NOTIZIE / 08.05.17 / CULTURA

Inaugurazione dell'esposizione documentale: “Quando c'era da pagare il dazio”.

L'esposizione sarà visitabile fino al 31 maggio e si inserisce nel quadro delle iniziative legate alla 16ma Settimana della Didattica in Archivio: “Quante storie nella storia”.

mostra-archivio

E' stata inaugurata, oggi, nella sede dell'Archivio Storico Comunale di Parma, in via La Spezia 46/a, l'esposizione documentale dal titolo: “Quando c'era da pagare il dazio”.

L'esposizione sarà visitabile fino al 31 maggio e si inserisce nel quadro delle iniziative legate alla 16ma Settimana della Didattica in Archivio: “Quante storie nella storia”.

Al momento della presentazione hanno preso parte Enrica Caffarra, responsabile della struttura operativa archivi e protocollo del Comune; l'archivista Donatella Corchia, il dirigente del servizio segreteria generale e affari generali Marco Cassi.

Il momento è stato condiviso dal sindaco e si inserisce negli appuntamenti legati alla rassegna “Argento Vivo”, la serie di iniziative per gli over 55 promossa dal servizio biblioteche dell'assessorato alla cultura del Comune. 

Enrica Caffarra e Dontella Corchia hanno illustrato come è nata l'idea di un approfondimento sul tema del dazio a Parma con riferimenti al fondo mappe e disegni, a quello fotografico ed al fondo carteggi e pesi e misure dell'Archivio Storico Comunale. 

Il percorso ha inizio all'indomani dell'Unità d'Italia, quando Parma , un tempo capitale, si adatta al suo nuovo ruolo di Comune del Regno.

Rientrando, per la tipologia e l'assetto delle sue mura e per il numero complessivo di abitanti, all'interno dei Comuni chiusi di II classe, deve organizzare un servizio di riscossione del dazio di consumo, tassa che sarà sua principale fonte d'entrata.

I documenti esposti intendono ripercorrere i momenti salienti di questo periodo: dall'introduzione del nuovo sistema metrico decimale e quindi dalla “rottamazione” di tutte le unità di misura precedentemente adottate, alla difficile gestione attraverso le società appaltatrici del dazio, che si pongono per un decennio come intermediari, ma anche come concorrenti morali del Comune stesso.

L'esposizione vuole essere, come sempre, uno spunto, un invito ai ricercatori a sviluppare temi specialistici, “provocandoli” con solo un assaggio della documentazione di cui l'Archivio dispone: l'analisi delle entrate nel corso degli anni è indice del movimento delle merci; l'ampliamento o la restrizione della tassazione su alcuni generi fornisce un quadro molto interessante di quali fossero i prodotti, lavorati o meno, che transitavano in città, dei consumi, dei beni considerati di lusso.

L'attività e l'organizzazione del corpo delle guardie racconta storie di vita quotidiana, sia per quanto riguarda gli stessi componenti, con i loro stipendi, i loro encomi o le loro punizioni, le loro vite private, ma anche per come descrivono la quotidianità della popolazione nelle loro relazioni, nelle contravvenzioni, nei rapporti dei sopralluoghi, delle retate o degli appostamenti. 

Interessante è anche lo studio dei luoghi e delle funzioni: le porte della città deputate ad ospitare gli uffici daziari, il dazio centrale, i lavori ai locali e alle pese, le misurazioni della cinta al di fuori delle mura. E poi la demolizione delle mura stesse, che non incide sul confine “dentro/fuori” della cinta daziaria, ma ne complica la gestione; la trasformazione delle porte in “barriere”, l'arrivo del tram.

Con oltre 30 documenti originali esposti, tra cui fotografie ed elaborati grafici, e, per la prima volta esposti al pubblico, alcuni oggetti del fondo dell'archivio Pesi e Misure, l'esposizione è rivolta anche alle scuole, permettendo un percorso di ricerca mirato in base alle esigenze dei vari gradi e classi di studi. 

L'esposizione resterà allestita per tutto il mese di maggio negli orari di apertura della sala studio (lun. e ven.: 8.30-14.30; mar. mer. e gio.: 8.30-17.30; sabato13 maggio: 8.00-13.00).

Le visite sono libere e gratuite. Per le scolaresche si prega di contattare l'Archivio Storico Comunale (0521-031030)


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