Gli ultimi giorni di Parma Ducale dai rapporti delle guardie

Il 7 gennaio 1859 furono trovati numerosi biglietti sui quali era vergata la scritta:

PARMIGIANI! E’ SEGNO D'ITALICA UNIONE IL NON FUMAR CIGARI. SEGUITE L’ESEMPIO DELLE CITTÀ SORELLE. W V.E. II RE D’ITALIA

In data 11 gennaio 1859, risultano numerose scritte col carbone sui muri della città.

In strada San Barnaba:

VIVA GARIBALDI. COLUI CHE ANCOR FUMERÀ CIGARI UNO SCHIAFFO SI DARÀ, CIGARI NO ASSOLUTAMENTE, VIVA I TRE COLORI.

Da altre parti le numerose scritte:

ABBASSO I CIGARI, NON FUMAR CIGARI, I PUGNI AVRAI, NON GIOCARE AL LOTTO, VIVA L’ITALIA.

Nel rapporto della guardia comunale Alessandro Jacquet, in data 20 gennaio 1859 si segnalava il rinvenimento d'una “bandiera tricolore della lunghezza di circa quattro braccia che partiva al di sopra dello stemma reale sovrastante il portone dell'Università... La bandiera, obbligata da una lunga pertica non dissimile da quella che di cui si valgono gli imbiancatori, portava la seguente leggenda GLI STUDENTI GUERRA a caratteri cubitali...” Il rapporto continua con la considerazione che ''...siffatta dimostrazione non viene generalmente attribuita ad opera degli scolari delle scuole superiori, ma piuttosto ad altri che cercano di procurare a questo paese danni e dispiacenze. ll sapersi che ieri verso le 4 e mezzo pomeridiane convennero nella casa di certo Campanini Francesco - padre di ltalo e Cleofonte -, fabbroferraio in borgo della Rosa n. 6, lì: Toscani Adamo, beccaio; Grazioli Giuseppe, cappellaio; Campanini Luigi, muratore; Camozzi Giuseppe, sellaio; ed alcuni altri assai sospetti fa dubitare che piuttosto costoro anziché altri siano autori della temeraria esposizione di quell'insegna rivoluzionaria”.

Mentre l'attività cospirativa continuava solerte, numerosissimi parmigiani espatriavano per arruolarsi volontari fra le truppe piemontesi come testimoniano i quotidiani rapporti di buongoverno alla direzione generale di polizia.

Il 7 giugno le guardie Pietro Battei ed Ettore Cavagni, su ordine del direttore della Polizia Generale, avevano provveduto a staccare dal muro prospiciente il Caffè degli Svizzeri in strada S. Michele diversi ritratti “quello di S.M. Napoleone III, quello di S.M. Vittorio Emanuele del principe Napoleone Girolamo e di Garibaldi e due Bollettini delle Ultime notizie della Guerra...''

Con il Sovrano Decreto n. 146 del 8 giugno 1859 “è data facoltà all'Anzianato del Comune di Parma di aggregare a sé trenta Notabili di esso Comune”, il giorno successivo la Duchessa Luisa Maria autorizzava l'aggregazione che assumeva il nome di Municipio Parmense. La commissione appena formata si considerò rappresentante del re di Sardegna, cadeva il regime ducale ed iniziava l’unificazione d’Italia.

Con il plebiscito delle Regie province dell'Emilia del marzo 1860 il territorio del Ducato di Parma e Piacenza viene annesso al Regno di Sardegna.

Il nuovo Consiglio Comunale della Città, nella seduta del 23 marzo 1860, decise di accrescere il Corpo di nuove unità portando il numero delle guardie a 25.

Le guardie dovevano prestare il giuramento di fedeltà, come prescritto dal decreto del Dittatore Farini del 22 settembre 1859, pronunziando le seguenti parole: "Io giuro di essere fedele a Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele Il ed a suoi legittimi successori, di osservare lo statuto e le leggi dello stato, e di esercitare le mie funzioni di sopra stabilite al servigio del Comune, al solo scopo del bene inseparabile del Re e della patria”.

In data 24 agosto 1860 fu nominato un 2° Commissario, Antonio Brianti, da affiancare al 1° Commissario Longagnani.

Le competenze assegnate alla polizia comunale ci permettono di conoscere la vita della comunità cittadina:

Piazze e pubblici negozi - Vigilanza ai commestibili esposti sulla piazza per assicurarsi della loro salubrità, ed inoltre su tutto quanto generalmente concerne la sanità, comprese le botteghe de' pizzicagnoli, venditori e rivenditori di minuti commestibili, di frutta, ecc.

Beccherie - Due Guardie almeno sono quotidianamente poste di servigio dalla mattina alla sera alle Beccherie per impedire che in esse s'introducano carni frodate, guaste o corrotte…

Macello - Una Guardia deve quivi rimanere costantemente per prevenire qualsiasi frode, abuso, od altro si tentasse di commettere dai beccai, per impedire che si cambiassero i polmoni alle bestie macellate, che si asportassero carni od altro prima della prescritta visita del Veterinario Comunale…

Ghiacciaia - Aver cura che non si faccia soverchio uso del ghiaccio per non rimanere in difetto, e che l'impiegato incaricato del mantenimento ed aprimento di essa sia diligente il più che si possa.

Frodatori e macellatori clandestini - Da tenersi d'occhio sulla Piazza de' Commestibili, e trovati detentori di sporte o fardelli, assicurarsi cosa contengono. Saranno da farsi visite improvvise al domicilio de' più noti frodatori e macellatori clandestini di bestiame, ma dovrannosi sempre prendersi prima i debiti concerti coi Superiori.

Mercati del Grano, delle Uve, del bestiame, de' cavalli, delle legne, delle piante, delle scope, delle merci e panni - Vigilare in luogo compatibilmente coll'adempimento delle altre attribuzioni, per far cessare ogni motivo di dissenso, di frodi; per impedire che i sensali esercitino senza licenza o s'intromettano in contrattazioni prima delle ore determinate dalle Ordinanze relative.

Mercato de' bozzoli - Essendo dell'interesse del Comune e del pubblico che questo importantissimo mercato sia costantemente invigilato da un funzionario del Comune…

Pubblico pesamento - Sebbene non si abbiano norme ed istruzioni positive circa alle visite de' pesi e misure de' quali si fa uso ne' pubblici Negozi, ed a procedimenti relativi, pure le visite stesse tanto importanti, e che esigono non breve tempo, sarebbero fatte di concerto e previa intelligenza coll'Autorità Podestarile.

Visite ai Fornai - Da farsi frequentemente, e di concerto col 1° Commissario.

Strade - Da vigilarsi assiduamente per avvertire i pericoli o gl'inconvenienti, per curarne la nettezza, lo sgombro da' cementi, carri, barrocci, ecc. ecc. e da tutt'altro di impedimento al libero e sicuro transito delle persone e delle carrozze, e giuste le prescrizioni contenute nel regolamento del 20-21 aprile 1838.

Case - Interna mondezza di esse e rimozione degli sconci e delle esalazioni nocive all'igiene pubblica, riferendone opportunemente al 1° Commissario.

Latrine - Permessi e vigilanza relativa, da concertarsi col 1° Commissario.

Officine moleste ed insalubri - Visite in luogo e disposizioni di concerto a senso del prescritto dal Decreto 30 giugno 1852 e previe istruzioni da invocarsi ed ottenersi dall'Autorità Podestarile.

Trasporto al Cimitero di morti per contagio e di neonati - Disposizioni di legge da osservarsi concertandosi col 1 ° Commissario.

Epidemie e malattie contagiose - Adoperarsi e disporre come richiedono le circostanze e le veglianti leggi, prendendo accordi col 1 ° Commissario.

Idrofobia - Osservanza delle leggi e delle prescrizioni contenute nell'ultimo decreto relativo ai possessori di cani, ai vaganti, ai mancanti di collare, ecc.

Illuminazione - Vigilanza da prestarsi sulle pattuglie di servizio pel migliore andamento di questo essenziale servizio pubblico.

Incendi - Secondo la più o meno importanza de' medesimi, concertarsi prontamente per le disposizioni e provvidenze relative col 1° Commissario, avvertendosi tosto l'Autorità Podestariale, l'Ingegnere ed Architetto Comunitativo ed il Comando de' Pompieri.

Prescrizioni rurali - Tenere in vista la guardia del suburbio al fine non trascuri d'invigilare che dai fittavoli del Comune non si commettano soprusi, guasti, tagli di piante od altro abuso dannoso e pregiudizievole al Comune stesso.

Leggi - Assistere, all'occorrenza, alla promulgazione delle Leggi in conformità del prescritto dal decreto 9 marzo 1854, n. 426-48.

Si modificò la divisa introducendo il mantello ed il kepì col pennacchio. Il cambiamento istituzionale si segnalò visivamente sulle divise con l'apposizione di coccarde tricolori.

Nell’anno della proclamazione del Regno d’Italia (1861) Parma aveva 47.428 abitanti ed era la ventesima città del Regno.