ATTACCHI DI PANICO: C’È PASSIONE E PASSIONE
ATTACCHI DI PANICO: C’È PASSIONE E PASSIONE
Attacchi di panico: c’è passione e passione
LIDAP propone due iniziative per parlare di attacchi di panico e di come uscirne
Il DAP, disturbo da attacco di panico, è una patologia invalidante e molto diffusa: ne può soffrire una persona su tre, almeno una volta nella vita. Si manifesta con attacchi ripetuti e imprevedibili di ansia estrema, accompagnati da violenti sintomi fisici. Per chi ne è colpito, il panico può diventare uno stile complessivo di vita che comporta la restrizione progressiva di spazi di autonomia. Per parlarne, promuovere la conoscenza dei problemi legati ad ansia e attacchi di panico, informando sulle possibilità di cura, la LIDAP (Lega Italiana attacchi d’ansia e di panico), in collaborazione con Forum Solidarietà e Comune di Parma, propone due iniziative. Mercoledì 24 marzo, dalle ore 17, il Centro Congressi Paganini di via Toscana ospiterà il seminario “Attacchi di panico: c’è passione e passione”. Un incontro con la cittadinanza a cui interverranno: Fabrizio Pallini, responsabile dell’Agenzia alle Politiche per la Salute, Franco Giubilini, direttore del DSM, la psicoterapeuta Amalia Prunotto, l'attrice Franca Tragni, la fondatrice della Lidap Valentina Cultrera e il presidente dell’associazione Sebastiano La Spina. Giovedì 25 marzo alle 20,30, Franca Tragni interpreterà lo spettacolo “Attacchi di passione”, al Teatro al Parco. Spiega la Tragni: “E’ il racconto tragicomico di vent’anni di convivenza forzata con un ospite che tu speri si fermi solo per qualche giorno e che invece, subdolamente, prende possesso dei tuoi spazi, dei tuoi pensieri, del tuo respiro…” Dal ’94 Lidap è presente a Parma dove, oltre a informare e sensibilizzare, promuove e sostiene i gruppi di auto mutuo aiuto come opportunità per uscire dal panico e ritrovare la vita.
“Da allora –dice il referente Giuseppe Costa- oltre un migliaio di persone ci ha contattato per avere informazioni o chiarimenti sul DAP. Fra questi, circa la metà ha frequentato i nostri gruppi di auto-aiuto: la maggior parte ha superato i sintomi o migliorato sensibilmente la qualità della sua vita. Il beneficio sociale di tutto questo –continua Costa- è facilmente intuibile: non più corse al pronto soccorso, giornate di lavoro perse, non più perdita del posto di lavoro per l’impossibilità di uscire di casa, non più vite e famiglie distrutte dal dolore di vivere”.
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