Comunicati Stampa

30.04.11 / FAMIGLIA E PERSONA

Parma ZeroSei, Bernini: “Macché privatizzazione, è una nuova Parma Infanzia. Perché la faccio? Ci sono 300 bambini fuori e aumenteranno”

Parma, 30 aprile 2011 – “Azzeramento delle liste d’attesa, nessuna altra struttura oltre alle tre designate in Parma ZeroSei, stessa formazione per tate comunali e per quelle delle società misto pubblico-private, massima stabilizzazione possibile delle educatrici attualmente precarie”. Parte da questi punti fermi l’assessore ai Servizi educativi Giovanni Paolo Bernini che ha parlato di “confronto da attivare con i genitori per fugare quei dubbi che legittimamente hanno.


“Azzeramento delle liste d’attesa, nessuna altra struttura oltre alle tre designate in Parma ZeroSei, stessa formazione per tate comunali e per quelle delle società misto pubblico-private, massima stabilizzazione possibile delle educatrici attualmente precarie”. Parte da questi punti fermi l’assessore ai Servizi educativi Giovanni Paolo Bernini che, in una conferenza stampa oggi, ha parlato di “confronto da attivare con i genitori per fugare quei dubbi che legittimamente hanno ma che qualcuno per ragioni politiche ha contribuito a mettergli in testa”. Bernini ha poi parlato di una proposta di cui però parlerà solo il 3 maggio all’Astra davanti ai genitori delle tre strutture d’infanzia, convocati per spiegare le ragioni di Parma ZeroSei: “Adesso si tratta con genitori e sindacati – ha spiegato Bernini – ma per correttezza istituzionale prima sono dovuto andare in Consiglio, l’organo democraticamente eletto dalla città”.

L’accelerazione - Bernini spiega il perché dell’accelerazione delle ultime settimane per la costituzione della nuova società mista: “E’ dovuta alla sentenza dell’Autorità ai Servizi pubblici che ha detto no alla gestione di ParmaInfanzia per due nuove strutture comunali. L’idea di una ParmaInfanzia 2, in continuità con quella buona esperienza, c’era già, questo giudizio l’ha accelerata”.

Ok al dialogo ma prima il Consiglio – “Il primo organo che mi deve dire se posso andare avanti è il Consiglio comunale, che democraticamente rappresenta tutta la città. Quindi apro le trattative con sindacati e genitori. Lo devo per rispetto della democrazia e alle istituzioni. E comunque non ho atteso molto visto che il 3 incontro i genitori. Sono tanto disponibile che giovedì sono andato a Roma per chiedere all’autorità dei Servizi pubblici se potevo fare una determinata cosa che comunicherò martedì. Un altro tavolo poi si aprirà con il socio privato e con i sindacati per la stabilizzazione di alcuni maestri oggi precari”.

Niente frottole però – “Legittime e comprensibili le richieste dei genitori, ma non voglio più sentir parlare di privatizzazione perché non è vero. La società pubblico-privata è una opportunità compresa da una legge di Romano Prodi. Gestione mista con il controllo che resta pubblico: il presidente lo sceglie il Comune, le rette le stabilisce il Comune, la formazione la porta avanti il Comune che anzi lo anticipo la farà uguale per tutti, per dipendenti comunali e per quelli di società miste in modo da avere uno standard qualitativo uguale. La privatizzazione l’hanno fatta a Collecchio, legittimamente: là c’è una gara d’appalto per un asilo che sarà dato in gestione ad un privato. Da noi il privato è una delle parti e ci mette quattro milioni per creare nuovi posti. E’ una gestione compartecipata di un servizio pubblico che rimane in capo al Comune”.

Tutto questo per avere più posti – “Il motivo di tutto questo? Avere più posti, anche se a Parma la copertura sia del 52% sui nidi, a fronte dell’8% nazionale, e dell’83% sulle scuole dell’infanzia. Nonostante questi risultati molto buoni, ci sono 300 bambini fuori. Troppi, in passato il problema non è stato risolto. Un problema che con il patto di stabilità e i tagli governativi non possiamo gestire da soli. E le stime dicono che andrà anche peggio nel futuro essendo Parma una città con una crescita di popolazione costante e alta, soprattutto per merito di meridionali e immigrati che qui non hanno famiglie d’appoggio e che dunque cercano i servizi comunali”.

“Parto da quattro punti fermi” – “Parto da quattro punti fermi: azzeramento delle liste d’attesa, nessuna altra struttura oltre alle tre designate in Parma ZeroSei, massima stabilizzazione possibile delle educatrici attualmente precarie  e la stessa formazione per tate comunali e per quelle delle società misto pubblico-private. La stessa formazione garantisce la continuità educativa, non la medesima tata. Perché una può cambiare lavoro, può cambiare città, andare in pensione o in maternità, ma non per questo il livello della struttura d’infanzia si altera. La continuità educativa è fatta da una squadra, da un lavoro di èquipe, dalla cultura e dal progetto. E ParmaInfanzia lo dimostra dal momento che ha raggiunto il 93% di gradimento. Quella stessa ParmaInfanzia che al momento della costituzione aveva trovato le stesse anzi peggiori ostilità di quelle che vediamo oggi per Parma ZeroSei”.

E se arrivassero i soldi della Metro… - Bernini ha anticipato che se dovessero arrivare i soldi della Metro, il Comune avrebbe già deciso la realizzazione di altre strutture d’infanzia. Ma a quel punto cosa servirebbero i quattro milioni del socio privato per la realizzazione di nuove scuole per l’infanzia? “Innanzitutto bisogna vedere se arrivano, con i se si fa poco nella Pubblica Amministrazione. Se dovessero arrivare vorrà dire che faremo le une e le altre. Perché dover galleggiare e non risolvere realmente un problema che in futuro potrebbe ripresentarsi?”.

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