Comunicati Stampa

25.11.10 / FAMIGLIA E PERSONA

“Salute e Benessere per Parma”, seconda tappa della quattro giorni dedicata al welfare

Di fronte a un attento pubblico di operatori del settore legato alla sanità e al benessere, ha preso il via, al Ridotto del Teatro Regio, la seconda giornata dell'iniziativa dedicata al welfare nella nostra città. Il tema al centro del dibattito di questa mattina è la sanità, intesa nella sua più ampia articolazione.


Di fronte a un attento pubblico di operatori del settore legato alla sanità e al benessere, ha preso il via, al Ridotto del Teatro Regio, la seconda giornata dell'iniziativa dedicata al welfare nella nostra città. Il tema al centro del dibattito di questa mattina è la sanità, intesa nella sua più ampia articolazione.
Al tavolo dei relatori, l'Assessore al Welfare Lorenzo Lasagna, il Delegato del Sindaco per le Politiche per la Salute Fabrizio Pallini, il direttore generale dell'Ausl Massimo Fabi e Arnaldo Oneto, prestigioso consulente in ambito di legislazione e organizzazione sanitaria. A moderare il dibattito il giornalista Gabrile Majo.
Nell'introduzione, l'Assessore Lasagna e il Delegato Pallini hanno, tra l'altro, riflettuto sulle nuove sfide in questo ambito, legate all'idea della "necessità di considerare in modo integrato le politiche sociali, sanitarie e legate al benessere".
I TEMI AL CENTRO DEL CONVEGNO
Il convegno rappresenta simbolicamente il momento d’avvio di un percorso che vuole condividere con i rappresentanti dell'articolato mondo della sanità-salute e benessere i progetti dell’Agenzia alla Sanità del Comune di Parma. Infatti, appare necessario un ripensamento generale del ruolo degli enti locali nella promozione della salute e del benessere dei cittadini.
 Verranno discussi progetti di grande forza innovativa:
1. “Piano strategico per la Salute ed il Benessere nella città di Parma"
2. “Salute per Parma” (nuova fase progettuale dopo il successo dell'iniziativa in città): prima emanazione attuativa del Piano strategico per la Salute ed il Benessere. 

1.
Il “Piano strategico per la Salute ed il Benessere nella città di Parma”, elaborato in collaborazione con l’istituto C.E.R.G.A.S (centro di ricerca sull’assistenza sanitaria e sociale dell’Università Luigi Bocconi) vuole individuare nel controllo dell’inquinamento dell’aria, acqua e suolo, nella riduzione del rumore, nella promozione di stili di vita e alimentari salubri, nel sostegno all’agricoltura sostenibile le tematiche prioritarie per l’azione dell’Amministrazione Comunale. Con il “Piano strategico”, che riprende anche le linee guida e il quadro conoscitivo prospettati del nuovo PSC, il Comune, anche con l'idea di rendere la città sempre più “Green city” (“città verde”, nel segno di un nuovo modo di vivere), è chiamata ad un passaggio ulteriore per rafforzare il proprio ruolo di agente effettivo ed efficace di promozione della salute e del benessere dei cittadini. Per la promozione della salute e del benessere è previsto lo sviluppo dei seguenti ambiti di ricerca:
a.     Stili di vita e consumi sostenibili: l’ambito è articolato nelle seguenti linee programmatiche:
-          Alimentazione e salute: linea di intervento nella quale occorre promuovere una più stretta collaborazione tra l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare; l’Ufficio decentrato del Ministero della Salute (unico in Italia), costituito a seguito dell’ istituzione dell’Agenzia; altri soggetti da individuare sulla base del contributo effettivo che possono dare ed il Comune di Parma.
-          Cibo e salute: prospetto strategico pensato per rilanciare e adattare alla nuova realtà le iniziative già sperimentate con la Fondazione “Cibo e salute”.
b.           Movimento/Partecipazione ad una vita urbana attiva e ricreativa: questo punto strategico promuove e concretizza il concetto di “filiera del valore”, assunto che si basa sul principio che l’alimentazione ed il movimento, oltre ad essere importanti fattori di prevenzione primaria, siano anche, in quanto elementi di salute e benessere, strumenti di sviluppo del territorio per la loro efficacia nel contenimento delle spese per diagnosi - cura – riabilitazione, spese che gravano sul Fondo Sanitario Nazionale e, nello specifico, sull’economia della comunità locale. In quest’ottica la spesa per la salute può essere considerata come uno dei fattori di un nuovo tipo di sviluppo economico e sociale. Si può ulteriormente graduare in due distinti filoni di intervento:
                                                       I.      quello della “catena del valore” per verificare quale è attualmente in Parma il peso dell’industria della trasformazione alimentare e se essa possa resistere alla competizione globale;
                                                    II.      quello della “filiera territoriale” dell’alimentazione che potrebbe ben inserirsi nel tema dell’EXPO 2015. Tenendo conto che la filosofia dichiarata per l’EXPO 2015 non è quella di concentrazione in un limitato ambito territoriale dedicato, ma quella di proporre iniziative che si diffondono su un territorio più vasto, si può pensare di attuare con adeguato anticipo una specie di “Direttrice territoriale dell’alimentazione” collegata sia a percorsi per operatori interessati alle nuove tecnologie e delle nuove frontiere della conoscenza in questo settore, sia a forme di turismo “gastroenologico-salutista” e di alta qualità.
c.     Nuove politiche socio-sanitarie: individuazione di competenze e di strumenti a supporto delle possibilità di reintegro nella comunità di soggetti con residui livelli di abilità.
Quest’ultimo ambito di intervento riconosce a Parma il potenziale per poter attuare una politica di più stretta collaborazione per dare attuazione al progetto “CITTA' SANA” previsto dal piano della Regione. Sulla base di quanto è già stato fatto, dagli accordi formali e sostanziali già in essere tra Comune e Aziende Sanitarie, è possibile proporre una sperimentazione che parta dal basso per dare un contributo di idee, di possibili modelli, di metodi per valutare vantaggi, limiti e difficoltà al processo di elaborazione del federalismo nel settore della salute.
2.
Più libertà di scelta, minori costi per gli utenti, maggiore facilità d'accesso alle prestazioni sanitarie. Seguendo questa filosofia, il Comune di Parma si è fatto promotore di un primo sperimentale protocollo di intesa, sottoscritto il 27 marzo 2009, con i centri privati in regime di accreditamento con il SSN (assistiti dall’Unione Parmense degli Industriali). In questo modo ha preso il via il progetto “Salute per Parma-tariffe agevolate” teso ad  agevolare i cittadini nell’accesso ad una serie di prestazioni specialistiche ambulatoriali di base (“d’équipe”),  in regime libero professionale, sulla base di un tariffario calmierato concordato con le associazioni sindacali rappresentative delle strutture sanitarie aderenti.  Il perdurare della crisi del contesto socio-economico, ha indotto l’Amministrazione Comunale a consolidare le finalità dell’originario protocollo di intesa potenziandolo e sviluppandolo attraverso il coinvolgimento non solo di tutto il Sistema Sanitario locale, ma anche delle diverse categorie di soggetti che operano nell’ambito del ben-essere inteso in senso lato. Il Comune ha dato una risposta ai bisogni emersi dal territorio e ha incentivato la riorganizzazione e il coordinamento dei servizi presenti sul territorio. Il progetto vuole quindi promuovere stili di vita idonei a favorire la più ampia diffusione di comportamenti individuali che concretizzino quello "stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società".
Per fare questo sono state delineate sono state delineate le aree di intervento relativamente alle quali l’Amministrazione intende affermare il proprio ruolo ed esercitare le proprie competenze nell’ambito delle politiche per la salute, chiarendo che le stesse riguarderanno:
•                     L’affermazione di un sistema di welfare con il quale non ci si limiti a curare le malattie o a risarcire e sostenere i più deboli e gli esclusi individuando e predisponendo i supporti sociali e sanitari necessari per una effettiva loro reintegrazione nella comunità, ma con cui si promuova la condivisione e il  miglioramento del grado di partecipazione della popolazione.
Un sistema assistenziale dentro il quale le politiche di integrazione diventino riferimento e orizzonte nella costruzione di politiche pubbliche in generale, sostenendo iniziative per l’adozione di corretti stili di vita idonei a favorire la più ampia diffusione di comportamenti individuali che, secondo la definizione di benessere formulata dalla Commissione Salute dell'Osservatorio europeo su sistemi e politiche per la salute, concretizzino quello "stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società", curando tutti e cinque gli aspetti ivi indicati, in termini tra loro equilibrati.
Ciò per consentire, in altri termini, ai singoli individui di migliorare il loro benessere, ponendo in essere una strategia globale della “salute per tutti” conforme alla “Dichiarazione di Alma Ata” del 1978 e alla "Carta di Ottawa" del 1986.

•                    L’individuazione delle prestazioni incluse, parzialmente incluse, non incluse, o che, nel tempo, dovessero essere escluse dai L.E.A., relativamente alle quali, - non apparendo eticamente e socialmente corretto abbandonare i cittadini a loro stessi nel fronteggiare in solitudine il mercato anche nell’attuale fase interlocutoria rispetto alla concreta e generale attuazione del D.M. 27/10/2009 relativo ai Fondi Integrativi.
Il Comune, in sostanza, intende predisporre strumenti di tutela dei cittadini offrendo loro la possibilità di accesso a strutture  sanitarie e a professionisti anche non accreditati, disponibili ad entrare a far parte di un elenco di possibili fornitori che accettino regole di comportamento e pratichino tariffe calmierate attraverso la sottoscrizione di specifici protocolli articolati per singole categorie. Un tale approccio dovrebbe, tra l’altro, consentire  di utilizzare i dati riguardanti la qualità e la quantità di prestazioni erogate dalle diverse tipologie di strutture aderenti al protocollo, differenziandole a seconda che la richiesta sia motivata da scelta autonoma del cittadino o dalla impossibilità di accedere alla prestazione entro i limiti temporali massimi d’attesa  previsti (tale elenco sarà tenuto, aggiornato e monitorato a cura del Servizio Salute e Stili di Vita, struttura gestionale dell’Agenzia alla Sanità, Politiche per la Salute, Rapporti con le Aziende Sanitarie).

•                    Il monitoraggio del percorso per il governo delle liste di attesa delle prestazioni a carico del SSN, che tenga conto della applicazione di rigorosi criteri sia di appropriatezza che di urgenza delle prestazioni stesse e che garantisca la trasparenza del sistema, con l’obiettivo di realizzare sinergie di intervento tra i livelli istituzionali interessati.
Ciò anche al fine di consentire all’Ente Locale di esercitare, con maggiore cognizione di causa, oltre che la partecipazione alla programmazione delle attività sanitarie, anche la verifica dei risultati di salute ottenuti dalle Aziende sanitarie attraverso strumenti caratterizzati da quegli elementi di imparzialità connaturali alla funzione di terzietà tipica di un controllo che, per essere efficace e funzionale all’esercizio di un potere di verifica, quale quello demandato dalla legge agli enti locali, deve assumere incontestabili caratteristiche di oggettività.
Riguardo agli ultimi due punti appare necessario mettere in evidenza come la loro finalità non sia quella di creare un sistema alternativo o concorrenziale con il Servizio Sanitario Regionale, ma quella di ricondurre all’Ente Locale un ruolo e delle funzioni di effettiva collaborazione e integrazione con le Aziende Sanitarie locali. La collaborazione può permettere di acquisire elementi conoscitivi – attualmente non disponibili – sulle effettive motivazioni alla base del ricorso al “privato” da parte dei cittadini, ma anche di utilizzare uno strumento utile per decongestionare la pressione sulle strutture pubbliche concentrando le risorse organizzative e umane disponibili su prestazioni urgenti o particolarmente complesse e impegnative. Occorre dunque il coinvolgimento di Enti locali, volontariato, privato sociale, mondo della produzione, sistema dell’informazione, associazioni sportive, associazioni per la tutela dei diritti dei cittadini e per la tutela della salute, mondo della sanità pubblica e privata.

 


 

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