totalità dei suoi spazi restaurati e riallestiti. La rassegna presenterà oltre 300 opere provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane ed europee insieme a opere della Collezione Farnese a Parma.
Da segnalare alcuni prestiti eccezionali, a conferma delle relazioni e dell’interesse dei Farnese per la cultura e gli oggetti provenienti da terre lontane e sconosciute: due globi Coronelli dalla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e, per la prima volta in Italia dal Musée des Amériques-Auch, la Messa di San Gregorio eseguita in Messico dagli indios per ringraziare Paolo III della bolla Sublimis Deus, che riconobbe l’umanità dei nativi americani e ne condannò lo sfruttamento.
Tra i prestiti, un nucleo di circa 200 disegni di architettura – dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Galleria degli Uffizi, dalle raccolte grafiche statali di Monaco di Baviera, dagli Archivi di Stato di Parma, Piacenza, Napoli, Roma e Modena, dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, dalla Reverenda Fabbrica di San Pietro e dello stesso Complesso Monumentale della Pilotta – presenterà, insieme a modelli, elaborazioni grafiche e filmati, il quadro complessivo dell’architettura farnesiana dal punto di vista storico, urbano e territoriale, mettendo in rilievo la relazione tra questa disciplina e l’affermazione dinastica in termini di prestigio, espansione e visionarietà della committenza.
E quindi: 20 dipinti, capolavori provenienti dal Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli, tra cui spiccano opere di Raffaello, Tiziano Vecellio, El Greco e Annibale Carracci, saranno esposti in dialogo con le opere del Complesso a rievocazione della galleria farnesiana, dove erano custoditi i 100 dipinti più significativi della collezione di famiglia.
Infine più di 80 oggetti dal Gabinetto delle Cose Rare del Museo e Real Bosco di Capodimonte tra cui la Cassetta Farnese, insieme alla Tazza Farnese dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, alle monete e medaglie del Complesso Monumentale della Pilotta e ai pezzi della Collezione Gonzaga di Guastalla confluiti nella collezione Farnese, permetteranno di ricostruire una camera delle meraviglie rinascimentale.
Il risultato è un corpus di materiali museali ed archivistici che confluisce per la prima volta in una delle mostre più importanti mai realizzata sul tema del collezionismo rinascimentale e di sicuro la più ricca in assoluto sulla Collezione Farnese, in cui si ritrova una riflessione dell’aderenza tra residenze e raccolte artistiche, capace di evocare quel connubio tra opere e architettura che legava i contenuti al loro contenitore.
Il percorso espositivo, sviluppato su diversi nuclei tematici, Architettura, Arte, Potere sarà articolato nei diversi spazi del Complesso della Pilotta: i Voltoni del Guazzatoio, il Teatro Farnese, la Galleria Petitot della Biblioteca Palatina e la Galleria Nazionale. Ad accompagnare l’iniziativa una serie di pubblicazioni che approfondiranno la storia globale del collezionismo farnesiano, con contributi dei maggiori studiosi al mondo di questo tema, e le complesse vicende della committenza artistica e architettonica.
Ad arricchire ulteriormente il percorso espositivo della mostra si aggiunge il progetto musicale e artistico Settimane Farnesiane realizzato in collaborazione con La Toscanini che prevede, oltre alla programmazione di alcuni concerti in Teatro Farnese, l’allestimento di una sezione sulla cultura musicale in epoca farnesiana. In uno spazio appositamente dedicato saranno esposti alcuni manoscritti, libretti a stampa e pagine di musica in edizione a stampa dell'epoca e sarà predisposta una installazione multimediale in cui Enrico Onofri, direttore principale de La Toscanini, illustrerà il rapporto tra la Famiglia Farense e la musica, con esempi musicali al violino e continuo (liuto).
La mostra s’inserisce nel più ampio progetto di rilancio della Pilotta, imponente palazzo simbolo del potere ducale dei Farnese, nel cuore del centro storico di Parma. Oggi è un Complesso Monumentale unico che racchiude il Teatro Farnese, la Galleria Nazionale di Parma, il Museo Archeologico Nazionale, la Biblioteca Palatina e il Museo Bodoniano, uniti da una storia antica, con collezioni ricche di tesori. Separati nel tempo, ritrovano dal 2016 la loro unità dando vita a un centro culturale e scientifico che si apre a un nuovo dialogo con i cittadini, grazie anche a un piano di recupero e rifunzionalizzazione degli spazi, a un ripensamento critico delle collezioni, a una serie notevole di restauri e all’inaugurazione di nuove sezioni. Prossime ‘restituzioni’ al patrimonio pubblico avverranno con le aperture della nuova ala del Museo Archeologico e della nuova sede del museo Bodoni, entro l’inaugurazione della mostra.