Tratto da: "VIGILI A PARMA - DALLE GUARDIE DI BUONGOVERNO ALLA POLIZIA MUNICIPALE. STORIA DI UN’ISTITUZIONE", Umberto Bonomini e Roberto Spocci, Casa Editrice Luigi Battei, Parma, 1995.

Dopo lo sfortunato epilogo della prima guerra d'Indipendenza, Carlo III venne a prender possesso del Ducato nell'agosto del 1849; l'opposizione a tale restaurazione si manifestò fin dai primi mesi del 1850.

L'interesse del duca per l'organizzazione militare aveva parzialmente trasformato anche il corpo delle Guardie della Polizia Comunitativa che risultava forte di un organico di 19 uomini:

un sergente con uno stipendio di 700 lire;

quattro caporali che percepivano 560 lire;

quattordici " comuni" la cui paga annua ammontava a 525 lire.

Il corpo vestiva una divisa militare, era regolato con disciplina "quasi militare", vi entravano - ormai - solo ex militari, al comando del Commissario Superiore della Polizia Comunitativa che, a sua volta, dipendeva direttamente dal Podestà.

L'armamento del corpo, fornito dal Comune, era costituito dalla sciabola col cinturone, dalla carabina e dal bastone; il cappello veniva indossato solo "ne' giorni e ne' momenti che viene ordinato". La divisa delle guardie, adottata nel 1853, era costituita da una tunica, un paio di calzoni, un cappotto, un berretto, una cravatta ed un paio di stivali e due stemmi con il numero di matricola.

Il servizio delle guardie veniva definito in "attualità continuativa ... in modo che vi abbia sempre concatenazione tale di vigilanza da assicurare il miglior possibile esito della Polizia Locale". Vi erano due appelli, il primo veniva effettuato fra le due e le tre pomeridiane, con una variazione di mezz'ora a seconda delle stagioni e vi erano obbligati tutti coloro che non fossero comandati o in un posto fisso od ad un servizio speciale.

Il primo appello serviva a fare il punto delle indagini, a raccogliere le informazioni d'istituto e ad organizzare quei servizi di polizia locale non espletabili nel mattino.

Il secondo appello avveniva di sera e normalmente coincideva con l’ora di ritirata della truppa: tutte le guardie indistintamente dovevano parteciparvi.

All'appello serale venivano letti gli ordini del giorno straordinari; si illustravano le nuove disposizioni, venivano fatte le menzioni di lode così come si infliggevano le punizioni, inoltre, in questa occasione, il Commissario illustrava le leggi che si riferivano al servizio di polizia locale" .

Dopo l'appello iniziava la pattuglia notturna. Il servizio notturno era formato da un caporale e da tre guardie, uscivano dapprima : il caporale ed una guardia per essere sostituiti, alla mezzanotte, dalle altre due guardie "per cui non manca mai la città di due agenti veglianti nella notte, nè di due il Palazzo Municipale".

La varietà delle punizioni inflitte alle guardie erano: il comando al servizio di piantone in corpo di guardia per le 24 ore, la sospensione dallo stipendio con l'obbligo di servizio, alla destinazione al servizio di campagna con la guardia campestre e, in caso estremo, alla destituzione.

Inoltre, per rispettare " la convenienza de' modi", era proibito alle guardie far la spesa nei pubblici mercati o mostrarsi in compagnia di coloro che, per compiti d'istituto, dovevano sorvegliare come i fornai, i beccai, i granaiuoli, ecc.

Anonimo, Divisa delle guardie campestri del Comune di Parma approvata nell'ottobre 1850, acquerello, 1850, ASCPR


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