Altri eventi / 22.04.23

Il Comune di Parma acquisisce il Fondo Rosati grazie al sostegno della Regione

La convenzione darà inizio a un progetto di catalogazione, digitalizzazione, valorizzazione e divulgazione del prezioso patrimonio iconografico che documenta la storia locale e italiana tra cronaca, politica, costume, società, cultura e sport.
Henri Cartier Bresson e Romano Rosati, Firenze, 1999, Fotografia di Ferdinando Scianna

Il Comune di Parma acquisisce l’Archivio fotografico e la collezione storica Romano Rosati grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna.

La convenzione darà inizio a un progetto di catalogazione, digitalizzazione, valorizzazione e divulgazione del prezioso patrimonio iconografico che documenta la storia locale e italiana tra cronaca, politica, costume, società, cultura e sport.

La Regione Emilia-Romagna e il Comune di Parma comunicano alla città l’acquisizione di un patrimonio fotografico di grande interesse per la comunità e tutti gli studiosi: l’Archivio fotografico e la Collezione di fotografie storiche di Romano Rosati.

La Regione ha supportato il Comune nell’acquisto e intende proseguire il suo impegno nell’attività di catalogazione e valorizzazione dell’Archivio e Collezione Rosati perché possa essere consultabile nella sua complessità e organicità. Come previsto dalla Convenzione, sottoscritta dalle due istituzioni, si darà così inizio a un progetto di valorizzazione del patrimonio iconografico, dei suoi contenuti e dei messaggi che veicola.

Attraverso l’acquisizione di un corpus documentario così rilevante, grazie alla generosa disponibilità dell’autore, fotografo, collezionista e storico della fotografia Romano Rosati, si rafforza l’impegno istituzionale sul fronte della “memoria” e del “racconto”: operazione fondamentale per l’approfondimento della conoscenza del passato della nostra città e del territorio, presentata oggi in conferenza stampa dal sindaco Michele Guerra, dall’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori, dal vicesindaco e assessore alla Cultura Lorenzo Lavagetto, alla presenza della funzionaria del settore Patrimonio Culturale della Regione Emilia-Romagna Roberta Cristofori e del fotografo Romano Rosati.

“L’acquisizione del fondo Rosati – ha detto il sindaco Michele Guerra – rappresenta un momento importante per la città e la sua memoria storica. Parma ha una significativa tradizione di archivi fotografici che, grazie alla sinergia di intenti con la Regione, ora si arricchisce dei preziosi contenuti che Romano Rosati ha voluto consegnarci, frutto della sua attività di fotografo ma anche di collezionista: un vero patrimonio in grado di farci riflettere su quale tipo di fonte storica rappresenti per noi oggi la fotografia, quale sia il valore estetico e comunicativo che passa attraverso l’attività di fotografi del calibro di Rosati e quale possa essere la prospettiva storica in cui tutto questo si colloca”.

L’assessore regionale alla Cultura Mauro Felicori, fin da inizio mandato, si era dichiarato disponibile ad “attivarsi per la nascita di un archivio regionale di memorie, suoni, voci, immagini, articolato nelle città dell’Emilia-Romagna. Dopo l’acquisizione dell’Archivio Fotografico di Giovanni Zaffagnini, affidato alla Biblioteca Malatestiana di Cesena, dell’Archivio Demetrio Stratos, cantante, musicologo ed esperto di vocalità, affidato al Comune di Ravenna, e la valutazione in corso di corpora letterari inediti e di grande spessore, questo è un altro importante e concreto atto in direzione della realizzazione di questo progetto”.

“Si tratta in questo caso - ha voluto rimarcare l’Assessore - dell’acquisizione di un patrimonio noto e caro alla città. Appelli, a mezzo stampa, avevano da tempo invitato alla salvaguardia e al recupero di una memoria e cultura dell’immagine legata alla città, in cui ‘i tesori’ (così etichettati) di Rosati, erano costantemente portati in evidenza”.

Collezione storica, Archivio fotografico e patrimonio librario, sono assicurati al Comune nella loro completezza.

“Ritengo – ha dichiarato il vicesindaco e assessore alla Cultura Lorenzo Lavagetto - che l’acquisizione destinata a una istituzione pubblica di testimonianze di così significativa importanza rappresenti una garanzia per valorizzarle al meglio. Si contribuisce così alla salvaguardia e alla conoscenza di un patrimonio culturale di inestimabile valore, affidato a supporti fragili che necessitano di attente pratiche conservative: una vera e propria memoria storica della Comunità, composta da opere che raccontano la storia della fotografia italiana ed europea, ma anche quella strettamente locale, con studi fotografici e atelier parmensi ben rappresentati”.

Romano Rosati, appassionato collezionista parmense di fotografia storica, noto anche grazie alla cura di numerose pubblicazioni sull’argomento è stato un altrettanto noto fotografo free-lance per «Il Resto del Carlino. Edizione di Parma» negli anni 1970-1992; attivo anche per i periodici «Opinione Pubblica», «Qui Parma», «Polis» e, nel decennio 1972-1982 (periodo delle indimenticabili performance di Pietro Mennea e Sara Simeoni) per la Federazione Italiana di Atletica Leggera, con pubblicazione di sue fotografie su «Atletica» e «Atletica Leggera».

“È un momento molto emozionante per me – ha dichiarato – si tratta di un patrimonio che credo sia un’acquisizione importante per la collettività, fatto di esemplari rarissimi, e che rappresenta davvero una parte della mia vita, frutto della ricerca nata dal mio amore per la fotografia iniziato quando ero solo un bambino”.

La documentazione nel dettaglio:

L’Archivio fotografico di Romano Rosati si compone di fotografie scattate da Rosati, come fotoreporter, quotidianamente, per oltre vent’anni, per essere inviate ai giornali e consentono di tratteggiare precise caratteristiche dell’interessante archivio di carattere fotogiornalistico. L’Archivio è costituito, tra gli altri, da: 400mila negativi analogici, soprattutto in bianco / nero; soggetti presenti nei servizi effettuati a Parma (cronaca, vita sociale, eventi culturali, avvenimenti sportivi e personalità di spicco della vita cittadina o personalità famose giunte in visita a Parma); reportage di carattere nazionale su specifici eventi come: Strage di Bologna (riprese effettuate il giorno successivo il tragico evento, cioè il 3 agosto 1980), Terremoto del Friuli (1975-76), Visita del Presidente Sandro Pertini a Marzabotto (1978); scatti di fotografi attivi a Parma negli anni ’50-60 quali i Fratelli Carra (anni ’50) e Flavio Mora, maestro di Rosati (anni ’60).

La Collezione storica di Romano Rosati si compone di 300 fotografie, frutto di una vita di ricerche e acquisti mirati (albumine, calototipie, ferrotipie, carte salate, dagherrotipia, stereoscopia, etc.), che denotano un approccio coerente del collezionista per rappresentare la storia della fotografia italiana e francese, con opere databili a partire dalla metà dell’Ottocento di 200 autori tra cui: gli italiani Alinari, Anderson, Bernieri, Fiorillo, Montabone, Sorgato, Tuminello e i francesi Alophe, Beato, Carjat, Deroche, Disderi, Le Gray, Le Lieure, Nadar, Reutlinger. Non manca una rappresentanza autorevole di autori legati alla città di Parma (Calvi, Calzolari, Carmignani, Isola, Lasagna, Vaghi). Romano Rosati ha eseguito una accurata selezione di pezzi in ottima conservazione, privilegiando non solo la scelta di autori di grande importanza ma anche di soggetti molto ricercati, talora inediti.

La raccolta è infine arricchita da un pezzo d’eccellenza: un dagherrotipo di ottima fattura che ritrae Giuseppe Verdi (secondo l’attribuzione del collezionista), un caso di studio stimolante, un unicum da indagare, a partire dalle provenienze, sul quale avviare un lavoro di ricerca atto a testare questa autenticità circa l’illustre effigiato.

L’assessore Felicori, consapevole del valore della Collezione storica così cara a Rosati, ha rimarcato come l’Archivio fotografico dell’attività di fotoreporter del Carlino, di grande qualità e di grande importanza documentale - intendendo con questo termine uno stile specifico del fare fotografia e non una diminutio del valore estetico delle immagini - rappresenti una grande potenzialità per la città; a questa valutazione ha concorso anche la constatazione dell’impossibilità del recupero della memoria fotografica dello storico quotidiano locale «La Gazzetta di Parma», archivio non più esistente.

L’Archivio documentario legato alla cronaca della città che Rosati ha ‘narrato’ renderà di pubblica disponibilità, mediante il Catalogo digitale, nell’arco del tempo necessario al compimento delle pratiche di catalogazione e digitalizzazione dell’intero complesso, una messe informativa di grande rilievo, punto di partenza per possibili molteplici attività di divulgazione e valorizzazione in ordine a dinamiche tematiche socio-antropologiche, culturali e sportive di una città di cui si potrebbero conoscere, oltre alle assai celebrate eminenze storico-artistiche-monumentali e alle conclamate eccellenze gastronomiche, anche le immagini del quotidiano, nel variare di mode, modi e costumi. Quotidiano da intendersi pertanto in maniera ‘alta’, come cerniera tra cronaca e storia.

E, in una visione allargata al patrimonio fotografico regionale, come non legare questo complesso, ai 500.000 negativi, già catalogati e digitalizzati dell’Archivio del fotoreporter del Carlino-Rimini Davide Minghini (non solo fotografo di Fellini), con la vita della città e della riviera.

Sono Archivi da leggere in maniera integrata, come un tessuto connettivo tra il fluire della vita delle città e del loro passato prestigioso. Cronaca, politica, costume, società, cultura, sport, un mondo consegnato alla storia ma capace di suscitare ancora emozioni intatte.

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