NOTIZIE / 25.05.15 / SICUREZZA

UrBes 2015, il rapporto sul benessere della città

Con il Rapporto UrBes 2015 – il benessere nelle città, il Comune di Parma, in collaborazione con l’Istat, presenta i risultati sulle tendenze del Benessere Equo e Sostenibile (Bes), analizzati sulla base di oltre 60 indicatori.

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Il rapporto è stato presentato dal sindaco in una conferenza stampa in Municipio: “Siamo stati fra i primi ad aderire a questo progetto – ha detto Federico Pizzarotti – perché pensiamo che il benessere sia un indicatore essenziale per misurare la vita di una comunità. Gli indicatori individuati dall'Istat ci forniscono elementi utili anche per avere a disposizione dati oggettivi, non fondati solo sulla percezione dei cittadini, e soprattutto servono ad individuare le criticità e i punti deboli sui quali concentrare i futuri interventi”. Il sindaco ha citato qualità dell'aria, furti e grado di copertura della banda larga, sulla quale si sta già intervenendo in modo massiccio.

“”L'obiettivo – ha puntualizzato l'assessore Giovanni Marani – non è quello di proporre una competizione fra territori o di stilare classifiche sul buon vivere, ma di mettersi a disposizione per far crescere il sistema utilizzando nuovi strumenti di conoscenza e di evidenziare il gap fra benessere percepito e benessere reale per attuare gli interventi più necessari alla collettività”.

Il progetto è stato presentato da Marco Ricci, responsabile dell'ufficio territoriale Istat regionale: “”UrBes – ha spiegato Ricci - è uno strumento informativo a disposizione delle comunità locali, in continua evoluzione. Ora proponiamo 64 indicatori con schede commentate per ognuno dei 29 comuni capoluogo che hanno aderito. Per Parma e provincia – ha affermato ancora il dirigente Istat – gran parte degli indicatori sono positivi, quindi possiamo dire che c'è una situazione favorevole dal punto di vista del benessere, pur con alcune criticità, fra le quali i furti in abitazione e le polveri sottili”.

Il rapporto si inquadra nel dibattito internazionale sul “superamento del Pil”, alimentato dalla consapevolezza che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma debbano tenere conto anche delle fondamentali dimensioni sociali e ambientali del benessere, corredate da misure di diseguaglianza e sostenibilità. 

Gli indicatori utilizzati misurano molteplici aspetti dei domini in cui si articola il concetto di benessere, che ha una connotazione multidimensionale: non si riferisce, infatti, soltanto a lavoro e benessere economico, (particolarmente rilevanti in una fase di crisi come questa), ma al complesso della qualità della vita dei cittadini, prendendo in considerazione altri 9 ambiti: salute, istruzione, relazioni sociali, politica, sicurezza, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione e qualità dei servizi. 

Ovviamente gli indicatori sono strettamente oggettivi, possono quindi presentare un andamento anche diverso rispetto alle misure di carattere soggettivo sulla qualità della vita.

Come il concetto di benessere è vago, difficile da descrivere, in continua evoluzione, cambiando nel tempo e nello spazio, multidimensionale in quanto non può essere misurato direttamente, ma tramite un set di indicatori che considerino aspetti economici, sociali, ambientali, psicologici.

Urbes offre l’opportunità di monitorare fenomeni socio-economici per elaborare confronti sia temporali (analisi delle serie storiche), sia spaziali, tra diversi ambiti territoriali ed in particolare tra città di dimensioni simili e in più crea la possibilità di incidere sull’andamento di alcuni fenomeni tramite l’esecuzione di opportune politiche pubbliche.

Nel 2015 UrBes coinvolge 29 città: Bari, Bologna, Bolzano*, Brescia, Cagliari, Catania*, Catanzaro*, Cesena, Firenze, Forlì*, Genova, Livorno*, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Parma*, Perugia*, Pesaro, Potenza*, Prato*, Reggio Calabria, Reggio Emilia*, Roma, Terni*, Torino, Trieste*, Venezia e Verona*. (* nuove adesioni) 

La vera sfida sta nel riuscire a fare di UrBes uno strumento cardine del funzionamento delle istituzioni territoriali, in quanto quadro di riferimento concettuale unitario e sistematico cui possono ispirarsi il Documento unico di programmazione, la rendicontazione sociale, i Piani di performance e di trasparenza previsti dalla legislazione vigente.

UrBes può servire a rafforzare il dialogo tra amministratori e cittadini e a promuovere una rendicontazione periodica sullo stato della città da parte degli amministratori al fine di promuovere lo sviluppo di esperienze di partecipazione e di democrazia locale basate sul principio di accountability. Ciò può consentire ai cittadini di valutare i risultati dell'azione di governo e, al tempo stesso, di partecipare con maggiore consapevolezza ai processi decisionali locali. 

Il progetto Urbes è un lavoro in progress il cui set di indicatori potrà continuare a migliorare grazie alla collaborazione già assai proficua tra Istat e Comuni.

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>> urbes2015PR (237 KiB)


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