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Il Comune di Parma, la rete delle Associazioni di Donne in Corsa e Fondazione Libellula questa mattina, in un convegno a Palazzo del Governatore, hanno presentato i risultati di “Teen Community”, la Survey realizzata da Fondazione Libellula a livello nazionale sulla percezione degli e delle adolescenti rispetto alla violenza di genere nel rapporto tra pari.
Tra i principali risultati della ricerca emerge che il 79% delle ragazze nella fascia 18-19 anni ritiene inaccettabile che un ragazzo diventi violento in seguito a tradimento; il 67% degli intervistati nella fascia 18-19 ha saputo di un episodio di violenza nei confronti di un ragazzo o una ragazza che conosce; il 23% degli intervistati dichiara di essere stato vittima di un episodio di violenza; il 39% degli e delle adolescenti intervistati/e ritiene che controllare di nascosto il cellulare del partner o della partner sia poco o per niente una forma di violenza.
Per affrontare il fenomeno della violenza di genere è necessario agire anche su un piano preventivo; i dati emersi dalla survey sono pertanto fondamentali per avere informazioni sulla percezione degli adolescenti e delle adolescenti rispetto alla violenza di genere nel rapporto tra pari. La ricerca ha esplorato la capacità di leggere e riconoscere i comportamenti violenti, di interpretare le dinamiche relazionali tra i generi e di fronteggiare le esperienze vissute da parte di ragazzi e ragazze. Ciò che emerge è la necessità di un lavoro culturale diffuso e strutturale nella scuola, ma che continui anche nelle famiglie e nel confronto con gli adulti educanti.
L’Assessora con delega a Diritti e pari opportunità Caterina Bonetti ha dichiarato: “I fenomeni di violenza sono purtroppo all’ordine del giorno nelle cronache quotidiane ed è per questo urgente parlarne, per capire come affrontare il fenomeno in chiave preventiva e di educazione alle relazioni. Purtroppo poca attenzione è stata data in passato all’educazione emotiva delle nuove generazioni, ai percorsi che possano consentire a ragazze e ragazzi non solo di riconoscere la violenza – in tutte le sue forme – ma i sentimenti e le reazioni emotive che a questa si legano, imparando a gestirle. Si tratta di un percorso formativo che deve coinvolgere tutti: famiglia, scuola, agenzie educative, comunità in senso ampio. Dai messaggi veicolati sui media alle risposte date ai normali momenti di “crisi” dei ragazzi. Senza dimenticare che il percorso inizia da piccoli e piccolissimi, perché imparare a gestire le reazioni emotive – in particolare a sentimenti come rabbia e frustrazione - è tanto più complesso quanto più si tarda a fornire gli strumenti adeguati”.
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Ultimo aggiornamento: 27-05-2024, 13:07