Comunicati Stampa

26.11.10 / FAMIGLIA E PERSONA

Casa, nuovi alloggi e servizi per famiglie e fasce deboli

Casa. Questo il tema trattato nell’incontro di questo pomeriggio nell’ambito della quattro giorni dedicata al welfare, in cui è stato presentato il Libro bianco “Una comunità a misura di famiglia”. Per l’occasione sono stati illustrati nuovi servizi messi in campo dall’Amministrazione comunale per rispondere in maniera sempre più puntuale e qualificata alle esigenze delle famiglie. La filosofia di fondo è innovare per migliorare. Dando vita a progetti innovativi che tengano conto dei cambiament


Casa. Questo il tema trattato nell’incontro di questo pomeriggio nell’ambito della quattro giorni dedicata al welfare, in cui è stato presentato il Libro bianco “Una comunità a misura di famiglia”. Per l’occasione sono stati illustrati nuovi servizi messi in campo dall’Amministrazione comunale per rispondere in maniera sempre più puntuale e qualificata alle esigenze delle famiglie.
La filosofia di fondo è innovare per migliorare. Dando vita a progetti innovativi che tengano conto dei cambiamenti della società odierna, come la multiculturalità, e vadano incontro ai reali bisogni della gente.

Una casa per ricominciare
Il progetto “Una casa per ricominciare” intende garantire ai nuclei familiari con maggiore fragilità, in particolare quelli monogenitoriali e famiglie con minori, una risposta complessiva ai bisogni di reinserimento sociale, procurando anche un alloggio a fronte di una condizione accertata di emergenza abitativa e di insussistenza di risorse economiche.
Il progetto è particolarmente indirizzato alle “nuove povertà”, in particolare a nuclei e persone la cui situazione emergenziale è legata ad una separazione, alla perdita del lavoro, all’assenza di reti familiari, all’uscita da esperienze di maltrattamento o sfruttamento.
La spesa prevista ammonta a circa 190 mila euro (compreso utenze e costi di gestione) e permetterà un significativo risparmio nel bilancio del Settore Welfare. Il Comune trasferirà a Casadesso le risorse corrispondenti ai costi di locazione e gestione degli alloggi.
Le finalità del progetto
A fronte di un’emergenza abitativa di un nucleo o persona in carico, il servizio sociale deve provvedere frequentemente all’inserimento in comunità, in strutture protette o, in alcuni casi, in residence privati. Il ricorso a queste strutture è spesso improprio, perché le persone sono in grado di gestirsi in sufficiente autonomia pur non essendo in grado di procurarsi un alloggio per gravi carenze reddituali e assenza di una rete familiare di supporto.
Ad oggi la spesa per l’inserimento improprio in struttura o residence di 16 nuclei familiari ammonta a 330 mila euro all’anno. Il progetto punta a mettere a disposizione del Settore Welfare una trentina di alloggi di Casadesso, miniappartamenti ammobiliati appena realizzati, che potranno consentire di sostenere anche con un alloggio transitorio quelle situazioni che sono seguite dagli assistenti sociali. Il progetto consente al servizio sociale un significativo risparmio economico a fronte di un incremento della risposta ai bisogni e nello stesso tempo garantisce a Casadesso l’introito dei canoni previsti.
In cosa consiste l’intervento
Il settore Sviluppo Immobiliare/Politiche abitative stipulerà entro fine anno una convenzione con Casadesso, con la quale ha ottenuto la disponibilità di 30 alloggi per due anni, avviando un progetto sperimentale.
Tutte le spese di affitto, utenze e condominiali saranno in capo al Settore Welfare che richiederà una compartecipazione agli utenti, graduata sulla base dell’effettiva capacità reddituale. Gli alloggi saranno assegnati da un’apposita commissione tecnica, sulla base dei progetti individualizzati proposti dalle assistenti sociali del Servizio territoriale.

L’autogestione nell’Edilizia Residenziale Pubblica
L’autogestione da parte degli inquilini avviene negli immobili Erp totalmente assegnati in locazione, sulla base del diritto di autorganizzazione, seguendo i principi e le modalità di uno specifico regolamento. A Parma esistono 41 autogestioni in 882 alloggi in cui abitano 2.646 persone.
L’intenzione dell’Amministrazione comunale è quella di incentivare, in collaborazione con Acer, il numero delle autogestioni e di creare una consulta dei presidenti.
L’autogestione riguarda i cosiddetti servizi accessori e gli spazi comuni: custodia e portierato, riscaldamento, ascensori, pulizia scale e parti comuni compreso giardini e cortili, gestione degli spazi per il parcheggio, consumi di acqua, energia elettrica, pulizia delle fognature, potature.
L’autogestione prevede la nomina di un presidente che è il trait d’union per le problematiche dell’edificio con l’Acer e con il Comune che deve eseguire quanto deliberato dall’assemblea annuale degli assegnatari, rendicontare la gestione economica alla fine di ogni anno di esercizio, convocare e presiedere l’assemblea degli assegnatari. 
Perché l’autogestione?
Perché in questo modo  esiste un totale rispetto delle parti comuni; perché si possono risolvere in tempi brevi i problemi di semplice manutenzione ordinaria e per economizzare i costi; perché solo in caso di autogestione si ha a disposizione un fondo erogato tutti gli anni da Acer,  istituito con provvedimento della Conferenza degli Enti, per le piccole manutenzioni alle quali le autogestioni possono provvedere direttamente.
Al di là delle funzioni statutarie, è importante evidenziare l’aspetto sociale: il dialogo e la collaborazione, nella quotidianità, sono un ulteriore passo verso l’integrazione “vera e vissuta”.


Servizi per l’abitare
Il progetto prevede la realizzazione al Duc del Punto Casa e la creazione del Centro Servizi per l’Abitare, con un unico portale Internet di riferimento per i cittadini, per le associazioni della proprietà e gli inquilini che intendono vendere, affittare o ottenere un alloggio a prezzi e canoni sostenibili.
Gli obiettivi di questo progetto sono agevolare l’incontro tra domanda e offerta sia nel mercato della locazione che in quello dell’acquisto della prima casa, prevedendo anche forme di locazione con riscatto della proprietà. Il fine è quello di creare le condizioni per promuovere l’utilizzo degli alloggi di proprietà privata inutilizzati o invenduti disponibili sul mercato, incrementando l’offerta differenziata di abitazioni, sia nel mercato della locazione che in quello dell’acquisto.
Grazie alla creazione del Punto Casa si potranno ottenere svariati tipi di informazioni in un unico spazio, facilitando i cittadini e gli addetti ai lavori che non saranno più costretti a spostarsi da un ufficio all’altro.

Parma Social House
è il primo esempio, a livello nazionale, di concretizzazione del Piano Casa varato dal Governo nel 2009. Il progetto prevede, nella prima fase, la realizzazione di 852 alloggi: 265 in affitto a canone sostenibile, 182 in affitto con previsione di riscatto all’ottavo anno e 405 in vendita a prezzo convenzionato. Il fine è quello di offrire alloggi a quella fascia intermedia di famiglie, oggi molto ampia,  che dispone di redditi superiori a quelli consentirebbero di accedere agli alloggi Erp, ma non sufficienti per rivolgersi al libero mercato immobiliare.
L’housing sociale è rivolto principalmente a: giovani coppie, nuclei monogenitoriali, famiglie numerose, famiglie con anziani o disabili, con l’obiettivo di offrire un contesto abitativo e sociale dignitoso, all’interno di un ambito ricco di relazioni umane e comunitarie.
Area interessata: 7 aree di trasformazione urbana - Crocetta (144 alloggi), via La Spezia (20 alloggi), via Budellungo (9 alloggi), area ex Rossi e Catelli (98 alloggi), Sant’Eurosia (289 alloggi), via Chiavari (280 alloggi), Panocchia (12 alloggi).
Il Comune, tramite un bando pubblico, ha affidato a un’Ati, composta da imprese di costruzione e cooperative di abitazione locali, la realizzazione del progetto su aree comprese in importanti zone di sviluppo residenziale privato che la pubblica amministrazione ha riservato all’housing sociale. La Fondazione Housing Sociale e Finabita hanno affiancato l’Ati nella strutturazione del progetto, il cui scopo è di realizzare insediamenti ricchi di servizi e spazi pubblici.
Tempi: avvio dei cantieri entro Dicembre, parziale conclusione entro il 2012.


Piano straordinario Erp
L’intervento si rivolge a tutte le famiglie che hanno richiesto l’assegnazione di alloggi sociali. Il progetto, che si svilupperà da qui al 2012, consiste: nell’acquisto di alloggi, in parte sul mercato delle privatizzazioni di enti pubblici ed in parte sul mercato privato dell’usato; nell’acquisto di nuovi alloggi invenduti, o provenienti da progetti ministeriali di edilizia agevolata-convenzionata e non utilizzati per i fini originari, tuttavia soggetti a vincoli di locazione a termine; nella costruzione di nuovi alloggi; nella messa a disposizione dell’assegnazione Erp di alloggi in corso di costruzione da parte delle società partecipate e/o del soggetto gestore.
Gli obiettivi sono: incrementare in modo significativo ed immediato, sia in termini numerici che qualitativi, il patrimonio di Edilizia Residenziale Comunale; rinnovare il patrimonio immobiliare; fornire risposta immediata alle “fasce deboli” ed alle famiglie che necessitano di un alloggio pubblico in affitto a canone sociale (canone medio € 120/mese); ridurre il numero di famiglie in lista d’attesa nelle graduatorie di assegnazione Erp; attivare immediatamente interventi di manutenzione straordinaria; creare ulteriori opportunità per favorire l’integrazione sociale, acquistando alloggi presenti in tutto il territorio comunale.
Siamo tra le prime città in Italia e la prima a livello regionale, a incrementare in modo significativo il patrimonio pubblico senza nessun tipo di finanziamento statale.

Le dichiarazioni
“La famiglia – spiega Giuseppe Pellacini, assessore alle Politiche abitative – è la pietra fondante della società , il più grande ammortizzatore sociale. Ma dove nasce, cresce e si consolida, se non in una casa? Sulle politiche abitative questa Amministrazione ha investito e investirà tantissimo, dando vita a nuovi progetti di grande valenza strategica per migliorare la qualità della vita e dare risposta a chi è maggiormente in difficoltà. Entro due anni avremo tanti nuovi alloggi da aggiungere al nostro patrimonio (composto da 4 mila alloggi) e verranno effettuate manutenzioni straordinarie per oltre 2 milioni di euro. Si tratta di interventi fondamentali per riqualificare il nostro patrimonio, dotare gli edifici di ascensori e renderli più fruibili agli anziani. Voglio inoltre focalizzare l’attenzione su tutte quelle persone che, all’interno dei nostri condomini, gratuitamente collaborano con il gestore e l’Amministrazione comunale. Sto parlando dei presidenti delle autogestioni e delle autogestioni in genere, che ho intenzione di visitare ad una ad una e di potenziare, dando vita anche ad una consulta che verrà inserita in un percorso amministrativo. Focalizzando quindi l’attenzione sul progetto “Una casa per ricominciare” tengo a sottolineare che è rivolto a famiglie in difficoltà ed è stato pensato per evitare di ricorrere all’utilizzo di residence privati, strutture protette o dormitori. Grazie a Casadesso inizialmente destineremo al progetto circa 30 alloggi. In questo modo otterremo un risparmio importante per le casse comunali e daremo una sistemazione stabile a famiglie in difficoltà. A gennaio apriremo il Punto casa al Duc, semplificando i passaggi per coloro che si devono rivolgere ai nostri uffici. A breve inoltre focalizzeremo l’attenzione sul Centro servizi abitare. Il software è quasi pronto e ci permetterà di incrociare domanda e offerta, venendo incontro alle esigenze di tanti cittadini”.

“La linea di confine tra politiche abitative e politiche sociali è molto sfumata – sottolinea Lorenzo Lasagna, assessore al Welfare – E’ fondamentale inquadrare le prime come un tema legato al sociale e alla famiglia. Anche il modo in cui si costruiscono le case infatti, decide la prospettiva famigliare nella nostra comunità. Fare famiglia è certamente una scelta dettata da dei valori, ma se le infrastrutture non sono pensate per i nuclei famigliari, la decisione di un individuo di creare una famiglia risulta pregiudicata alla radice”.

“Acer è inserita in un sistema pubblico di welfare che spazia su più fronti – afferma Lucia Mirti, consigliere delegato di Acer Parma –  non si occupa infatti solo di casa, ma è anche a contatto con un’importante fascia di popolazione e ricopre un ruolo significativo in termini di “sicurezza sociale”, a servizio dei Comuni e degli enti territoriali.

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