Comunicati Stampa

18.09.09 / FAMIGLIA E PERSONA / Ufficio Stampa

VERSO UN PATTO EUROPEO PER LA FAMIGLIA

VERSO UN PATTO EUROPEO PER LA FAMIGLIA


Szeged (Ungheria), Tours (Francia), Trollhattan (Svezia) e Yambol (Bulgaria) con i rappresentanti del Comune di Parma hanno avviato i lavori del Network delle Città per la Famiglia. Secondo appuntamento in novembre con i sindaci delle città. Parma, 18 settembre – Si è concluso oggi l’incontro preliminare del Network europeo delle città per la Famiglia, il progetto di confronto internazionale che il Comune di Parma ha lanciato e promosso, in collaborazione con il Forum nazionale delle associazioni familiari, per avviare un processo di scambio di buone pratiche e di dialogo istituzionale con altre municipalità impegnate sulla famiglia. “La famiglia è al centro dell’azione amministrativa del Comune di Parma e in questo impegno ha trovato altre città europee che condividono lo stesso obiettivo” ha dichiarato Pietro Vignali, sindaco di Parma, intervenendo stamattina all’incontro. “Con l’istituzione dell’Agenzia per la Famiglia, primo esempio in Italia di organismo interassessorile comunale per la promozione di politiche cittadine family friendly – spiega Vignali – vogliamo cercare e promuovere soluzioni innovative per valorizzare la risorsa ‘famiglia’ nella società”. “Confrontarsi su scala europea con altre città sensibili al tema – commenta Cecilia Maria Greci, responsabile dell’Agenzia – ci consente di toccare con mano cosa si fa all’estero e di studiare in particolare quelle esperienze che coinvolgono attivamente le famiglie e non si limitano a un approccio di tipo assistenzialista”. “Questa occasione di confronto internazionale - sottolinea il presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, Francesco Belletti - ha infatti l’obiettivo di condividere contenuti scientifici e soluzioni pratiche a favore della famiglia, mirando a individuare forme concrete di tutela e servizi innovativi che le istituzioni possano offrire direttamente o indirettamente, ad esempio lavorando con le imprese e le associazioni del territorio. In futuro, con best practice consolidate e strumenti scientifici di valutazione, ci auguriamo di poter contribuire alla diffusione in Italia e in Europa di una cultura del welfare per la famiglia”. Szeged, Tours, Trollhattan e Yambol hanno quindi aderito e sostenuto l’idea di Parma e a partire da oggi inizieranno i lavori per la definizione di un documento programmatico comune che ha l’ambizione di diventare una sorta di patto europeo per la famiglia. Al prossimo incontro del network, in città in novembre, è prevista la partecipazione dei sindaci che potranno quindi discutere e definire tale accordo. “Partecipiamo con interesse ai lavori del network per studiare come rendere la nostra città ancora più a misura di famiglia, soprattutto per promuovere lo sviluppo demografico con le nascite e accogliendo in città nuovi nuclei” spiega Tobias Grondahl, responsabile sviluppo e pianificazione del Comune di Trollhättan, la cittadina della Svezia occidentale sede di alcune delle più importanti industrie della nazione scandinava, come Saab e Volvo. In un contesto, quello della Svezia, in cui entrambi i genitori hanno diritto al lavoro part time (75%) fino agli 8 anni del figlio e a 480 giorni di congedo parentale retribuito per la nascita oltre a diverse ulteriori indennità, a Trollhättan, 48mila abitanti, gli investimenti sulle strutture per l’infanzia hanno consentito di raggiungere un’offerta di posti asilo pari all’80% della richiesta potenziale (il numero dei bambini di età compresa tra 0 e 5 anni). “Negli ultimi 3 anni abbiamo incrementato gli investimenti sulla famiglia – dichiara Nina Ruseva, vicesindaco di Yambol – in uno stato, la Bulgaria, che decentralizza i servizi verso i municipi, i quali a loro volta tendono a stringere convenzioni con il settore privato”. Collocata nella parte sud-orientale della nazione, Yambol, 85mila abitanti, possiede diversi centri per l’integrazione e la riabilitazione sociale in cui le famiglie in difficoltà possono trovare un supporto non solo economico, ma anche per la formazione e l’inserimento lavorativo. In Bulgaria il congedo per maternità è garantito fino al compimento dei 2 anni del bambino e il lavoro part-time è molto diffuso. “Nella nostra città, che conta circa 170mila abitanti – spiega Zoltàn Toth, dirigente del dipartimento per gli Affari sociali e per la famiglia di Szeged – abbiamo stretto un accordo con 33 pediatri che garantiscono assistenza gratuita a bambini e giovani fino ai 18 anni, e con l’Università che mette a disposizione le sue strutture sanitarie senza alcun onere per le famiglie”. Anche in Ungheria il congedo parentale è previsto fino al compimento del secondo anno del bambino, e la madre in maternità ha diritto al rimborso dei corsi di formazione che volesse frequentare in vista del ritorno sul mercato del lavoro. “Grazie a un importante coinvolgimento delle associazioni e delle altre istituzioni del territorio – spiega Cécile Jonathan, delegata del sindaco di Tours per la Famiglia, la Prima infanzia e i Giovani – la nostra città consente una crescita serena ai bambini e di coniugare al meglio la vita familiare, sociale e professionale dei genitori”. Di rilievo l’investimento compiuto dalla città francese nei centri di consulenza familiare e nelle strutture di cura che offrono assistenza medica gratuita. Appuntamento quindi a novembre per un evento dove troverà tra l’altro spazio un approfondimento scientifico sul tema della conciliazione famiglia-lavoro. {

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