CASE FAMIGLIA, PARTITI I CONTROLLI. ZONI: “ANZIANI DEVONO ESSERE TUTELATI”
CASE FAMIGLIA, PARTITI I CONTROLLI. ZONI: “ANZIANI DEVONO ESSERE TUTELATI”
E’ partita, come richiesto dal sindaco Vignali mercoledì scorso in Giunta, l’attività straordinaria di controllo nelle Case famiglia, attività che si concentra sulle circa venti strutture, previste da una delibera regionale, presenti nel comune di Parma. Le verifiche che da tempo vengono fatte, e che oggi sono potenziate e mirate con particolare attenzione alla tutela degli anziani, hanno portato nel tempo a individuare una diversità delle situazioni in relazioni a servizi che non sono né autorizzati né convenzionati con il Comune. Si sono rilevate situazioni formalmente non strutturate come da regolamento ma che accoglievano anziani con modalità assistenziali positive. Altre situazioni, invece, hanno comportato un lavoro di sollecitazione e diffida. “Ora l’attenzione – dice l’assessore ai Servizi sociali Paolo Zoni - è concentrata sul come promuovere, attraverso interventi coordinati (nuove forme di regolamento, una vigilanza più continua e stabile), un miglioramento che vedrà più impegnati gli operatori della Struttura operativa anziani nelle verifiche periodiche e nelle valutazioni sulla situazione delle persone che sono accolte. La standardizzazione di questi interventi vogliamo rappresenti sempre più una garanzia affinché le modalità assistenziali tutelino gli anziani accolti”. Il progetto speciale che l’Amministrazione ha adottato incentiva lo svolgimento di queste attività e riconosce l’importanza dell’intervento degli operatori professionali, che coinvolgono i coordinatori territoriali dell’area anziani operanti nei quattro poli territoriali. A loro fianco è richiesta la competenza igienico-sanitaria e geriatrica dei medici dell’Azienda Usl. Il programma del nuovo progetto prevede controlli nelle strutture, in caso di bisogno, e una verifica periodica. Intanto si sta avviando a conclusione il nuovo regolamento interno del Comune di Parma, che intende colmare le lacune mostrate dalla delibera regionale adottata nel 2000. Un regolamento che andrà a sostituire quello approvato dal Consiglio comunale nel 2006 che aveva tracciato linee di intervento attorno alle quali erano stati attuati progetti, verifiche, controlli, sollecitazioni e diffide tesi a promuove un miglioramento del servizio. Fra questi percorsi formativi per chi opera nelle Case famiglia.