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È stata presentata oggi, agli Istituti Penitenziari di Parma, la seconda edizione del percorso educativo e formativo “Responsabilità e Relazioni: l’incontro che fa crescere”, da poco concluso e promosso dal Comune di Parma, in collaborazione con gli Istituti Penitenziari di Parma e con il supporto dell’Ufficio Scolastico Provinciale.
Il progetto, avviato nell’anno scolastico 2023-2024 e proseguito nel successivo anno scolastico 2024-2025, ha coinvolto docenti, studenti e studentesse di diverse scuole secondarie di secondo grado della città – Liceo Scientifico Ulivi, Istituto Tecnico Agrario Bocchialini, ISISS Giordani, Liceo Scientifico Musicale Bertolucci e Liceo Artistico Toschi – e un gruppo di giovani adulti ristretti.
L’obiettivo di “Responsabilità e Relazioni” è stato quello di attivare percorsi di riflessione condivisa e promuovere processi di responsabilizzazione personale, attraverso il confronto diretto su tematiche comuni, all’interno di un contesto educativo strutturato e inclusivo. Il progetto ha inteso valorizzare l’incontro con l’altro come opportunità di crescita reciproca, favorendo il riconoscimento di sé all’interno di una comunità più ampia, coesa e solidale. L’esperienza ha dimostrato che, anche in condizioni di restrizione della libertà personale, è possibile generare percorsi educativi significativi, capaci di attivare riflessioni profonde e durature nei giovani coinvolti.
Alla presentazione hanno preso parte: Caterina Bonetti, Assessora ai Servizi Educativi del Comune di Parma; per gli Istituti Penitenziari di Parma il Direttore Tazio Bianchi, il Comandante Mauro Pellegrino, la Funzionaria giuridico pedagogica Alessia Buonagrazia; Andrea Grossi, Dirigente dell'Ufficio Scolastico regionale per l’ambito Parma e Piacenza.
Un confronto tra pari in un contesto formativo
L’approccio metodologico del progetto ha valorizzato la co-progettazione come strumento per costruire un’esperienza educativa significativa per tutte le persone coinvolte. Ogni incontro si è svolto all’interno degli Istituti Penitenziari e ha rappresentato un’opportunità per promuovere il dialogo tra giovani appartenenti a contesti diversi, senza accentuare differenze, ma valorizzando l’incontro tra pari e la condivisione di riflessioni, esperienze e prospettive.
In questa edizione, al fine di favorire una maggiore responsabilizzazione, i partecipanti e le partecipanti sono stati gli attori principali degli incontri. Si sono occupati dell’organizzazione delle attività, affrontando tematiche centrali per la crescita personale e civica, quali l’identità, la scelta, l’errore, la relazione con l’altro e la responsabilità. Il contesto ha favorito un clima di ascolto e riconoscimento reciproco, contrastando dinamiche di pregiudizio e facilitando un’autentica esperienza formativa.
Il percorso rogersiano: promuovere consapevolezza e cambiamento
Parallelamente agli incontri con le scuole, i giovani adulti ristretti hanno preso parte a un percorso di gruppo ispirato all’approccio rogersiano, centrato sulla persona e basato sull’ascolto empatico, l’autenticità e l’accettazione incondizionata. Tale percorso ha inteso promuovere l’elaborazione delle esperienze personali e delle responsabilità legate alle scelte compiute, fornendo strumenti di lettura e comprensione del proprio vissuto e delle dinamiche relazionali e ambientali che lo hanno influenzato.
Il gruppo, facilitato da professioniste e professionisti qualificati, ha rappresentato uno spazio protetto dove esplorare emozioni, difficoltà e consapevolezze emergenti, anche alla luce dell’interazione con gli studenti e le studentesse. Questo lavoro ha contribuito a consolidare l’autonarrazione e a favorire una maggiore responsabilità soggettiva in relazione al proprio percorso di vita.
Video di restituzione della seconda edizione del progetto “Responsabilità e Relazioni: l’incontro che fa crescere”.
Dichiarazioni
"Questo progetto ha una grande importanza per i Servizi educativi del Comune, perché rappresenta un punto di congiunzione fra mondo della scuola, società, educazione civica, formazione e crescita valoriale dei ragazzi - commenta Caterina Bonetti, Assessora ai Servizi Educativi. In un contesto in cui le relazioni risultano sempre più allentate e dove i pregiudizi rischiano di diventare convinzioni radicali capaci di influenzare la qualità della rete sociale in cui viviamo, progetti come questo aiutano a costruire una comunità più aperta e coesa. La responsabilità poi, in primis verso il proprio percorso di vita, ma anche nei confronti del contesto in cui si vive, è un valore da trasmettere alle nuove generazioni, così come il senso di cura, due elementi che possono garantire una miglior qualità della vita per tutti. Siamo quindi molto soddisfatti dell'esito di questa seconda edizione del progetto e ringraziamo le scuole che hanno aderito e gli istituti penitenziari per l'opportunità che hanno offerto agli studenti di Parma e ai giovani detenuti coinvolti nel percorso".
A nome degli Istituti Penitenziari di Parma è stato sottolineato: “Ogni nuova edizione del progetto rappresenta una scommessa importante per la Direzione di questo Istituto che si impegna particolarmente per la popolazione detenuta dei giovani adulti. Ascoltiamo attentamente le loro fragilità e bisogni, analizzando le cause della devianza per prevenire la recidiva. Questo progetto, che ha già riscosso successo nella sua seconda annualità, promette grandi risultati. Grazie alla dedizione del personale docente e all'impegno degli studenti e delle studentesse che si sono messi in prima persona nell'incontro dei coetanei ristretti, si è prodotto il cambiamento partendo dalle piccole cose, da cui nascono grandi speranze”.
Andrea Grossi ha affermato: “La scuola è luogo di crescita e di incontro: si studia, si riflette, si discute; in questo progetto gli studenti hanno ascoltato i racconti di uomini e donne nelle loro relazioni sociali anche drammatiche e sperimentato la vita di comunità, il senso civico, la cultura della legalità, in un dialogo tra la scuola e il mondo della Giustizia, delle pene e del carcere. La scuola si è aperta agli Istituti penitenziari. Il contatto diretto con chi ha vissuti anche molto diversi e dolorosi consente di capire come a volte le storie difficili possano nascere anche da contesti ordinari, non così lontani dai propri, e consente di comprendere l'altro, superando stereotipi e differenze culturali, sensibilizzando alla legalità attraverso la prova dell’illegalità. Entrare in contatto con la realtà carceraria, come struttura destinata, contemporaneamente, ad escludere e a rieducare, da un lato fornisce agli studenti gli strumenti per capire, storicamente, la complessità, le dinamiche e l’evoluzione dei compiti sociali di questa istituzione, dall’altro stimola anche una profonda riflessione sui temi della detenzione e dell’esercizio della responsabilità rispetto alle proprie scelte e al loro impatto sulla vita propria e altrui. Un’opportunità preziosa per tutti i soggetti coinvolti che contribuisce al reinserimento sociale dei detenuti e alla formazione di cittadini più consapevoli ed attivi, capaci di impegnarsi nella costruzione di una società più inclusiva".
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Ultimo aggiornamento: 19-06-2025, 12:52