Termovalorizzatore, stop ai lavori confermato
Il Comune di Parma conferma la sospensione dei lavori per il termovalorizzatore di Ugozzolo e lo fa con una nuova ordinanza, che va a sostituire quella del 1 luglio decaduta per decorrenza dei termini. Secondo l’Amministrazione comunale, infatti, manca il titolo abilitativo edilizio, che basta quindi a confermare i dubbi e la decisione presa lo scorso luglio.
Il Comune di Parma conferma la sospensione ai lavori per il termovalorizzatore di Ugozzolo e lo fa con una nuova ordinanza, che va a sostituire quella del 1 luglio decaduta per decorrenza dei termini. Secondo l’Amministrazione comunale, infatti, manca il titolo abilitativo edilizio, che basta quindi a confermare i dubbi e la decisione presa lo scorso luglio.
Diverse novità si trovano invece nelle premesse, dove il Comune tira in ballo l’ordinanza del Tar, che ha respinto la sospensiva richiesta da Iren, riporta la normativa della Commissione europea con tanto di procedimento formale di infrazione e, infine, cita la Procura di Parma che ha aperto un nuovo fascicolo per verificare se non sussistano anche responsabilità penali oltre che amministrative.
Il parere della Regione – Il Comune ritiene insufficiente il parere reso dalla Regione Emilia Romagna il 1 luglio scorso, a presunta conferma della regolarità degli atti del termovalorizzatore: “Il parere reso dalla Dirigente della Regione Emilia Romagna – si legge nell’ordinanza – in realtà assume solo il carattere condizionale anziché quello dirimente richiesto e, soprattutto, non risolve la questione di fondo per la quale il rilascio del permesso di costruire non può intendersi come mero adempimento formale”.
La Commissione europea, la Procura e il Tar – Sono le tre motivazioni portate nelle premesse dell’ordinanza di sospensione. Circa la Procura ci si limita a rilevare che come si apprende dalla stampa “ha avviato un’indagine penale con apertura del relativo fascicolo di inchiesta”.
Più dettagliato invece il capitolo riguardante Commissione europea e Tar: “Il reclamo della Commissione europea del 1 ottobre 2010 investe esattamente la questione oggetto dell’ordinanza, nel senso che richiama l’esigenza che l’affidamento di opere e servizi pubblici debba legalmente avvenire sulla base dei principi della gara pubblica, della concorrenza e dell’imparzialità”.
Infine il Tar: “Il mancato rilascio del titolo abilitativo edilizio è stato confermato da Iren nel giudizio avanti al Tar laddove, nella memoria difensiva, dichiara espressamente che nel ‘nostro caso la decisione di Via non ha valore di permesso di costruire”. Inoltre, sempre nell’ordinanza, il Comune cita un passaggio del presidente del Tar in cui si afferma “che appare necessario conservare immutato lo stato dei luoghi”, motivo in più, secondo il Comune, per cui i lavori non vanno ripresi.
Il parere dei legali – Il Comune di Parma aveva oltre un mese fa affidato un incarico di consulenza legale a Mario Chiti, docente dell’Università di Firenze uno dei più titolati esperti di diritto comunitario, e ad Andrea Mora per gli aspetti civilstici. Proprio i due avvocati hanno posto le basi con cui si è poi costruita l’ordinanza firmata oggi dal Comune di Parma.