Pietro Pecchioni arruolatosi a vent’anni nelle guardie di Finanza del Ducato, fu coinvolto nella congiura contro Carlo III e nella successiva insurrezione del 22 luglio 1854, Arrestato dopo alcuni giorni venne accusato di entrambi i reati, sottoposto alla tortura del bastone, venne condannato ai lavori forzati a vita da scontarsi nella fortezza di Mantova. Riuscì ad evadere, impresa già riuscita a Felice Orsini, raggiunse Parma e con l’aiuto di due patrioti, Clemente Asperti e Andrea Maturini, raggiunse Genova con una lettera di presentazione a Nino Bixio che ne fece il proprio attendente. Nel 1859 combatte a Varese e Treponti coi Cacciatori delle Alpi, nel 1860 si imbarca a Quarto coi Mille.

Assegnato da Garibaldi alla colonna Zambianchi, combatte i papalini alle Grotte di Castro, rientrato in Italia dopo la sconfitta si aggrega alla seconda spedizione Medici combattendo da Milazzo al Volturno. Sciolto l'esercito Meridionale, il Pecchioni fece ritorno a Parma dove fu assunto dal Comune come Guardia Municipale. Il 1° maggio 1861 presta giuramento nelle mani del Sindaco di Parma Marcello Costamezzana. Si sposo' in città con Angela Tanzi, nata in Parma il 24 gennaio del 1848, che gestiva in proprio un negozio di frutta e verdura nel quartiere dell'oltretorrente. Ebbe 12 figli. Per questa sua piccola “patria” Pietro Pecchioni lavoro' con ardore e dedizione. Quando per eta' fu collocato a riposo ebbe la pensione come guardia comunale. Ebbe in concessione il laghetto pubblico avviando il nolo delle barche. Mori' a Parma il 9 agosto 1908. Venne sepolto con onore nel cimitero cittadino nel campo Sud Ovest. A suo ricordo il Comune di Parma gli intitolo' una strada.