“ASPETTANDO MOMO…”: DUE EVENTI PER PRESENTARSI
“ASPETTANDO MOMO…”: DUE EVENTI PER PRESENTARSI
Momo arriva in città. La protagonista del libro omonimo di Michael Ende, da cui sarà liberamente tratta la terza mostra “Momo, non ho tempo!” del progetto Per educare un fanciullo serve un intero villaggio, comincia a presentarsi in alcune iniziative che si svolgeranno la prossima settimana a Parma, organizzate dall’Agenzia per la Famiglia del Comune in collaborazione con diverse realtà del territorio che hanno aderito al progetto. Mercoledì 23 aprile alle ore 17.00 al Teatro Regio si terrà un appuntamento speciale di “Imparolopera”, la stagione lirica per i giovanissimi, dedicato a “La Bohème” e aperto, in via eccezionale, alle famiglie e ai cittadini. Il Teatro Regio si avvarrà della collaborazione dell’attore e regista Bruno Stori, che, con i musicisti del Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, ricorderà come si ascolta veramente sia l’opera de “La Bohème” sia il proprio cuore. Un modo per ricordare a tutti l’importanza del dialogo e dell’ascolto, condivisi, fra le generazioni e per far iniziare ad approfondire la storia e i valori che il libro “Momo”di Ende propone. Giovedì 24 aprile alle ore 17.30 al Cinema D’Azeglio, grazie alla collaborazione del Cineclub D’Azeglio, verrà proiettato il film “Momo”, pellicola tedesca del 1986, ispirata al romanzo, con la regia di Johannes Schaaf, musiche di Angelo Branduardi e, tra gli attori, Bruno Stori, che introdurrà il film. Entrambe le iniziative sono gratuite fino a esaurimento posti. “Con questi due eventi, commenta Cecilia Maria Greci, iniziamo il conto alla rovescia. Il 23 maggio inaugureremo la mostra “Momo, non ho tempo!”. In questo mese proporremo alla città vari appuntamenti per prepararci allo speciale incontro. La Fondazione Teatro Regio e il Cinema d’Azeglio con Bruno Stori regalano alla città questi due eventi che dedichiamo aenbsp tutti coloro che partecipano il progetto con tanto impegno ed entusiasmo”. “Come sempre, osserva Bruno Stori, il teatro è un mezzo per fare incontrare la gente. Molto importante l’occasione del progetto “Per educare un fanciullo serve un intero villaggio” promosso dall’Agenzia per la Famiglia per aprire il progetto Imparolopera e il Teatro Regio oltre che alle scuole, alle famiglie e a tutti i cittadini”. Nel frattempo, prosegue in città la costruzione della mostra “Momo, non ho tempo!”. Le realtà che partecipano il progetto stanno lavorando per mettere a punto un catalogo della mostra, 36 scenografie in legno e numerosi “laboratori” emotivi, narrativi e interpretativi da proporre ai bambini e alle famiglie. Sono impegnati, attualmente, 43 sponsor, 8 partner speciali, 62 associazioni di volontariato e promozione sociale, 7 cooperative sociali, 7 istituti scolastici comprensivi. Sono impegnati: la cooperativa sociale “Le mani parlanti” con il progetto “Giocamico” e tutti i reparti della Pediatria dell’Ospedale Maggiore, la scuola Ferrari presente sempre in Ospedale, il liceo “Porta”, la Scuola per l’Europa, l’Università degli Studi di Parma con il Servizio “Le Eli-Che”, la cooperativa sociale “la bula”, l’Istituto Penitenziario di Parma, l’associazione “Tam Tam” e l’Istituto comprensivo “Toscanini”, l’Agenzia per i Disabili con il progetto “A casa con sostegno”, l’associazione “Specchio convesso”, l’Istituto comprensivo “Salvo D’Acquisto”. I referenti di queste realtà da quasi un anno partecipano al progetto con incontri di formazione seguiti da Benedetto Tudino dell’associazione culturale “Rinoceronte Incatenato” di Roma, partner dell’Agenzia insieme a Forum Solidarietà.
Ma chi è Momo? Un giorno, in un piccolo anfiteatro in rovina, nella periferia di una città, arriva uno strano personaggio. E’ una bambina, non si sa da dove venga, né quanti anni abbia, otto o forse più, è magrolina e tra i capelli neri, ricci e arruffati spiccano due occhi scuri e vividi. Dice di chiamarsi Momo, è sola, non ha una famiglia e non possiede nulla, indossa una giacca troppo grande e una gonna troppo lunga, tutta rattoppata, e due scarpe spaiate. Ha scelto di stabilirsi proprio lì, non ha una casa. Gli abitanti dei dintorni ne sono dapprima incuriositi, poi vorrebbero sistemarla in un luogo più adatto a una bambina. Ma pian piano è chiaro a tutti che dietro all’aspetto indifeso, Momo ha qualcosa di straordinario bambini e adulti cominciano ad affezionarsi e tornano sempre più spesso da lei, c’è qualcosa in Momo che attira. Momo non parla molto, ma sa ascoltare, sa ascoltare così bene che quelli che vanno da lei per parlare dei loro problemi se ne tornano a casa belli contenti. Non si sa come succeda, ma è così. Momo non dà consigli, ma ascolta così bene che le persone riescono a trovare da sé le soluzioni. Gli amici di Momo sono i bambini del quartiere che vanno da lei a giocare, Nino l’oste e sua moglie, Beppo Spazzino, Gigi Cicerone, che più che una guida è un cantastorie, e tutti coloro che desiderano starsene un po’ con lei per parlare o semplicemente per il piacere di stare insieme. Ma un giorno, degli strani e freddi uomini grigi arrivano in città, le persone cominciano a cambiare, hanno fretta, devono lavorare senza perdere tempo. Il tempo che prima era “perso” in cose piacevoli, stando insieme con gioia, deve essere risparmiato e depositato nella “Cassa di risparmio del tempo”. Nessuno va più da Momo, anzi quella bambina è per gli uomini grigi un pericolo perché parla di amore ed è indifferente alle loro lusinghe. E’ così che Momo, per cercare di aiutare i suoi amici, insieme alla sua tartaruga Cassiopea intraprende un viaggio nel quale conoscerà cose meravigliose,”sgominerà” gli uomini grigi e restituirà vita e serenità alla borgata.