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14.09.10 / CULTURA / Ufficio Stampa

MEDIOEVO: I COMMITTENTI XIII CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI

MEDIOEVO: I COMMITTENTI XIII CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI


XIII Convegno internazionale di studi Parma, 21-26 settembre 2010 MEDIOEVO: I COMMITTENTI Si apre a Parma, nell’Aula Magna della Università, il giorno 21 settembre alle ore 9,30, il XIII Convegno internazionale di studi dal titolo Medioevo: i committenti, che proseguirà i suoi lavori fino al giorno 25 settembre presso la Camera di Commercio nella Sala Aurea. Il convegno, aperto anche al pubblico dei non specialisti, è promosso dalla Associazione italiana storici dell’arte medievale (AISAME) in collaborazione con Comune di Parma assessorato alla Cultura, Unione Parmense degli Industriali, Camera di Commercio, Fondazione Cariparma, Associazione nazionale Costruttori Edili dell’Emilia Romagna (ANCE), Provincia di Parma, e col contributo di Chiesi Farmaceutici S.p.A. e dell’impresa Nereo Buia. Il convegno vede la presenza di 58 storici dell’arte medievale, e fra essi anche di alcuni storici con i quali il dialogo appare sempre significativo, provenienti dai maggiori paesi europei nei quali la ricerca sull’arte del medioevo appare sempre nodale, dalla Francia alla Spagna, all’Inghilterra. L’incontro, al quale parteciperanno anche numerosi giovani provenienti da università italiane ma anche straniere, permetterà di proseguire un fecondo dialogo e un ricco scambio fra studiosi di tradizioni e di esperienze diverse attorno a un tema, quello dei committenti, determinante per chiunque voglia comprendere la storia dell’arte del medioevo e la sua diversità rispetto alla nostra esperienza del contemporaneo. Ma come era dunque questo rapporto committenti-artefici fra il VII-VIII secolo e il XV, illustrato dalle diverse relazioni? Prima di tutto dobbiamo dire che il peso della committenza appare determinante rispetto all’oggi. Non era neppure pensabile concepire, almeno fino al XIII secolo avanzato e al XIV una autonomia dell’artista, una sua capacità di programmazione distinta dal dialogo con la committenza: insomma l’artista non è indipendente ma, al contrario, una figura che dialoga con chi commissiona un’opera attendendo da questi indicazioni sui temi, sulle figure da includere, e anche ottenendo spesso, dal committente, i più preziosi materiali da usare. Nel medioevo non esiste la libertà dell’artista, quella che noi conosciamo soprattutto a partire dalla età moderna e ancora di più dal XIX secolo, il tempo dei salon, delle mostre, dei galleristi. Il convegno dunque propone un modo nuovo per capire quasi mille anni di storia e per valutare anche il funzionamento delle diverse officine in rapporto a coloro, pontefici, sovrani, principi, abati, che di fatto gestiscono un forte potere sul territorio. Nel convegno tutte le relazioni sono importanti ma fra esse alcuni nuclei vanno posti in evidenza, ad esempio alcune relazioni vertono sulla committenza femminile, un grande rimosso della storia dell’arte in generale, altre puntano sul modello alternativo a quello occidentale, l’arte di Bisanzio o da Bisanzio derivata da Giustiniano al XV secolo. Altre relazioni analizzano il periodo dei visigoti, quello dei longobardi e le vicende dell’arte a Roma fino all’età carolingia. Una serie di importanti contributi analizza poi codici miniati, molte volte poco noti o sconosciuti del tutto, che illustrano le vicende di queste raffinate immagini dall’XI al XV secolo. Molti altri interventi affrontano i problemi di alcuni monumenti nodali del romanico in Occidente, e sono, ad esempio, quelli di Cluny, del Saint Sernin a Toulouse, delle chiese alverniati dell’XI secolo, di Santiago di Compostela. Come a dire che ogni giorno si potranno ascoltare contributi rilevanti sui massimi monumenti delle vie del pellegrinaggio verso Compostela e di quelle verso Roma. E su Roma e ancora sulle crociate si concentrano altri rilevanti interventi e, con essi, anche ricerche sull’arte a Napoli e nel sud al tempo degli angioini. L’ultimo giorno, il 25 settembre, un gruppo di relatori concentrerà la propria attenzione su Giotto cominciando dalla memoria del restauro della basilica assisiate per venire ad analisi della committenza e alla presentazione delle nuove immagini agli ultravioletti delle cappelle Bardi e Peruzzi a Santa Croce a Firenze, di fatto un Giotto perduto che ora, virtualmente, è stato ritrovato. Dunque un incontro di rara importanza dove, in cinque giorni, si avrà uno spaccato della ricerca sulla storia dell’arte medievale in Occidente e Oriente, un incontro che potrà dare stimoli significativi e prospettive nuove anche ai non specialisti. Infine, il mattino del giorno 26 si terrà la riunione riservata ai soci della AISAME per analizzare la situazione degli studi di storia dell’arte medioevale in Italia. DICHIARAZIONI L’Assessore alla Cultura Luca Sommi ha sottolineato “il rilevante livello scientifico di questo convegno, che da anni vede la partecipazione di eccellenti specialisti. Iniziativa che intende anche favorire la partecipazione della cittadinanza, sempre interessata ai temi legati al Medioevo. Ricordo, a questo proposito, il successo del ciclo di incontri dedicato al Medioevo a Parma e curato dal professor Arturo Carlo Quintavalle, con il quale l'Amministrazione comunale ha avviato una proficua collaborazione in questi anni”. Il convegno affronterà il tema della committenza “in un periodo - ha spiegato il professor Arturo Carlo Quintavalle, presidente AISAME - in cui sono noti i nomi dei committenti, ma quasi mai quelli degli artisti. Questo convegno è un’occasione per rimarcare la valenza internazionale delle architetture, delle strutture, delle strade che caratterizzano Parma”.

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